Dall'Italia
Nuovi vertici per Confindustria Romagna
La lunga traversata nel deserto di Confindustria Romagna è conclusa. L’arrivo alla presidenza del ravennate Roberto Bozzi, eletto oggi all’unanimità dall’assemblea degli industriali, riunita a Castrocaro, suggella in modo definitivo un percorso iniziato diversi anni fa. Confindustria Romagna nacque infatti nell’ottobre 2016 senza la provincia di Forlì-Cesena, unitasi al resto degli industriali solo a gennaio 2020.
Il gran traghettatore della fase transitoria, il presidente uscente Paolo Maggioli, ha sottolineato ai giornalisti come il tutto si sia svolto in estrema armonia. Le tensioni del decennio scorso sono ormai un lontano ricordo: “Si è trattato di un percorso lungo ed elaborato, come prevede lo statuto, ma in grande sintonia. Era previsto che dopo un riminese ci fosse un presidente di Ravenna. Il bilancio economico è in salute e da record. Oggi finisce la fase transitoria e, per la prima volta, una donna entra nel comitato di presidenza”.
Si tratta della vicepresidente Alessia Valducci, che ha ricevuto la delega al credito e allo sviluppo associativo. Gli altri sette vicepresidenti (eletti dal direttivo il mese scorso e confermati dall’assemblea) sono: Pierluigi Alessandri (delega all’internazionalizzazione e all’attrazione di investimenti esteri), Giacomo Fabbri (delega all’organizzazione), Giovanni Giannini (delega al territorio forlivese-cesenate, alla transizione ecologica e all’energia), Luca Meneghin (delega alla sicurezza e all’ambiente), Alessandro Pesaresi (delega al territorio riminese, alla mobilità e alle infrastrutture), Davide Stefanelli (delega alla transizione digitale e all’innovazione), Tomaso Tarozzi (delega al territorio ravennate, alle relazioni industriali e all’education).
Il neopresidente Roberto Bozzi, 54 anni, è consigliere delegato dell’azienda Vulcaflex di Cotignola e da anni ricopre cariche confindustriali: “Finalmente la Romagna sta diventando una realtà unica – ha esordito incontrando la stampa – dal Piano strategico di area vasta Romagna Next, per intercettare i fondi del Pnrr, al tavolo delle associazioni per dialogare a livello romagnolo. Con Confindustria Romagna fummo i primi a partire e vado fiero di questo percorso. Rimane comunque un problema: la Camera di Commercio. Non possiamo avere una Camera della Romagna che rappresenta solo due territori provinciali, bisognerà lavorare affinché questa rappresenti tutti i territori romagnoli”.
Analizzando la situazione economica, Bozzi ha giudicato positivamente l’azione del Governo a sostegno dell’economia: “In Romagna il Pil è in crescita e si prevede che resti tale anche nel 2022. Ma serviranno numeri importanti per ripagare il debito pubblico che il Governo sta facendo. Al momento la ripresa è rapida, a V e non a U, e questo ha comportato un aumento repentino del costo delle materie prime. Ma la fiammata dovrebbe rientrare. Confidiamo in un riallineamento dei prezzi nel 2022, che farà respirare un po’ le imprese”.
Sul fronte delle infrastrutture, per Bozzi la priorità assoluta è ferroviaria: “Serve una vera alta velocità per la Romagna. Accanto a questa indico la E45-E55, un’opera essenziale per la mobilità dei prossimi anni. Nel riminese bisogna invece intervenire sulla Marecchiese, strada che non viene toccata da troppi anni”.
Il neopresidente ha valutato positivamente l’avvio dei lavori al porto di Ravenna, per accogliere le grandi navi, e l’iter per arrivare a un collegamento veloce tra Forlì e Cesena. Essenziale anche organizzare il territorio affinché non manchino mai servizi basilari come l’acqua: “Servono nuovi invasi da affiancare alla diga di Ridracoli”.
Un grande tema negli anni a venire sarà la transizione ecologica e digitale: “In Romagna su questo versante facciamo le cose bene. Penso al grande deposito costiero di Gnl per la decarbonizzazione, realizzato dall’amico Guido Ottolenghi nostro presidente fondatore, fino ai progetti eolici in partenza. La nostra terra potrà diventare la green energy valley d’Italia. Ricordiamo però che il Gas sarà ancora importante nei prossimi 30 anni di lunga transizione. Non si può rinunciare alle estrazioni in Adriatico”.
Dopo aver parlato di turismo, e della necessità di intercettare i fondi del Pnrr per una riqualificazione urbana in grado di attrarre nuovi vacanzieri, l’ultimo pensiero di Bozzi è stato per i giovani: “Le risorse umane: sono il cuore, la vita delle nostre aziende. La formazione deve essere fatta qui in Romagna, dove possiamo contare sulla presenza dei campus universitari e sulla rete dei Tecnopoli, altrimenti se i nostri giovani studiano altrove c’è il rischio che non tornino più indietro”.