Stati generali della natalità: Delogu (conduttrice), “una donna deve combattere per avere figli, essere presente con loro e tenersi il lavoro”

“Penso sia una cosa straordinaria, se qualcuno desidera un figlio, riuscire ad averlo. Ma che sia un impegno e un dovere dare tutto quello che puoi a tuo figlio, con tutte le energie, per permettergli di essere felice. Penso anche che ci sia questa lotta folle che una donna deve portare avanti per fare dei figli, tenersi un lavoro e comunque diventare madre e poi crescere dei bambini in maniera presente”. Lo ha detto, oggi, la conduttrice e scrittrice Andrea Delogu, intervenendo al panel “Narrare”, nella seconda e ultima giornata degli Stati generali della natalità, promossi a Roma dalla Fondazione per la natalità presieduta da Gigi De Palo.

In collegamento con l’Auditorium della Conciliazione anche Giulia Lamarca e Andrea Decarlini: “Quello che mi dicevano spesso era: come fai a viaggiare con una disabilità? Quando poi ho partorito le domande che mi arrivavano erano: come fai a viaggiare con una neonata? Ma se ho imparato a viaggiare con una disabilità, imparerò a viaggiare anche con una neonata. Quindi quello che c’è dietro è solo la voglia di raccontare che sì, si può fare!”. E ancora: “Ci siamo buttati nella genitorialità perché ci siamo sentiti di farlo. Questo non vuol dire farlo in maniera scellerata, ma secondo me non va bene neanche dire – aspetto il momento giusto – perché non c’è. Semplicemente te lo devi sentire”.

“Fare dei figli è una cosa che quando ti scatta è naturale, ma ti deve scattare. Se ti metti a pensare al momento giusto per fare un figlio razionalmente in questo Paese non c’è”, ha commentato Davide Desario, direttore di “Leggo”. Michela Finizio, giornalista de “Il Sole 24 ore”, ha osservato: “Mettere su famiglia è un rischio. Un po’ come mettersi in proprio”. Per Agnese Pini, direttrice de “La Nazione”, “noi mettiamo al mondo figli quando abbiamo fiducia in ciò che verrà”. Massimo Calvi, giornalista di “Avvenire”, ha raccontato: “Quell’atmosfera che ho respirato da piccolo in famiglia ad un certo punto ho avuto il bisogno di replicarla”.