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Coronavirus e pallone. La seconda puntata de “Il salotto dei burdel”
Ospiti della seconda puntata de “Il salotto dei burdel” sono stati Nicola Capellini e Giacomo Rosaia. Se il pallone vero non rotola più da oltre un mese, almeno nel salotto virtuale del Cesena Fc c’è movimento. È toccato quindi ai due centrocampisti, dopo l’esordio affidato a mister William Viali in compagnia con Federico Agliardi, tenere compagnia per 30 minuti, tramite il canale ufficiale di Facebook del club bianconero, ai tanti tifosi che hanno interagito con il moderatore Luca Alberto Montanari. Ha così rotto il ghiaccio il riccioluto spilungone cesenate, “a casa svolgiamo un lavoro ben strutturato secondo le direttive del preparatore atletico Mattia Vincenzi. Lo sforzo è alto, manca però la componente fondamentale del pallone. Dal punto di vista atletico siamo allenati, ovviamente manca il ritmo partita”. Gli fa eco Rosaia dal proprio salotto di Pietrasanta, spiegando la giornata tipo che è composta da “sveglia presto, allenamento intenso che mi impiega tutta la mattinata. Pranzo con la mia compagna e poi mi rilasso sul divano. Il pomeriggio lo passo a studiare, mentre dopo cena guardiamo le serie tv online e ogni tanto porto il cane in giardino a passeggiare”. Una routine che è “surreale – continua il numero 4 – nessuno l’aveva mai vissuta questa situazione”.
Proprio lo studio è una componente ora più che mai importante e l’ex Forlì sdogana l’associazione col pallone perché “stare sui libri e fare il calciatore è possibile – analizza – è molto facile organizzare il piano universitario con le facoltà telematiche. Io mi sono laureato in scienze motorie con la tesi sulla riabilitazione in acqua del legamento crociato, infortunio che subii nel 2014”. Lo stesso percorso nella medesima facoltà lo sta compiendo l’ex Carrarese in quanto “mi manca un esame prima della tesi, ora mi concentro sullo studio e spero a settembre di laurearmi”. Non finiscono qui le novità perché la compagna Sara è in dolce attesa “la notizia ci ha riempito le giornate. Si chiamerà Tommaso Leon, è un maschietto”.
Se i momenti liberi sono incentrati tra film e serie tv, l’aspetto che manca di più ad entrambi è il rituale settimanale diviso tra allenamenti e spogliatoio. “Il nostro lavoro al 90 per cento è fare gruppo. Stiamo sempre in compagnia, ora non abbiamo questa opportunità e nemmeno le gare che ci portano tensione ed adrenalina. Mi manca molto, l’augurio è perlomeno di riprendere gli allenamenti quando possibile”. Rosaia è dello stesso parere, “stiamo tante ore insieme e condividiamo le situazioni come una famiglia allargata. Ora ci teniamo in contatto con chat, videochiamate e scherzi”.
La Serie C è a un passo da annunciare la fine anticipata dei campionati con un futuro avvolto da nubi scure per molti club. “Ancora non ho capito – ammette Capellini – quale sia il criterio per partecipare alla Serie C élite rispetto a quella semiprofessionista. Io spero che resti una C unica a tre gironi con 60 squadre, in modo che con la crisi economica che verrà non si perdano club”. Uno dei fronti aperti infatti è il possibile ritorno al passato con C1 e C2 a far da spartiacque con la serie D. Sfogliando l’album del ricordi l’esperienza ad Andria per il numero 28 è stata importante a seguito dell’infortunio delicato, “come si dice ‘quando si va al Sud si piange due volte’, così è stato. Ero scettico all’inizio ma ora ho tanti amici e ne conservo un bel ricordo”. Nel cuore però è tatuato il Cavalluccio “io sono nato e cresciuto a Cesena, per me è un orgoglio, un prestigio e una responsabilità importante”.