I cattolici e il voto

Caro direttore,ho letto che grande interesse i tuoi ultimi interventi sul rapporto tra cattolici e politica e mi hanno provocato ad intervenire a riguardo, segnalando alcuni punti spero utili alla riflessione.

Recentemente diversi giornalisti e studiosi hanno mostrato come le principali elezioni internazionali siano state influenzate (personalmente non intendo questo come elemento negativo ma innanzitutto come dato di fatto) dai social.

La politica di fatto è passata dal dibattito pubblico fatto da comizi, giornali e manifesti ai social. Sarebbe lungo discutere se questo sia un elemento positivo o negativo ma penso sia necessario porsi almeno questa domanda “in un’epoca di fake news che influenzano la vita di tutti, come riuscire a fare politica dal basso?”.

Penso che a questa domanda aiuti l’esortazione fatta dal Papa a Cesena sul non “balconare” davanti alla politica e alla realtà, l’invito cioè a metterci la faccia, a rischiare. Personalmente ho molta stima di chi ha deciso di fare una scelta e candidarsi nei vari schieramenti, ma il non “balconare” riguarda tutti, è un invito che richiama tutti a fare, segnalare, raccontare la vita e la politica “dal basso” anche attraverso i social.

Il non “balconare”, metterci la faccia con la propria esperienza, con il proprio pensiero ed il proprio essere cristiano nella vita quotidiana credo sia il primo contrasto alle fake news, alle ideologie subdole nascoste in tanti post e agli inutili selfie narcisistici che non dicono quasi nulla al mondo se non un’insicurezza ed un vuoto.

In sintesi vuol dire essere testimoni credibili che aiutano una riflessione sulla politica e sulla vita anche sui social.

L’altro punto, a mio parere, importante sulle elezioni riguarda i contenuti delle proposte elettorali. Come tu hai giustamente ricordato non esiste più uno schieramento che unisce i cattolici, per questo credo sia importante per un cattolico andare a fondo su quelle che sono le proposte dei partiti e dei candidati, anche cercando chi si avvicina maggiormente all’esperienza cristiana. Personalmente su questo ho trovato grande confusione nelle proposte di tanti candidati ma ancora più preoccupante grande astrattezza.

Potremmo mettere tutti i candidati in fila e chiedere quanti sono a favore di natalità, integrazione, persona, famiglia, educazione, ecc….

Tutti i candidati molto probabilmente alzerebbero la mano pronti a dichiararsi paladini di alcuni importanti valori condivisi soprattutto dai cristiani.

Qualcuno ad esempio parla di famigliA e qualcun altro parla di famigliE, essere chiari su questo non è un optional, ma è necessario.

Il problema appunto sono le sfumature non chiare e più o meno volutamente taciute per accaparrarsi maggiori voti.

Cosa vuol dire concretamente essere a favore della natalità? Qualcuno, ad esempio, vuole aiutare quelle donne che ogni anno decidono di abortire per motivi economici magari sostenendo il centro di aiuto alla vita che già da anni opera sul territorio? Oppure si intendono semplici finanziamenti ai nuovi nati?

Nel primo caso, io credo, si aiuterebbe concretamente ad un incremento di natalità nel secondo si sosterebbe semplicemente il reddito delle famiglie (cosa pur sempre buona).Nel primo caso si parlerebbe di sussidiarietà e aiuto alla vita in modo concreto e non di natalità in modo astratto e ideologico.

Un cristiano dovrebbe guardare i programmi e i candidati con questi occhi anche domandando e sollecitando una maggiore chiarezza di chi aspira a governarci e si vuole mettere al servizio di tutti.

Vorrei aggiungere che segnalare ed evidenziare incongruenze, errori e problemi nei programmi e nelle idee politiche non è dividere ma penso sia da ritenere carità cristiana utile a fare chiarezza.

Sono certo che questi argomenti saranno oggetto di tante discussioni tra noi cattolici in futuro, ma il punto di svolta sarà sempre capire se chi non vuole balconare parte da un’esperienza viva nella propria carne di Chiesa che viene raccontata e proposta anche in politica o invece se si applica uno schema, anche buono che già in partenza dovrà essere mediato con le altre parti e poi lentamente condannato a scomparire perchè assorbito in ideologie sempre più di moda e schiaccianti.

Da cristiano penso sia meglio essere chiari, netti, rischiando di sbagliare per riprendersi fraternamente che tiepidi e con tanti selfie che mostrano un’esteriorità pur bella ma con un vuoto dentro che sarà colmato da altri e non da Cristo.

A presto.