Priolo a Faenza: il punto sulla sicurezza del Marzeno, i Piani speciali e il Cis

Alzare a 10mila euro il Cis (Contributo di immediato sostegno) dopo la nuova alluvione, realizzazione di una cassa di espansione a Cotignola, avviare il progetto di messa in sicurezza di via Cimatti e di tutto il quartiere Borgo a Faenza. Sono questi alcuni dei temi su cui ha fatto il punto ieri la presidente della Regione, Irene Priolo, dopo il suo sopralluogo sul Marzeno a Faenza assieme al sindaco Massimo Isola. A fare da sfondo a questi interventi, c’è però una data importante che rappresenterebbe una svolta dopo le alluvioni di maggio 2023: quella del 28 ottobre. Dovrebbe essere questo il giorno tanto atteso dell’approvazione dei Piani speciali post-alluvione redatti dalla Struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo. “Il dialogo tra di noi è costante – conferma Priolo – e da quella data sarà possibile avviare tutti i progetti necessari per una strategia di messa in sicurezza sul lungo periodo in Emilia-Romagna. Nel frattempo, stiamo facendo tutto il possibile per portare avanti progetti in massima urgenza”. “I Piani speciali – anticipa Priolo – avranno un capitolo particolare riguardo gli interventi a monte e la gestione forestale, perché è qui che sorgono tanti problemi”.

I temi faentini: il progetto Marzeno e l’argine destro del Senio in via Casale

Osservato speciale, a Faenza, il Marzeno, protagonista nel punto di confluenza col Lamone di tre alluvioni in sedici mesi. L’idea, anticipata da Isola, è quella di una cassa d’espansione e un rilevato che siano in grado di difendere via Cimatti e il quartiere Borgo dalle esondazioni del Marzeno. La Regione questa mattina ha confermato l’appoggio al Comune sul progetto in prossimità dell’ingresso nell’area urbana del torrente che arriva da Modigliana. “Il progetto era stato presentato già a febbraio scorso al generale Figliuolo – ricorda il sindaco Isola – e in seguito finanziato dalla struttura commissariale. In queste ore stiamo trattando con i proprietari dei terreni, almeno tre, che sono convinti ad accettare la nostra proposta d’acquisto. Dalla prossima settimana già potrebbero esserci novità: il nostro obiettivo qui è iniziare i lavori il prima possibile”. Il progetto ha un taglio puramente difensivo, e non preventivo, a possibili nuove esondazioni. “Questi interventi – ricorda Isola – devono comunque essere portati avanti con raziocinio. La messa in sicurezza di un’area della città non deve andare a discapito di un’altra”.

Tra le criticità faentine c’è anche quella dei residenti dell’argine destro del fiume Senio in via Casale, dove gli argini non sono ancora stati ripristinati. “In questo caso – specifica Priolo – la competenza è dei privati, perché quegli argini sono a difesa dei residenti e dei terreni agricoli, e non di centri abitati. Per cui la competenza non è regionale, si deve fare richiesta di fondi per il rispristino alla struttura commissariale”.

“Delocalizzazioni selettive, ma siamo in attesa delle ordinanze prima di avviare qualsiasi progetto”

C’è ottimismo da parte della Regione anche sull’alzare la quota del Cis (contributo di immediato sostegno) da 5mila a 10mila euro. “L’evento di settembre è stato importante, ma non ha portato danni elevati come quelli del maggio ’23. L’area interessata è minore e coinvolge oggi circa 2mila famiglie che hanno subito varie scale d’impatto molto diverse, da Traversara al Borgo”. Allargando lo sguardo su tutta la Romagna, a Traversara l’argine è stato ripristinato.

Per quanto riguarda il fiume Senio, l’obiettivo è realizzare una cassa di espansione a Cotignola, arretrando gli argini a monte di Castel Bolognese. “Si tratta di opere complesse e di medio-lungo periodo sulle quali stiamo ragionando con il Consorzio di Bonifica. Questi progetti dovranno essere presentati dal commissario e presentati nella prossima Finanziaria”.

Sulle delocalizzazioni, si devono attendere le coperture finanziare garantite dalla struttura commissariale (per le alluvioni del ’23) e da parte del futuro commissario per la ricostruzione per quelle di settembre scorso, che riguardano per esempio Traversara (la Priolo è infatti stata nominata finora solo come commissario per l’emergenza, e non per la ricostruzione, che ha il compito di gestire possibili delocalizzazioni). “In ogni caso – suggerisce Priolo – non ci saranno delocalizzazioni massive, ma solo puntuali e selettive”.

“Vanno snellite le procedure da parte della struttura commissariale”

La presidente della Regione difende gli interventi messi in campo finora: “Per quantità di precipitazioni – precisa – l’ultima alluvione di settembre è stata addirittura più cospicua rispetto a quella di maggio ’23. In pochissimo tempo sono caduti oltre 350 mm d’acqua e i danni sono comunque stati minori. Se guardiamo ad altre regioni, bastano 100 mm per creare danni. Qui ora serve velocizzare da parte della struttura commissariale gli interventi per la ricostruzione e sburocratizzare. Noi come Regione fin dal primo giorno stiamo cercando di fare tutto il possibile. Dopo un anno e mezzo i cantieri in-house (Sogesid) dello Stato devono partire”.

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