Dall'Italia
Lotta alla pandemia, immigrazione, economia, lavoro. La fitta agenda del Governo Draghi
“Il governo va avanti”. È in questa affermazione lapidaria del premier Draghi il messaggio della conferenza-stampa con cui a Palazzo Chigi si è voluto scandire il via alla fase-post estiva dell’attività di governo, presenti i ministri Bianchi, Giovannini, Speranza e Gelmini. Non che ci sia stato il tempo per distrarsi (“non abbiamo passeggiato”, ha detto il presidente del Consiglio), ma adesso i motori dovranno andare a pieno regime. E chi ci sta, ci sta.
Ai giornalisti che lo hanno interpellato sulle ultime polemiche politiche (a cominciare dal voto della Lega in commissione contro il green pass), Draghi ha rammentato la composizione estremamente variegata della maggioranza e come sia “ovviamente auspicabile una convergenza e una stagione di disciplina”. Ma “il chiarimento politico lo fanno le forze politiche”. Il Parlamento sta operando molto proficuamente e l’Esecutivo, dal canto suo, pensa ad andare avanti.
A cominciare dal potenziamento degli strumenti della lotta alla pandemia. Il premier ha comunicato esplicitamente che l’orientamento è quello di estendere l’uso del green pass e così pure di introdurre la terza dose e l’obbligo vaccinale. Si devono discutere e mettere a punto tutti gli aspetti, compresi i tempi, ma la direzione di marcia è segnata. Draghi ha sottolineato compiaciuto come il 70 per cento degli italiani sia già completamente vaccinato (a fine settembre la quota salirà all’80%) e come il “grande entusiasmo” nella risposta dei giovani e l’impegno dei docenti (il 91,5% ha ricevuto almeno una dose) permetta di affrontare “con una certa tranquillità e con minore incertezza” l’apertura delle scuole. Quando alla “odiosa e vigliacca” violenza dei No Vax, il capo del governo ha espresso “solidarietà piena” nei confronti di coloro che ne sono vittime.
Andare avanti vuol dire anche sostenere l’operato del ministro dell’Interno Lamorgese, oggetto di attacchi per la questione degli immigrati. “Secondo me sta lavorando molto bene”, ha detto con nettezza il premier, che poi si è soffermato a lungo sulle iniziative per i profughi afghani, a livello interno e internazionale. “Non è ancora il momento in cui si hanno strategie chiare, non è che ci siano mappe”, ha spiegato Draghi ribadendo di non aver comunque rinunciato all’idea di un G20 speciale, “per questo la cosa più importante che si può fare ora è aiutare e proteggere gli afghani”. Tra l’altro i profughi da Kabul, ma in prospettiva anche tutti gli altri migranti, saranno immediatamente vaccinati al loro arrivo in Italia.
Quanto ai dati sulla ripresa economica superiori alle aspettative, per il premier si tratta di “buone notizie” da salutare con soddisfazione, ma da valutare con realismo. In parte, ha osservato, quello a cui assistiamo è “un grande rimbalzo” dopo un crollo senza precedenti e “la vera sfida sarà riuscire a mantenere il tasso di crescita considerevolmente più elevato di quanto fosse prima della pandemia”: è da questo che si vedrà “la capacità dell’economia italiana di diventare strutturalmente più solida”. Qui l’andare avanti è ritmato dall’esigente cronoprogramma del Pnrr.
“Il governo ha un’agenda molto fitta”, ha ricordato Draghi: concorrenza e fisco, politiche attive del lavoro e ammortizzatori sociali, pensioni e quota 100. Per quanto riguarda il lavoro, in particolare, ci sono stati alcuni casi “riprovevoli” che andranno affrontati puntualmente, ma la situazione al momento è complessivamente buona. Bisogna però attrezzarsi per il futuro perché “è prevedibile che molti settori dovranno ristrutturarsi”.
Il presidente del Consiglio non ha potuto eludere una domanda diretta sulla sua eventuale candidatura per il Quirinale, ma l’ha sostanzialmente rispedita al mittente. “Trovo un po’ offensivo parlare del Quirinale come un’altra possibilità tra tante cose da fare e lo trovo offensivo anche verso il presidente della Repubblica”, ha dichiarato Draghi. Che poi ha aggiunto: “Non vedo nessun disastro all’orizzonte e non mi preoccupo per me stesso di sicuro…”.