“Notizie dal mondo”, in piattaforma il grande cinema con Tom Hanks

Raccontare l’America del vecchio West, quella di fine XIX secolo, per saper parlare all’oggi, al Paese a stelle e strisce ma in generale al società tutta. È questa la bella, anzi bellissima, operazione che fa Paul Greengrass con il suo ultimo film “Notizie dal mondo” (“News of the world”), riprendendo il romanzo di Paulette Jiles.

La storia in breve: Texas 1870, è terminata da pochi anni la Guerra civile americana e il capitano Jefferson Kyle Kid (Tom Hanks) gira ormai lungo i desolati territori come oratore pubblico, o meglio lettore di giornali. Va di comunità in comunità per leggere notizie e raccontare storie, di cronaca sì, ma anche avventurose e di riscatto. Lungo il suo peregrinare offre riparo a una bambina di dieci anni, che lui chiama Johanna (Helena Zengel, di una bravura sbalorditiva!), orfana di una famiglia di origine tedesca e poi cresciuta dagli indiani. Johanna si sente sola, spaesata, sulla difensiva. Il capitano Jefferson la prende con sé provando a rintracciare dei possibili familiari, costruendo nel mentre un patto fiduciario con lei, un legame di prossimità e di tenerezza. Inizia così per i due un viaggio nel polveroso West, in un contesto segnato da intolleranza, da una cultura del sospetto e dello scarto.

Quello sguardo poetico-indagatore di Greengrass

Il londinese Paul Greengrass nasce come giornalista e poi nel corso degli anni passa dietro alla macchina da presa occupandosi prevalentemente di storie che uniscono impegno civile e inchiesta. Il suo cinema è lodevole, oltre che dalla cifra ben riconoscibile.Tra i suoi titoli si ricordano le fratture tra Irlanda del Nord e Regno Unito deflagrate nel 1972 in “Bloody Sunday” (2002, Orso d’oro a Berlino), l’attacco dell’11 settembre in “United 93” (2006), la storia vera del coraggioso comandante di una nave mercantile assaltato in mezzo all’Oceano in “Captain Phillips” (2013) e la strage dei giovani a Oslo nel 2011 in “22 July” (2018). Insomma, la cronaca bruciante e dolorosa come linea principale dei suoi racconti, gestiti con grande padronanza e tensione narrativa.

Con “Notizie dal mondo” non si allontana troppo da questo tracciato, perché si serve della cornice storica statunitense, il mondo sottosopra alla fine della Guerra civile, per raccontare un bisogno di ricostruzione e rinnovamento.Greengrass mette a fuco il deragliamento umano prodotto dalla guerra, lo smarrimento di una comunità-Paese bisognosa di ritrovarsi.

Il capitano Jefferson Kyle Kid – interpretato magnificamente da Tom Hanks, che mette in campo una gamma di sfumature ed espressioni davvero coinvolgenti – è il simbolo da un lato di un Paese in ginocchio, ma nel contempo è l’emblema del riscatto. Lui ha perso tutto, casa, moglie, esistenza; non gli rimane che viaggiare di territorio in territorio mettendo in condivisione quello che sa fare: leggere e raccontare storie. Con la sua pila di giornali vaga in maniera solitaria, quasi rassegnato, mettendo la cultura al servizio del prossimo.

In questo errare nostalgico si imbatte in una bambina sola, indifesa, mutilata della sua famiglia ben due volte, quella d’origine e quella indiana di seconda adozione. È una senza terra, una senza radici proprio come Jefferson; è il simbolo di una generazione senza (apparente) futuro. Sulle prime tra i due c’è distanza e diffidenza: il capitano Jefferson ormai ha una sua corazza ben salda, non vuole più affezionarsi o soffrire, forte di un ritrovato equilibrio nel segno della solitudine; la piccola Johanna non è più capace di affezionarsi, perché graffiata nell’animo.

La strada del vecchio West e le non poche insidie, tese soprattutto dalla cattiveria dell’uomo, dal suo imbarbarimento, come pure dalle asprezze di una natura difficile da governare, non fanno altro che avvicinarli, farli sentire prossimi e invitarli a ritrovare quello spirito di solidarietà, quel bisogno di uscire dal sentiero dell’“Io” per riabbracciare con fiducia il “Noi”.

 

L’antidoto per una società a rischio

A ripensarci, a proiezione finita, viene proprio voglia di rivederlo “Notizie dal mondo”. Un film splendido, così lineare e nel contempo stratificato. Anzitutto per i non pochi richiami al grande filone cinematografico del western a stelle e strisce: dal classico “Sentieri selvaggi” (“The Searchers”, 1956) di John Ford alla rilettura anni ’70 con “Soldato blu” (“Soldier Blue, 1970) di Ralph Nelson, non dimenticando di certo “Balla coi lupi” (“Dances with wolves”, 1990) di e con Kevin Costner, fino al più recente sguardo del francese Jacques Audiard con “I fratelli Sisters” (“The Sisters brothers”, 2018).

Il cuore, la bellezza, del film risiedono però principalmente a livello tematico, la gestione del racconto che opera Greengrass. Il film è una dura e dolce metafora sull’oggi, sul bisogno di scommettere maggiormente su un’informazione libera e un sostegno deciso alla diffusione della cultura. Sono il vero ancoraggio nella tempesta, l’aiuto per l’uomo nel custodire la memoria e la Storia nei momenti in cui le ascisse e le ordinate sembrano vacillare.

In più, “Notizie dal mondo” è un film poetico sul valore della famiglia, nello specifico sulla relazione padre-figlia. Non la famiglia che nasce dal sangue, perché l’odio dell’uomo corrotto l’ha recisa, ma quella che rinasce dall’apertura del cuore, dall’accoglienza. Il capitano Jefferson è per Johanna anzitutto un buon samaritano, poi un educatore, infine un genitore. Si fa padre. Una famiglia che nasce lungo il binario della vita, che sa essere accogliente, salda e sì terapeutica, ristoratrice.Una famiglia che diventa simbolo di speranza, per i due protagonisti solitari, come pure per l’immagine di un Paese che sa rialzarsi e ricostituirsi.

Par tali motivi, “Notizie dal mondo” è un titolo da scoprire e utilizzare diffusamente in chiave pastorale, utile per la Giornata mondiale delle comunicazioni come pure per l’anno dedicato alla figura di san Giuseppe (ci torneremo!), raccontando la storia di un padre che sa accogliere.

La commissione nazionale valutazione film Cei ha valutato “Notizie dal mondo” come raccomandabile, problematico e adatto per dibattiti. La visione è indicata per un pubblico adulto e nel caso di adolescenti si consiglia la presenza di genitore-educatore.