In ricordo di Sinisa Mihajlovic, a un anno dalla morte

“… Ed affronterò la vita a muso duro. Un guerriero… senza spada, con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro…”. Questi versi della bellissima canzone di Pierangelo Bertoli intitolata “A muso duro”, servono a spiegare bene il carattere e la personalità di un grandissimo uomo di calcio che ci ha lasciato esattamente un anno fa, il 16 dicembre 2022, a Roma e all’età di 53 anni il suo nome era Sinisa Mihajlovic.

Proprio come il protagonista della canzone di Bertoli e come Bertoli stesso, anche Mihajlovic è stato un “guerriero”, perché ha dovuto lottare contro una terribile malattia, la leucemia. Nonostante quest’ultima, ha continuato a dedicarsi alla sua famiglia e alla sua grande passione, il calcio. L’immagine di Mihajlovic che, da allenatore del Bologna, incitava dal letto di ospedale i suoi calciatori durante una partita di campionato è emblema della forza e della passione di questo eroe della vita.

Sinisa Mihajlovic nacque a Vukovar, una cittadina prima della Iugoslavia e poi della Serbia, il 20 febbraio 1969 e iniziò a giocare a calcio nel 1986 con il Borovo, per poi passare nel 1988 al Vojvodina, dove rimase fino al 1990, vincendo il campionato iugoslavo nel 1989. Dal 1990 al 1992 militò nella Stella Rossa, dove vinse due campionati iugoslavi nel 1991 e nel 1992, una Coppa dei Campioni nel 1991 e una Coppa Intercontinentale sempre nel 1991. Nel 1992 approdò in serie A tra le fila della Roma e la sua prima partita nel nostro campionato fu  Roma-Pescara 0-1 del 6 settembre 1992, dove partì titolare. Nel 1994 si trasferì alla Sampdoria, per poi approdare alla Lazio nel 1998, dove arricchì la sua bacheca con uno scudetto nel 2000, due Coppe Italia nel biennio 2000-2004, due Supercoppe italiane in quello 1998-2000, una Coppa delle Coppe nel 1999 e una Supercoppa europea nel 1999.

Nel 2004 andò all’Inter allenata dall’amico Roberto Mancini, dove disputò le ultime due stagioni della sua carriera vincendo uno scudetto nel 2006, due Coppe Italia nel 2005 e 2006 e infine una Supercoppa italiana nel 2005. Giocò anche con le nazionali della Iugoslavia e della Serbia e Montenegro, dove realizzò 10 reti in 63 partite. Appesi gli scarpini al chiodo nel 2006, iniziò la carriera da allenatore come vice di Mancini all’Inter, dove vinse altri due scudetti nel 2007 e nel 2008 e un’altra Supercoppa italiana nel 2006.

Diventato allenatore vero e proprio, allenò sette squadre: il Bologna dal 2008 al 2009 e dal 2019 al 2022, il Catania dal 2009 al 2010, la Fiorentina dal 2010 al 2011, la Serbia dal 2012 al 2013, la Sampdoria dal 2013 al 2015, il Milan dal 2015 al 2016 e il Torino dal 2016 al 2018.

Mihajlovic sarà sempre ricordato, oltre alla sua umanità e alla sua bravura professionale a tutto campo, per un gesto tecnico con il quale ha deliziato le platee calcistiche: il gol su calcio di punizione. Le traiettorie che prendevano le sue punizioni erano talmente perfette e imprevedibili che alcuni ricercatori del dipartimento di fisica dell’università di Belgrado calcolarono che viaggiassero alla velocità di 160 km/h. A questo punto è ovvio che Mihajlovic detenga due record della serie A legati proprio alle punizioni.

Il serbo è il calciatore ad aver realizzato il maggior numero di gol su calcio piazzato in campionato, 28una tripletta su punizione, con la maglia della Lazio al portiere Fabrizio Ferron in Lazio-Sampdoria 5-2 del 13 dicembre 1998. Il primo a compiere una simile impresa fu l’allora laziale Giuseppe Signori in Lazio-Atalanta 3-1 del 10 aprile 1994.

Grazie al serbo esordirono nel nostro campionato due ragazzi destinati a scrivere la storia del calcio nostrano: Francesco Totti e Gianluigi Donnarumma. Il “Pupone di Porta Metronia” esordì in serie A con la Roma in Brescia-Roma 0-2 del 28 marzo 1993 grazie al serbo suo compagno di squadra, che suggerì al mister capitolino Vujadin Boskov di gettarlo nella mischia. Mihajlovic fece esordire l’attuale portiere del Paris Saint-Germain da allenatore del Milan, in Milan-Sassuolo 2-1 del 25 ottobre 2015. 

Cito in conclusione una frase di Marcel Proust, che recita: “Il mondo non è stato creato una volta, ma tutte le volte che è sopravvenuto un artista originale”. Grazie a Sinisa Mihajlovic, è stato creato un modo fatto di coraggio e umanità. Non ti dimenticheremo mai, “guerriero delle punizioni”.