Papa Francesco: all’Angelus, “no a una vita addormentata, essere attenti all’altro”

“’Non temere’ e ‘siate pronti’. Si tratta di due parole-chiave per sconfiggere le paure che a volte ci paralizzano e per superare la tentazione di una vita passiva, addormentata”. Lo ha detto Papa Francesco, ieri, affacciandosi alla finestra dello studio nel Palazzo apostolico vaticano per recitare l’Angelus con i pellegrini e i fedeli, in Piazza San Pietro.

Il Pontefice ha commentato il brano del Vangelo domenicale, soffermandosi sul primo invito. “Non bisogna affannarsi e agitarsi: la nostra storia è saldamente nelle mani di Dio. Ci rincuora questo invito di Gesù a non temere. A volte, infatti, ci sentiamo imprigionati in un sentimento di sfiducia e di angoscia: è la paura di non farcela, di non essere riconosciuti e amati, la paura di non riuscire a realizzare i nostri progetti, di non essere mai felici, e così via. E allora ci affanniamo per cercare soluzioni, per trovare qualche spazio in cui emergere, per accumulare beni e ricchezze, per ottenere sicurezze; e come finiamo? Finiamo per vivere nell’ansia e nella preoccupazione costante”.

E, ancora, il Papa osserva: “Amare significa essere attenti all’altro, accorgersi delle sue necessità, essere disponibili ad ascoltare e accogliere, essere pronti”. Quindi, l’attenzione si sposta sull’altro invito: “Siate pronti”. “Bisogna restare svegli, non addormentarsi, cioè non essere distratti, non cedere alla pigrizia interiore, perché, anche nelle situazioni in cui non ce l’aspettiamo, il Signore viene”.

“Desidero salutare con soddisfazione la partenza dai porti dell’Ucraina delle prime navi cariche di cereali. Questo passo dimostra che è possibile dialogare e raggiungere risultati concreti, che giovano a tutti”, ha aggiunto il Pontefice. “Tale avvenimento si presenta anche come un segno di speranza, e auspico di cuore che, seguendo questa strada, si possa mettere fine ai combattimenti e arrivare a una pace giusta e duratura”.