Fattore R, De Romanis (economista): “C’è bisogno di un sentire comune”

“Adesso è il momento della responsabilità. C’è bisogno di un sentire comune”. L’ha sostenuto questa mattina l’economista Veronica De Romanis, intervenuta alla quinta edizione dell’ecomonic forum Fattore R che si è svolto al Grand Hotel di Rimini. La docente alla Luiss di Roma ha parlato molto di Pnrr e della situazione del nostro Paese nel post pandemia. “Ci siamo trovati ad avere a che fare con il Covid quando non avevamo ancora recuperato i livelli precedenti la crisi del 2008. Eravamo l’unico Paese in quelle condizioni. Abbiamo speso moltissimo durante la pandemia. Siamo al 156 per cento del Pil. Ora siamo chiamati a selezionare. Non si potrà più dare tutto a tutti”.

E visto che il debito europeo costa meno di quello domestico, “io avrei preso anche il Mes – ha aggiunto l’economista che ha messo in guardia -. Adesso sarà fondamentale sostenere la ripresa. E per questo motivo sarà fondamentale che non ci siano altri lockdown, perché tutti i dati di crescita sono stime che non tengono conto di eventuali chiusure”.

Il nostro Paese dovrà affrontare tre grandi dossier, come li ha definiti la de Romanis: quota 100, il reddito di cittadinanza e la riforma fiscale. “Con i fondi europei bisogna investire sul futuro. I miliardi arrivati da noi sono stati tanti perché peggio sei messo e più te ne danno. Noi abbiamo preso tutto e subito, un’occasione imperdibile, per usare un’espressione di Draghi. Dovremo avere un Pil costante all’1,2-1,3 per cento dall’attuale 0,2 pre crisi pandemica”.

Tra i settori di investimento ci sono giovani e donne, come ci chiede l’Europa. “La nostra generazione di giovani è sospesa. Solo noi abbiamo così tanti neet, eppure siamo stati il Paese che ha chiuso di più la scuola. Abbiamo necessità di investire sui giovani”, ha insistito ancora l’economista della Luiss.

Per l’Italia ci saranno riforme da affrontare, in particolare quelle della giustizia, della concorrenza e della pubblica amministrazione. Ma poi sarà importante applicare il cosiddetto “metodo Draghi”: programmare, valutare, selezionare e manutenere. Senza dimenticare che si imporrà una nuova spending review. “In Europa ci sono molti dossier aperti – ha concluso la de Romanis – ma Draghi è uno dei politici con maggiore esperienza”.

La mattinata è stata aperta dal sindaco di Cesena Enzo Lattuca, per la prima volta non padrone di casa in maniera diretta. “le nostre tre province della Romagna – ha detto il primo cittadino nel suo saluto – sono le tre che fanno più cose insieme in Italia”. Alberto Rosa di EY ha illustrato le tre filiere di eccellenza messe sotto la lente di ingrandimento nel forum di quest’anno: l’agro-alimentare, il settore calzaturiero e quello del turismo. Ha poi indicato alcune priorità: crescita, attrattività e formazione, senza tralasciare la digitalizzazione e le infrastrutture fisiche, come l’alta velocità e il porto di Ravenna.

Il presidente della Camera di commercio, Alberto Zambianchi ha ricordato che la pandemia ha rappresentato un forte battuta d’arresto cui è seguito un grande rimbalzo. Anche lui ha indicato la digitalizzazione come frontiera per il prossimo futuro e investimenti nella formazione. “Ci vorranno – ha aggiunto Zambianchi – responsabilità e capacità di scelta”. Occorrerà concentrarsi su ciò che è necessario, “per fare diversamente e meglio ciò che abbiamo fatto bene fino a ora”. Paolo Maggioli, presidente di Confindustria Romagna, ha detto che “se torniamo ai livelli pre crisi a fine 2022 si tratta di un miracolo, e questo grazie a tutti e in particolare agli imprenditori”.

Nella tavola rotonda moderata dal giornalista Gianluca Semprini, che ha condotto tutta l’evento, l’amministratore delle Terme di Castrocaro, Lucia Magnani, ha ricordato come sia un elemento di favore l’integrazione fra pubblico e privato in Romagna, in particolare con l’Ausl della Romagna. Alessia Valducci della Valpharma, azienda che opera nel campo farmaceutico, ha sottolineato l’importanza del confronto e dell’incontro tra esperienze diverse, mentre Patrizio Neri della Jingold ha messo in evidenza come diversi giovani trovino occupazione da loro perché si trovano a sfidare un colosso mondiale, la Neo Zelanda, nella produzione di kiwi. “Ma allora l’impresa si fa ancora più interessante, visto che noi fatturiamo solo 50 milioni di euro, contro i miliardi della grande nazione asiatica”. Una sfida di settore nella grande sfida che attende tutta l’Italia, con la Romagna in primissima linea.