Rubicone
L’anarchico gentile
All’interno della rassegna “Il giardino della poesia”, lunedì 6 giugno, alle 20,45, nel giardino di Casa Pascoli, nel centro storico di San Mauro Pascoli, avrà luogo una doppia presentazione. Il volume di Francesca Sensini, “Pascoli maledetto” (Il nuovo melangolo, 2020), e la novità di Rosita Boschetti, “L’anarchico gentile” (Il ponte vecchio, 2022). Rosita Boschetti dirige Casa Pascoli e le abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa della sua ricerca.
«Questo libro nasce dall’intento di ricostruire, in modo approfondito, gli anni giovanili di più intensa partecipazione politica di Pascoli, con particolare attenzione all’impegno del poeta romagnolo nell’Associazione Internazionale dei Lavoratori dal 1876 al 1879».
Perché nel titolo appare l’aggettivo “gentile”?
«Perché l’amico internazionalista Giambattista Lolli confessa in una lettera che deve proprio a Pascoli quel “po’ di gentilezza che so”, ovvero che da lui aveva imparato la gentilezza dei modi. Il poeta era descritto ruvido ed affabile, timido e allo stesso tempo spavaldo».
Come ha operato per scrivere questo testo?
«A partire dalla ricca bibliografia già esistente sul tema, si è cercato di aggiungere qualche tassello alla conoscenza di questo affascinante e misterioso periodo della biografia pascoliana, tramite lo spoglio di giornali d’epoca, l’esame delle carte di archivio, l’individuazione e lo studio di carteggi inediti. Partendo dunque dai documenti di archivio, alcuni inediti (come le lettere di Pascoli agli amici socialisti), rintracciati nelle biblioteche e negli archivi, dagli atti della Prefettura conservati presso l’Archivio di Stato di Bologna si è cercato di seguire le mosse, passo dopo passo, del giovane Pascoli. È stato così possibile non solo ricostruire i movimenti del poeta ma dimostrarne la sua dirompente attività politica, soprattutto tra il 1878 e il 1879. È proprio nella primavera del 1879 che Pascoli fugge da Bologna per rifugiarsi in Romagna ed evitare l’ondata di arresti che si è abbattuta su alcuni dei principali esponenti internazionalisti in seguito all’attentato al re avvenuto nel novembre del 1878. Lo spunto vero e proprio da cui ho deciso di scrivere il libro, è il ritrovamento di un documento inedito presso l’Archivio di Stato bolognese: un manifesto sovversivo molto violento scritto contro il re d’Italia nel marzo del 1879, dal titolo “Ad Umberto Re d’Italia nel giorno della sua nascita”. La scrittura del testo non è riconducibile al poeta, ma la firma sottostante, “Tipografia dell’Internazionale”, è di Giovanni Pascoli e sancisce quindi di fatto l’approvazione dello scritto sovversivo, se non addirittura la stessa paternità del testo. Oltre al manifesto sovversivo avallato da Pascoli con la sua scrittura in calce, fondamentale è la ricostruzione delle sue mosse per dimostrare che proprio a ridosso degli anniversari importanti per l’Internazionale, Pascoli era completamente assorbito dagli impegni politici: ad esempio, nel marzo del 1878 (nel marzo di ogni anno c’era l’anniversario della Comune di Parigi) Pascoli salta del tutto le lezioni al liceo dove era supplente. Il preside Atti segnala al Carducci le ripetute assenze del poeta proprio in quelle giornate così importanti per i rivoluzionari impegnati nella redazione di articoli e manifesti/bollettini di propaganda».
Nel volume sono presenti anche documenti inediti?
«La trascrizione della cronaca relativa al lungo processo agli Internazionalisti del 1876, tratta dal giornale “Il Monitore” di Bologna».
In questi anni come sta operando Casa Pascoli?
«Il Museo Casa Pascoli lavora sui documenti da circa una ventina d’anni, per ricostruire la biografia del poeta, con particolare attenzione al periodo dell’infanzia e della giovinezza, con l’intento di fare emergere la personalità più autentica del poeta, ribaltando vecchi stereotipi e un’immagine edulcorata di poeta della bontà, chiuso nel proprio nido familiare e completamente dedito alle sorelle. Abbiamo scoperto, portando in luce nuovi documenti, che il vero Pascoli non è quello tramandatoci dalla sorella Mariù, la quale ovviamente aveva il compito di consegnare ai posteri l’immagine che lei stessa aveva del fratello, ma spicca una personalità molto più vivace e complessa, anche audace in alcuni anni, un uomo che, ad esempio, per i nove anni vissuti così intensamente a Bologna, non avrà contatti con le sorelle. Non esiste un documento su questo, nemmeno epistolare. E quando i giovani delle scuole vengono a visitare i nostri musei, si avvicinano e si interessano alla figura di Pascoli proprio perché apprezzano queste novità biografiche e si riconoscono nella ribellione contro le regole e le imposizioni sociali. Grazie a questo magari più avanti andranno anche a leggere una sua poesia. Ecco perché per noi è importante, al di là dei motivi di studio e di ricostruzione di una biografia, svecchiare quell’immagine ancora oggi veicolata dalle antologie scolastiche e così difficile da scalfire».
La manifestazione è a ingresso libero. In caso di maltempo l’incontro si terrà presso la Biblioteca comunale, in piazza Mazzini. Entro le 20,30 si potrà visitare la casa natale del poeta. Info: 0541-8101100 (9,30 – 12,30).