Coronvirus. Dentro le piattaforme. Le novità di aprile sul fronte delle serie Tv

Chiamati a restare a casa, è vero. Nulla ci vieta però di “viaggiare” con una buona storia, tra film, serie tv, romanzi o fumetti. Mai come in questo momento di difficoltà le buone storie sono a portata di mano: il mondo delle piattaforme online offre un campionario di titoli vasto, per non dire a perdita d’occhio. Ecco, come di consueto, il punto della Commissione nazionale valutazione film Cei con il Sir sul meglio del mese di aprile. Ce n’è per tutti i gusti!

Disney+, leccornia per piccoli (e non)

La vera novità a cerniera tra marzo e aprile è Disney+, la piattaforma di Casa Topolino rilasciata negli Stati Uniti a fine 2019 e in Italia solo dal 24 marzo. Disney+ dispone di un catalogo da “brividi”, adatto in primis a piccoli, ma anche a giovani, adulti e famiglie.Anzitutto, c’è il meglio dell’animazione, da quella classica, passando all’iniezione di adrenalina in stile Pixar, fino ai recenti live-action:troviamo così i primissimi cartoni con Topolino come “Steamboat Willie” del 1928, le saghe anni ’90-’00 “Toy Story”, “Monsters & Co” oppure “Cars”, e non pochi live-action come il recentissimo “Re leone” (dal 10 aprile) o l’inedito “Lilli e il Vagabondo”, una vera primizia, mai uscito al cinema.

Bottino ricco anche per i film.La Disney, infatti, è proprietaria dell’universo Marvel e di quello “Star Wars”.Sul fronte Marvel, si trovano gran parte dei titoli dedicati ai supereroi fino ad arrivare a “Captain Marvel” (2019) o “Avengers Endgame” (2019); per la saga ideata da George Lucas, si possono vedere gli 8 film dei 9 realizzati (al momento manca “L’ascesa di Skywalker” uscito nei cinema a Natale). Assoluta ghiottoneria di certo è la nuova serie (spin-off) “The Mandalarian” (8 episodi da 30-45 minuti), ideata da Jon Favreau, ambientata temporalmente dopo “Episodio VI. Il ritorno dello Jedi”.

Inoltre, è possibile recuperare tutto il mondo dei film educational targati Disney che hanno regalato sogni, emozioni e risate a intere generazioni.Qualche titolo: “FBI operazione gatto” (1965), “Quattro bassotti per un danese” (1966), “Un maggiolino tutto matto” (1969), “Pomi d’ottone e manici di scopa” (1971), “Una ragazza, un maggiordomo e una lady” (1978), “Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi” (1989), “Sister Act” (1993) o “Mrs. Doubtfire” (1993). Classici senza tempo, che possono riunire sul divano vecchi e nuovi spettatori. Se i sogni son desideri…

“The English Game” e “La casa di carta 4” su Netflix

Cosa si dice in casa Netflix? Partiamo dalla miniserie “The English Game”, 6 puntate da 45-50 minuti, firmata dal premio Oscar Julian Fellowes (già autore di “Gosford Park”, Fellowes è noto per essere il papà della serie inglese più amata degli anni Duemila “Downton Abbey”).“The English Game”, una storia vera, racconta le origini del calcio nel Regno Unito sul finire del XIX,stagione in cui è passato da sport esclusivo per nobili rampolli (gli Old Etonians) a evento per tutti, anche per le classi operaie. Il copione vira così dal campo di calcio alle periferie povere e alle fabbriche dai turni usuranti; un racconto vibrante che unisce agonismo e voglia di riscatto sociale. Al di là di qualche sbavatura, nell’insieme “The English Game” è un buon prodotto, con una linea di racconto valida e segnata da passaggi edificanti.

Piatto succulento o minestra riscaldata? È questo il dilemma davanti alla serie “La casa di carta 4”, disponibile da inizio aprile. Zero spoiler ovviamente, ma doversi nodi verranno sciolti in questa stagione.Le peripezie del gruppo di rapinatori spagnoli sono senza dubbio accattivanti(non ci si stacca dallo schermo!), anche se a volte il tutto sbanda nel paradossale, facendo storcere il naso per dialoghi o soluzioni poco credibili. “La casa di carta” è comunque una serie fuori dal coro, lontana dal tipico bacino produttivo anglo-americano, che in Italia ha trovato grande fortuna, al punto da essere sul podio dei titoli più visti su Netflix. Provare per credere.

 NowTv tra la mala finanza con “Diavoli” e maratone cult

La piattaforma di Sky, NowTv, gioca le sue carte tra accattivanti novità e imperdibili maratone. Partiamo dalla nuova serie “Diavoli” (da metà aprile) su mondo della finanza e scandali sulla scia dalla crisi del 2008. Il racconto si muove sul binario dell’omonimo romanzo di Guido Maria Brera e vede in campo Patrick Dempsey, Alessandro Borghi e Kasia Smutniak. Una coproduzione europea di cui sono capofila Lux Vide e Sky Italia; tra i registi c’è Jan Michelini, che si è fatto notare per l’ottimo lavoro di “Medici” e “Doc. Nelle tue mani”. Sarà la risposta europea allo statunitense “Billions” di Showtime? Sono entrambe serie nella library NowTv, al via dunque a sguardi incrociati.

Colpo di genio di NowTv è poi il ciclo di maratone cult: riproporre grandi saghe che hanno appassionato gli utentie fatto la fortuna del gruppo, in termini di abbonamenti. In testa c’è “Game of Thrones”, con le sue 8 stagioni dal 2011 al 2019. Uscita dalla penna dello scrittore George R.R. Martin, i 73 episodi della serie hanno incollato allo schermo in modalità binge-watching spettatori in oltre 170 Paesi. “Game of Thrones” non è semplicemente una serie fantasy, dai richiami medievali, bensì è un appassionante, crudo, a tratti terrificante, racconto di un’umanità schiacciata dalla lotta per il potere, nell’eterno dissidio bene-male. Un’allegoria della vita, con i suoi smarrimenti ed eccessi; una suggestione problematica dove emerge, seppur timidamente, anche un apparato valoriale e una luce di speranza (occhi puntati su Casa Stark). Certo, è una serie da consigliare solo a un pubblico adulto e per stomaci forti, dato l’uso di immagini violente ed esplicite, disturbanti. “Winter is Coming, Winter is Here…”.

 Su RaiPlay “Doc”, “Maltese” e “Bella da morire”

Anche RaiPlay ha un catalogo molto appetibile tra film e serie tv/fiction, considerando inoltre che è totalmente gratuita.Tra le serie disponibili on demand (a chi fosse sfuggita sulla tv lineare) c’è il crime “Bella da morire” (8 episodi) di Andrea Molaioli. Un giallo d’autore che richiama atmosfere inglesi (avranno preso spunto da “Broadchurch”?) e che mette a tema la violenza sulle donne. Una bella sorpresa, con taglio di denuncia e impegno civile, con una Cristiana Capotondi incisiva e convincente.

Ancora, la Rai rimette in pista (e finalmente!) “Maltese. Il romanzo del commissario” con Kim Rossi Stuart nei panni di un poliziotto di frontiera nella Sicilia anni ’70. Lotta serrata alla mafia, con risvolti tra pubblico e privato. Ottima la regia di Gianluca Maria Tavarelli, come pure le musiche di Ralf Hildenbeutel (da recuperare).

Infine, è il successo del momento, parliamo di “Doc. Nelle tue mani” con Luca Argentero, un medical drama po’ “The Good Doctor” e “Dr. House”, anche se la storia prende le mosse da una vicenda vera, quella dell’ex primario di Pronto soccorso di Codogno Pierdante Piccioni, che a causa di un incidente ha perso 12 anni di ricordi. Un bel racconto di caduta e riscatto, adatto a giorni di resilienza come quelli che viviamo. Tempo di speranza.