Sport
Mattia Piraccini, da Cesena sull’onda migliore in Portogallo
In equilibrio e sopra la sua tavola, all’inseguimento dell’onda migliore tra le folate di vento. Mattia Piraccini, cesenate classe ’92, tra un’uscita di surf e l’altra, ha lasciato la sua città natale per inseguire il suo sogno a Ericeira in Portogallo, a meno di 50 chilometri da Lisbona.
Da quanto tempo sei in Portogallo?
Mi sono trasferito insieme alla mia ragazza Maria Chiara nel 2021 e abbiamo scelto questa terra principalmente per la qualità delle onde. Oltre ad avere un clima mite, questo è uno dei posti migliori in Europa in cui praticare surf.
Per quale motivo avete scelto di cambiare vita?
Il mio percorso scolastico non è stato dei migliori. Ho frequentato l’Istituto tecnico per geometri a Cesena e dopo essere stato bocciato al termine della quarta superiore ho deciso di ritirarmi e iniziare subito a lavorare insieme a mio babbo come fabbro nella piccola azienda familiare. Dopo un paio di anni sono passato da Amadori, nel reparto spedizioni, dove ho lavorato dal 2012 fino al 2019.
E poi è scattata una scintilla.
Ho deciso di licenziarmi per cambiare completamente vita. Ho trascorso i due anni successivi in una surfhouse in Spagna. Subito dopo ho deciso, insieme alla mia ragazza (di Torino, ndr), di aprirne una tutta nostra dal nome ‘Pachamama surfhouse’ e trasferirci in Portogallo. Ci siamo lanciati senza nessuna sicurezza sulla riuscita del progetto e ora siamo ancora qua, pronti a iniziare la nostra terza stagione.
Qual è la tua giornata tipo?
Mi occupo principalmente di due attività: gestisco la surfhouse insieme alla mia ragazza e sono un insegnante di surf in una scuola portoghese. Nella nostra struttura prendiamo le prenotazioni delle persone, le accogliamo al checkin e le aiutiamo durante il loro soggiorno fino al checkout. Ci occupiamo, con un altro dipendente, anche delle pulizie e della gestione dell’attività. Come istruttore, porto i miei ospiti sull’oceano per le lezioni di surf che durano quattro ore al giorno.
Ci sono molti surfer italiani nella zona dove abitate?
Lavoriamo soprattutto con connazionali. Inizialmente i nostri clienti sono stati quasi unicamente amici. Poi, grazie al passaparola e a Instagram ci siamo fatti conoscere a sempre più persone nella comunità italiana del surf.
C’è nostalgia di casa?
Non penso troppo al futuro. Non so dove potrei essere fra cinque anni, quindi non escludo la possibilità di ritrasferirmi in Italia. Al momento mi trovo molto bene in Portogallo ed è il posto in cui voglio stare, poi si vedrà. I miei genitori vivono in Italia e io sono figlio unico: vorrebbero che rimanessi con loro, ma appoggiano la mia decisione perché mi vedono felice e realizzato.
L’impatto con la vita portoghese come è stato?
Lo stile mi piace tanto, poi noi abitiamo in un piccolo paese vicino al mare e le persone del posto ci hanno accolto bene, anche perché il surf era già tanto conosciuto in quella zona. Con la lingua ancora non siamo proprio a nostro agio, ma ci stiamo adoperando per impararla sempre meglio. Al momento comunichiamo più in inglese che in portoghese. Tra noi in casa si parla in pratica solo italiano.
Il vostro prossimo passo quale sarà?
Al momento siamo concentrati su questo progetto. Tuttavia, il sogno nel cassetto è di riuscire a comprare una struttura tutta nostra sempre nella zona in cui ci troviamo. Al momento siamo in affitto e ci piacerebbe tanto riuscire ad acquistare la nostra surfhouse.
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