Sul “Filo” del fuorigioco: Cesena-Savignanese

E alla fine sono arrivati i tre punti, ma la festa è stata sugli spalti. Si potrebbe sintetizzare così la partita di ieri sera che ha visto il Cesena imporsi sulla Savignanese per una rete a zero.

Addirittura in una delle partite più sporche mai avute, in cui se il gol l’avessero segnato i gialloblù non sarebbe stato un crimine. Addirittura in una serata fredda e umida come poche, in cui l’unica cosa calda erano il cuore dei tifosi ed il caffè dell’intervallo. Addirittura con il peso del Matelica sopra, che continua a vincere e tocca al Cesena rimanere in scia senza perdere punti.

Eppure per tante volte, dalla postazione laterale della tribuna stampa, mi sono sorpreso a fissare la curva opposta alla ‘Mare’ bianconera. La vecchia curva ‘Ferrovia’ era occupata dagli ospiti, e su 300 presenze ben 250 circa erano giovani calciatori delle giovanili della Savignanese, entrati con biglietti donati dalla loro società. Per tutto il tempo hanno sostenuto i loro beniamini, anche dopo il gol, anche a partita ormai conclusa.

Per qualche minuto ho valutato l’impatto che devono aver avuto i 10mila bianconeri negli occhi di quei ragazzi, vestiti con la tuta societaria e abituati a cori ben meno rumorosi. Cosa avranno raccontato, appena tornati a casa, ai loro genitori davanti alla tazza del latte prima di andare a letto. Con quali parole, con quali sogni oggi a scuola immagineranno nel tema il desiderio di diventare calciatori e poter avere alle spalle una curva così.

Scalda il cuore ponderare come il calcio sia anche (soprattutto) questo. E che per una sera, nonostante il risultato, e banalmente, abbia vinto il Cesena di fronte a una serata vittoriosa per tutti. Come direbbero i francesi: chapeau.