La nuova impresa di Andrea Pelo Di Giorgio

C’è un’impresa in cantiere, si chiama “Run for Rinho”, la meta è la Namibia e l’obiettivo la salvezza dei rinoceronti. Protagonista Andrea Pelo Di Giorgio, runner e ultratleta 51enne di Cervia, cesenate d’adozione, che ha messo in agenda un nuovo viaggio a sfondo solidale. Partenza stimata per il 28 gennaio 2020, otto giorni di movimento per percorrere 400 km, media giornaliera tra i 50 e i 60, ad una temperatura media di 50 gradi. Il percorso si snoderà intorno alla riserva naturale nel parco delle Etosha dove Di Giorgio, accompagnato da uno staff di cui faranno parte tra gli altri un medico e la fotografa Gea Aricò, Guida naturalistica certificata per l’East Africa, disegnerà un’immaginaria linea gialla, una sorta di recinto virtuale dentro il quale impedire qualsiasi violenza verso la natura. Un gesto simbolico per dire no al bracconaggio “ma i dettagli dell’itinerario – spiega lo sportivo – resteranno segreti per ragioni di sicurezza”.

L’evento prevede otto tappe, che Di Giorgio percorrerà in solitaria con la guida locale Davide Bomben, ranger della Ppa, Poaching prevention academy, di cui Bomben è presidente e che si occupa di formare le unità antibracconaggio attive in Zambia, Namibia, Malawi, Sudafrica, Botsawa e Kenya. Si deve al lavoro incessante dei ranger locali la crescita della popolazione di rinoceronti neri in Namibia. Solo nell’ultimo anno in Africa sono stati abbattuti oltre 1000 esemplari di rinoceronte, ma anche elefanti e ippopotami sono oggetto di continue persecuzioni. La ragione è che l’avorio, di cui è fatto per esempio il corno del rinoceronte, sul mercato nero vale più dell’oro e del platino (secondo fonti Wwf il costo di un grammo di avorio supera quello della cocaina).

 Non è alla sua prima impresa, perché questa volta la scelta di combattere il bracconaggio?

“La causa in sé nasce dall’incontro con Davide Bomben, che ha dedicato gran parte della sua vita all’Africa. Sensibilizzare l’opinione pubblica sulla lotta al bracconaggio e sul rispetto dell’ambiente significa anche portare avanti un discorso di cambiamento. L’Africa potrebbe sfruttare il tesoro naturalistico che ha sotto i piedi, dal punto di vista turistico. Questo offrirebbe un guadagno notevole senza dover ammazzare gli animali. Un miglioramento dell’economia e dell’occupazione che non richiede per forza danni e crudeltà. Dobbiamo arrivarci, siamo ad un punto di non ritorno”.

 In genere le iniziative che la vedono protagonista sono estreme. Perché?

“Alla radice c’è la fortissima attrazione per le emozioni e le sensazioni nuove. Amo la libertà assoluta e senza confini e mi piace sfidare me stesso, abbinando la fatica che trasformo in raggiungimento di un traguardo, a fini solidali. Sempre più la mia esigenza è di avvicinarmi alla natura, a fondermi con essa. Stiamo andiamo contro la natura, che è casa nostra, e le conseguenze poi si riversano su di noi”.

Gli aggiornamenti sull’impresa in corso di definizione saranno disponibili sui canali social dello sportivo, ma anche tramite radio e stampa. Stay tuned.