Carabiniere ucciso a Roma: monsignor Marcianò (ordinario militare), “venga fatta giustizia” ed “eventi come questo non accadano più”

“Quanto è accaduto è ingiusto! E l’essere qui, professare la nostra fede in Cristo Risorto, non ci esime, anzi ci obbliga, alla denuncia di ciò che è ingiusto. Ci spinge, oggi, a levare un grido che si unisce alla tante e diverse voci che in questi giorni hanno formato un unico coro, testimoniando la straordinarietà dell’uomo e del carabiniere Mario, ma anche chiedendo che venga fatta giustizia e che eventi come questo non accadano più”. Lo ha detto monsignor Santo Marcianò, l’ordinario militare per l’Italia, nell’omelia della celebrazione, a Somma Vesuviana, delle esequie del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso a Roma nella notte del 26 luglio mentre, con un collega, era impegnato in una operazione in borghese.

L’ordinario ha celebrato le esequie del vicebrigadiere nella chiesa di Santa Croce, in Santa Maria del Pozzo, dove poco più di un mese fa si era sposato con Maria Rosaria. “Era la festa di sant’Antonio e Mario – sappiamo – aveva scelto quella data per sentire ancora più vicino suo padre Antonio dal Cielo – ha aggiunto l’arcivescovo -. Oggi Mario ci chiama nuovamente, questa volta lui dal Cielo, e noi, che ancora facciamo fatica a crederci, siamo riuniti da un dolore improvviso, straziante, che sentiamo ingiusto”. Ancora un’esclamazione nelle parole dell’ordinario: “Basta! Basta piangere servitori dello Stato, giovani figli di una Nazione che sembra aver smarrito quei valori per i quali essi arrivano a immolare la vita”. “La morte di Mario risveglia in noi, in qualche modo, la nostalgia del sapore buono di valori come la legalità, la solidarietà, il coraggio, la pace…, troppo spesso sostituito dai sapori estremi del benessere, della violenza, delle dipendenze, che alterano il gusto della vita e non rendono capaci di custodirla”. “Mario ha creduto che non c’è giustizia senza rispetto della vita; ha saputo gustare la sua vita con pienezza e gioia, vivere e morire per custodire la vita altrui”.