Tour in Romagna. Le sensazioni dal traguardo di Rimini

Norvegesi. Tedeschi. Sloveni e russi. Ma anche toscani, tanti emiliano-romagnoli e addirittura una famiglia da Agrigento. Il lungomare di Rimini si è trasformato in un serpentone giallo di tifosi per accogliere la prima tappa del Tour de France, partito da Firenze all’ora di pranzo. Dopo sette Gran Premi della Montagna e 206 chilometri, tra cui il Carnaio e l’affollatissimo Barbotto, senza dimenticare San Leo, la spianata finale ha portato la corsa gialla all’arrivo sul Lungomare Di Vittorio. C’è chi è arrivato al mattino per accaparrarsi un posto con vista privilegiata della linea del traguardo e del podio, altri invece si sono accontentati di un riparo all’ombra, al riparo dai 32 gradi e dal sole rovente di mezzogiorno. Sono stati presi d’assalto, oltre a bar e ristoranti per rifocillarsi, anche i numerosi shop con in vendita il materiale ufficiale della Grande Boucle che approda per la prima volta in 111 anni in Italia.

Non sono mancanti nemmeno i supporter di Marco Pantani: c’è chi ha sfoggiato una maglia rosa, una bandana e altri hanno appeso degli striscioni in onore del Pirata che nel 1998, con la Mercatone Uno, entrò nella leggenda siglando la doppietta Giro e Tour. È comparso anche un sosia, Sergio da Brescia, vestito di tutto punto con pizzetto biondo e con bici Bianchi e borraccia originali del 1998. Proprio domani, nella seconda tappa del Gran Depart con la partenza da Cesenatico e arrivo a Bologna, ci sarà il doveroso omaggio al campionissimo romagnolo, deceduto prematuramente in un residence di Rimini.

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