Lettere
Green pass e vaccini, per il bene di tutti
Pubblico la lettera riquadrata che si trova sull’edizione cartacea in edicola da ieri mattina. Per una evidente svista, nella risposta a Simone Ortolani di Ravenna ho invertito un ‘non’ cambiando il senso di ciò che volevo dire. Il contenuto, in ogni caso, appariva già assai evidente come appare evidente l’errore nel battere il testo rispetto al concetto che volevo esprimere.
A scanso di ogni equivoco, e prima di poter aggiustare il tiro con la prossima edizione cartacea di giovedì 3 febbraio, di seguito i lettori possono trovare il testo corretto.
F.Z.
Caro direttore, sono stati affissi oggi (venerdì 21 gennaio) a Ravenna e Rimini manifesti per chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio Mario Draghi, del ministro della Salute Roberto Speranza e del Comitato tecnico scientifico (Cts), in solidarietà ai lavoratori sospesi a causa della loro obiezione alla vaccinazione obbligatoria.
Questi lavoratori, infatti, possono a nostro avviso legittimamente nutrire perplessità, a fronte delle informazioni che nel corso della pandemia sono state fornite anche dalle istituzioni oltreché dai virologi: informazioni troppo spesso semplicemente contraddittorie, incoerenti e parziali. In primo luogo la promessa di garantire l’immunità dal Covid per chi si fosse inoculato il vaccino si è rivelata oggettivamente una falsa promessa, basata su considerazione probabilmente superficiali.
Siamo contrari al cosiddetto Green pass inoltre per queste ragioni: introduce una discriminazione fra i cittadini che non può essere in nessun modo tollerata. Ci sono iniziative che uno Stato democratico non può intraprendere in alcun caso, questa è una di quelle cose. Chi volge lo sguardo altrove deve sapere che, se questo principio passa, domani può toccare a chiunque dover esibire un lasciapassare decretato in base a sue condizioni personali, di salute, economiche, sociali, sessuali, razziali, religiose.
La Costituzione italiana è chiara nel vietare, a qualunque titolo, ogni discriminazione; i governanti che dovessero continuare su questa strada ci portano verso la rottura del patto sociale, una rottura dalla quale è molto difficile tornare indietro. Chi governa la Nazione ha il dovere di cercare sempre la composizione fra gli interessi dei cittadini, tutti, e deve evitare di seminare zizzania, eccitando le persone le une contro le altre. Oggi, ripetiamo, tocca agli italiani sprovvisti della tessera verde, domani può toccare a chiunque.
Quando chi governa ignora e calpesta questa verità dimostra che non deve occuparsi del bene comune, che non ne è all’altezza. L’Italia ha sempre vissuto in modo aperto al mondo e agli altri popoli; non si può ignorare che il lasciapassare verde viene imposto in pochissimi Stati, e con modalità in ogni caso meno esasperate che da noi. Viviamo anche di turismo: quasi tutti gli abitanti del mondo che ne abbiano la possibilità, desiderano visitare, anche più volte, l’Italia; se questa imposizione non sarà rimossa quanti milioni di persone non verranno in Italia? Di colpo ci chiudiamo al mondo? Siamo sicuri di volere questo? Molte volte i governanti ci hanno detto che questa emergenza sarebbe stata superata appena avessimo raggiunto una percentuale elevata di vaccinati. L’abbiamo raggiunta! Non c’è più tempo: se il Governo, non eletto dal popolo, è animato da oneste intenzioni, deve togliere di mezzo subito il lasciapassare verde. Faremo finta che sia stata una manovra sbagliata, dettata dall’ansia del momento, e riprenderemo insieme il nostro cammino, in concordia con gli altri popoli. Diversamente, prenderemo atto che in Italia la Costituzione è stata abolita con un trucco.
All’iniziativa, coordinata da un comitato spontaneo di cittadini, hanno aderito il “No Paura Day” e l’Associazione Identità Europea, la cui presidenza afferma: «L’Associazione Culturale Identità Europea, preso atto che il governo italiano è l’unico in tutt’Europa a insistere colpevolmente sulla strada di un autoritarismo crescente che nulla ha più a che fare con la prevenzione sanitaria, aderisce convintamente alla campagna nazionale che chiede le immediate dimissioni del governo e un pronto ritorno alle urne, restituendo ai cittadini il diritto di nominare il proprio governo».
Per il Comitato, Simone Ortolani – Ravenna
Caro Simone, ormai non ho più voce e non ho più penna per parlare ancora di questi argomenti. Non so più come esprimermi, avendone qui parlato non so più in quante altre occasioni. Non siamo ancora fuori dalla pandemia. I numeri ce lo confermano con chiarezza. La variante Omicron è di certo meno aggressiva, ma molto più facile da trasmettere. I non vaccinati subiscono molti più contraccolpi rispetto a chi si è sottoposto alla vaccinazione e in particolare con la terza dose. Bastano alcune cifre di sabato scorso, dal sito www.ansa.it: la mortalità è 33 volte superiore per i non vaccinati rispetto ai vaccinati e il ricovero in terapia intensiva è 31,8 rispetto allo 0,8. Non sappiamo ormai più come scriverlo. Queste cifre parlano chiaro. Fa piacere vaccinarsi? Certo che no, ma ne vale di sicuro la pena, per se stessi e per gli altri. Allora, vacciniamoci.
Francesco Zanottizanotti@corrierecesenate.it