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Cesena Fc. Il punto con il direttore generale Daniele Martini: “Speriamo si torni a giocare. I benefici sarebbero per tutti”
“Il conto dei danni ancora non lo abbiamo fatto ma il Cesena oggi perde tanto a causa del Covid-19 e avrebbe avuto un deficit ancora maggiore se si fosse terminato il campionato a porte chiuse”. Il bilancio, seppur approssimativo, lo traccia il direttore generale bianconero Daniele Martini. L’assemblea di Lega Pro ha votato, giovedì pomeriggio, per la fine anticipata dei tre campionati, ma la situazione finanziaria, della maggior parte dei club di serie C, si fa difficile.
Aspetto che sarebbe stato ancora peggiore se il torneo fosse ripreso a porte chiuse perché “a fronte di incassi mancati e sponsorizzazioni perse all’Orogel Stadium Dino Manuzzi, si sarebbero sommati i costi di dover disputare altre 11 partite per terminare la stagione”. Basti pensare che “una stima del costo del protocollo sanitario, per svolgere solo 3 settimane di ritiro, è di oltre 100 mila euro. A questi andrebbero aggiunte le spese logistiche per concludere l’annata”. Impensabile tutto ciò per la già precaria sostenibilità dei club di terza serie.
Ai piani alti invece c’è la Serie A che, lentamente, si è messa in moto. “Noi speriamo che si torni a giocare, perché di conseguenza i benefici sono anche per le serie minori”. Tra i punti all’ordine del giorno dell’assemblea, i presidenti hanno votato anche per il criterio da rispettare nel decretare la quarta squadra promossa in serie B, oltre alle prime classificate Monza, Vicenza e Reggina. “Ha vinto la soluzione del merito sportivo. In questo momento è il Carpi ad aver il miglior quoziente di punti raccolti a fronte delle gare disputate. Su questa votazione il Cesena si è astenuto. Dopo esserci consultati col presidente Patrignani, abbiamo deciso che le squadre interessate scegliessero per il proprio destino”.
Se i club si sono tutelati da un fronte, sull’altro versante c’è da risolvere il caso spinoso circa i pagamenti degli stipendi residui dei calciatori fino a giugno. “Aspettiamo il decreto Cura Italia del governo, per capire se la cassa integrazione in deroga possa essere estesa anche agli sportivi con contratti lordi fino a 50 mila euro. Al momento siamo tutti col fiato sospeso”. La palla ora passa al governo e al consiglio federale. La Figc, la riunione forse si terrà la prossima settimana, potrà accettare orespingere le proposte della Lega Pro.