Un Macfrut 2024 da tutto esaurito

La fiera per eccellenza del sistema ortofrutticolo continua a crescere e specializzarsi. L’edizione 2024 di Macfrut è stata presentata questa mattina a Roma nella sede dell’Ice, agenzia per il commercio estero. Si terrà nei padiglioni fieristici di Rimini, dall’8 al 10 maggio, organizzata come di consueto da Cesena fiera.

Tanti i presenti alla conferenza stampa romana, cui si sono aggiunte oltre 400 persone collegate da remoto, per saperne di più su di una fiera che tocca tutta la filiera produttiva (dal seme alla tavola), con tre componenti chiave: affari, conoscenza scientifica, relazioni tra professionisti.

«Macfrut è un evento davvero unico – ha spiegato Renzo Piraccini, presidente di Cesena Fiera – frutto di una ragnatela di relazioni. Non mi dilungherò sui tanti contenuti della fiera, visibili sul sito Macfrut Academy, dove i responsabili scientifici dei vari saloni lo spiegano in tre minuti, ma proprio sull’unicità di questo evento. Il mondo dell’Ortofrutta sta cambiando. Dopo un lungo periodo di difficoltà nella gestione dei surplus produttivi, con la necessità di arrivare al mercato in maniera coordinata e aumentare l’export, oggi il focus è tornato sulla produzione. Una produzione che, in Europa, è in calo per problemi climatici, fitosanitari, costo della manodopera e altro. In un simile scenario, per un’azienda avere il giusto prodotto può fare la differenza. E in questo il Macfrut, fiera di filiera, può aiutare. Non vengono solo i commerciali per vendere a Macfrut vengono tecnici a vedere le novità nel salone del breeding, contattando i diversi detentori delle royalties e informandosi sui prezzi per ettaro».

La crescita di Macfrut, anno dopo anno, pare inarrestabile complice anche lo spostamento dal quartiere fieristico di Cesena a quello di Rimini. Che comincia a essere bello pieno: «Sul fronte degli espositori cresciamo del 22 per cento sullo scorso anno – ha aggiunto Piraccini – tanto è vero che l’inaugurazione sarà fatta in un’area più ristretta, il padiglione Ismea, perché abbiamo venduto tutti gli spazi della hall centrale. Attendiamo 1400 espositori, il 40 per cento dei quali esteri, e 1500 top buyer».

Confermatissime le parti di approfondimento, punto di forza del Macfrut: «Facciamo il contrario delle fiere classiche. Non solo “distraiamo” gli espositori con gli eventi, ma li attiriamo. Chi arriva a Rimini, comunque, sa già quel che troverà: nella piattaforma B2B che mettiamo a disposizione, aperta un mese prima dell’evento, gli espositori si preparano per tempo fissando gli incontri con altri espositori o buyer».

L’attenzione alla convegnistica e agli incontri è un fattore chiave: «Ci rende molto attrattivi verso le medie aziende (fino a 200 ettari) che, oltre a far business, cercano nuove tecnologie e vogliono capire dove sta andando il settore».

Medie aziende sia europee che nei paesi in via di sviluppo: «In special modo africane – nota Piraccini -. Vengono qui per vendere ma poi, spesso, si trovano a comprare tecnologie italiane». I soli espositori africani passano quest’anno da 250 a 400.

Ben otto i saloni tematici. Sei sono confermati: il simposio internazionale (quest’anno dedicato all’uva), l’evento internazionale Biosolutions (prodotti a base organica per sostituire i pesticidi), l’area Plant nursery (vivaistica), Acqua campus (dedicato al mondo idrico e della bonifica), Red planet (pomodoro), Spices & herbs. Le due novità sono “Innovation hub per healthy food” (processi innovativi per prodotti salutari, come i processi ad alta pressione, senza caldo, per mantenere il gusto) e “Agrisolar systems & Technologies (per avvicinare l’agrivoltaico ai coltivatori, in collaborazione con Ieg).

Regione partner di quest’anno sarà la Puglia, mentre dall’estero si guarda alla Penisola arabica: «Avremo 100 buyer dall’area, oltre a 4 grossi spedizionieri di Emirates Sky Cargo. Per le merci i voli aerei costano molto di più dei viaggi in nave ma in questo periodo garantiscono più sicurezza» ha aggiunto Piraccini.

Tanti poi i paesi new entry, come India, Turkmenistan, Libano, Argentina e altri.

Per il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida «Il contrasto agli agrofarmaci è un obiettivo strategico. Ma non si può immaginare di farlo con editti che proibiscono le medicine». Per questo ha sottolineato con piacere come «a Macfrut si propongano tante soluzioni alternative». Apprezzamenti anche sulla scelta di «trattare l’Africa da pari, dando loro la possibilità di accedere a tecnologie e formazione» sulla scia di quanto fatto a suo tempo da Enrico Mattei, fonte di ispirazione per l’azione governativa nell’area.