Banca del latte, i vantaggi dell’innovativa alimentazione dei piccoli prematuri nella Neonatologia di Cesena

Riceviamo un contributo del dottor Augusto Biasini, ex primario, oggi membro della Direzione nazionale banche dati del latte donato. Il dottore segnala che la letteratura medico scientifica internazionale conferma la sicurezza e i vantaggi dell’innovativa alimentazione dei piccoli prematuri nella neonatologia di Cesena.

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Caro direttore,

è di questi giorni la pubblicazione sulla prestigiosa rivista internazionale “Frontiers in Pediatrics” (in modalità open access è consultabile da tutti), un articolo che conferma i benefici clinici derivanti dall’alimentare i neonati pretermine di peso molto basso (Vlbw, Very low birth weight) con latte materno o umano di banca, arricchito con una quantità elevata di proteine.

È ben noto che la crescita del feto è molto rapida nel terzo trimestre di gravidanza e fra i nutrienti che attraversano la placenta, le proteine ne sono la parte principale.

I piccoli che nascono a 5-6 mesi di gestazione vengono privati di questa nutrizione placentare e fuori dall’utero, faticano a crescere alla velocità del feto e sono quindi particolarmente esposti alla malnutrizione che è alla base di molte altre gravi complicazioni.

L’osservazione in natura dei marsupiali è illuminante: i piccoli canguri che nascono sempre prematuri, completano la loro crescita gestazionale nel marsupio, succhiando un latte con una concentrazione di proteine molto alta.

Questo modo di nutrire i piccolissimi neonati iniziato a Cesena nel 2006, venne progressivamente perfezionato e divenne per noi abituale.

Avendo poi notato che, in questo modo, i vantaggi maggiori della crescita globale erano a carico del cervello, fra noi l’avevamo scherzosamente chiamata “brain building nutrition”. In seguito pubblicammo articoli che dimostravano vantaggi dei piccoli assistiti nella Terapia intensiva neonatale dell’ospedale “Bufalini” di Cesena, quali una crescita più rapida di tutta la massa magra (cervello, organi, midollo osseo ecc…), meno giorni di degenza ospedaliera e, a due anni, performance neuroevolutive migliori, quando confrontati con un analogo gruppo di neonati pretermine assistiti altrove. Il segreto? semplicemente nutrirli con latte della propria madre se possibile o latte umano donato, arricchito con fortificanti e proteine adeguate e tanta osservazione clinica. Tutto qui.

Questa raffinata preparazione del latte per ogni neonato è sempre stata possibile per la presenza a Cesena della Banca del latte umano donato, la prima a comparire in Italia nel 1965 che, puntualmente aggiornata e perfezionata nei percorsi di qualità Haccp e Iso 9000, diventò una vera e propria piccola azienda alimentare che dal 2002 raccoglie latte materno da tutto il territorio dell’Ausl Romagna e serve le due Neonatologie di Cesena e Rimini. Tutto ciò ha trasmesso ai medici e infermieri del team una particolare sensibilità e desiderio verso la ricerca scientifica nell’alimentazione dei neonati pretermine e sulla sua attuabilità. Sono cambiati i direttori, medici e infermieri, ma la scuola è rimasta sempre la stessa, affascinante e gratificante per i più. In questa lunga storia diversi sono stati i soggetti a collaborare: l’Istituto universitario di tecnologia alimentare (più di 20 anni fa, con il quale iniziammo le prime sperimentazioni sul latte umano), l’Unità operativa di igiene e alimenti del dipartimento di salute pubblica dell’Ausl, il Dipartimento di psicologia dell’università di Bologna con le professoresse Erica Neri e Francesca Agostini che esaminano i piccoli durante lo sviluppo neuroevolutivo con le scale di Griffin, e il team attuale di medici e infermieri diretti dal dottor Marcello Stella.

L’associazione “Crescere a piccoli passi” ha sempre supportato il reparto con iniziative benefiche e borse di studio sostenendo, quando necessario, le spese di editoria delle ricerche.

Qualche anno fa ci fu richiesto di partecipare a una grande metanalisi internazionale (solo altri due centri italiani ammessi oltre al nostro) che esplorava nel lungo periodo della fanciullezza e adolescenza la possibile persistenza dei vantaggi dimostrati nei primi anni di vita.

Il saggio scientifico oggi pubblicato racconta le condizioni cliniche dei piccoli prematuri che oggi hanno 12 anni: fondamentale è stata la collaborazione delle famiglie da sempre grate al reparto. Senza entrare in dettagli, sono bambini sani che hanno sfruttato adeguatamente ciò che è stato fatto loro in ospedale nelle prime settimane di vita. L’alta qualità scientifica e la lungimiranza della Scuola neonatologica cesenate vengono confermate ancora una volta.

Augusto Biasini “Direzione Nazionale Banche del Latte Donato”

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