Banco Farmaceutico: “quest’anno 434mila persone non hanno potuto acquistare i medicinali di cui avevano bisogno”

Nel 2020 434mila persone povere non hanno potuto acquistare i medicinali di cui avevano bisogno per ragioni economiche. La richiesta di medicinali da parte degli enti assistenziali che si prendono cura di loro riguarda soprattutto farmaci per il tratto alimentare, per il sistema nervoso, per le malattie metaboliche, per il sistema muscolo-scheletrico e per l’apparato respiratorio. Servono, inoltre, presidi medici e integratori alimentari”.

È quanto emerge dai dati contenuti nell’VIII Rapporto “Donare per curare – Povertà sanitaria e donazione farmaci”, edito da Opsan-Osservatorio sulla Povertà Sanitaria (organo di ricerca di Banco Farmaceutico). Tali dati, rilevati attraverso la rete dei 1.859 enti assistenziali convenzionati con il Banco ed elaborati da Opsan, sono stati resi noti oggi in un convegno in diretta streaming promosso da Banco Farmaceutico e Aifa.

Mentre le persone non povere hanno una capacità di spesa pro-capite mensile per le cure mediche di 65 euro, le persone povere possono spendere solo 10,15 euro, meno di 1/5 dei non poveri. Le persone non povere, inoltre, possono spendere, in medicinali, 28,18 euro, contro soli 6,38 euro mensili di chi versa in stato di indigenza”, spiega il Rapporto.

Ma le difficoltà non riguardano solo gli indigenti: “7 milioni e 867mila persone non povere (3 milioni e 564mila famiglie) nel corso del 2019 hanno dovuto sospendere o limitare almeno una volta la spesa necessaria per visite mediche e accertamenti periodici”. Tale situazione è aggravata dal fatto che “le persone povere spendono il 63% del loro budget sanitario mensile per acquistare farmaci da banco e destinano solo 3,77 euro alle altre cure necessarie, di cui fanno parte anche quelle a scopo preventivo. Per questo tipo di spese le persone non povere destinano 36,82 euro, cioè 10 volte di più”.