Superbike, Pirro si conferma campione Civ Sbk Imola

La sinfonia più bella, la nona, risuona a Imola per Michele Pirro (Barni Spark Racing Team), che si conferma campione italiano della Superbike, bissando il trionfo dello scorso anno.

Nell’ultimo doppio appuntamento stagionale all’autodromo “Enzo e Dino Ferrari”, il centauro di San Giovanni Rotondo, gambettolese d’adozione, è scattato sabato dalla pole position.

Ne è nata una serrata lotta per il vertice con il diretto avversario Alessandro Delbianco ma, a due giri dal termine, il ducatista è stato autore di una caduta che gli ha pregiudicato il successo anticipato del tricolore, per la seconda volta, dopo l’altro errore compiuto al Mugello. Pirro si è quindi rialzato e ha concluso 11°, lasciando la vittoria al contendente Delbianco che ha così tenuto vive le speranze di rimonta nell’ultimo round. Si sono però infrante in gara2 perché domenica scorsa il riminese non è andato oltre al terzo posto, con Lorenzo Zanetti e Andrea Mantovani sui primi due gradini del podio. Per il portacolori del team Nuova M2 Racing, quindi è resa (-11 in classifica) e Pirro può esultare con il 5° posto finale che gli vale il 6° alloro tricolore nella categoria Superbike.

“Siamo arrivati a giocarci il titolo all’ultima gara e – spiega il collaudatore della Ducati in Motogp – per me è stato difficile fare una gara di sola gestione. Sono abituato a spingere sempre al 100 per cento senza fare troppi calcoli, ma stavolta era troppo importante centrare l’obiettivo finale, quindi ho fatto una gara di attesa. Ho conquistato il sesto titolo italiano con Barni, credo che insieme abbiamo ancora una volta scritto la storia in questo campionato. Un ringraziamento di cuore a Marco Barnabó – conclude l’alfiere del team bergamasco – e a tutte le persone che ci hanno supportato in questa stagione: i meccanici, le persone che lavorano a casa, gli sponsor e il gruppo sportivo delle Fiamme Oro”.

Nell’albo d’oro del Civ, Michele Pirro sale al terzo posto per numero di vittorie, dietro solo alla leggenda Giacomo Agostini (16 titoli) e a Tarquinio Provini, a quota 11.