Santa Teresa di Lisieux

“Solo ciò che è eterno può appagarci”. (santa Teresa di Lisieux) 

Il 30 settembre 1897 suor Teresa del Volto Santo e del Bambino Gesù lascia questa nostra terra per approdare al tanto desiderato Paradiso. Era nata ad Alencon (in Francia, un paese di circa 25.000 abitanti, del dipartimento dell’Orne in Normandia) il 2 gennaio del 1873, quintogenita di Louis Martin e Zèlie Guèrin ben che avranno nove femmine. Le prime cinque si faranno tutte suore, mentre le altre quattro non arriveranno alla pubertà. Teresa è una bimba vivacissima. La madre morirà presto, Teresa aveva appena quattro anni. Tutta la famiglia si trasferì dallo zio a Lisieux nel 1877. A sette anni già riceve il sacramento della Riconciliazione, a quei tempi ancora veniva chiamato della Penitenza. Si ammala gravemente e per intercessione della Beata Vergine Maria invocata con il titolo: “nostra Signora delle Vittorie” sarà guarita miracolosamente. Passano gli anni, Teresa cresce soprattutto nella fede, educata e seguita dalle monache Benedettine di Lisieux, riceve Gesù Eucaristia l’8 maggio 1884 e la santa Cresima il 14 giugno di quello stesso anno. Succede qualcosa di particolare nell’undicenne di Lisieux.

Viene travolta da un’ondata di Grazia, inizia un intenso rapporto con Gesù, un intimo rapporto personale quasi mistico tra Nostro Signore e la piccola Teresa. Intanto già da tempo due delle sue sorelle, Paolina e Maria, entrano in religione, si fanno “spose di Cristo”. Figuriamoci se Teresa non sente il desiderio di “unirsi” ancora di più in profondità con il suo Sposo celeste. Ma è troppo giovane, le monache del Carmelo la respingono più volte. non ci resta che tentare con il Santo Padre. Se lui dirà di sì.. è fatta. Capita, non per caso, diciamo noi, non esistono le coincidenze, un pellegrinaggio in Italia. Prima tappa: Loreto. Qui può chiedere la grazia alla Vergine Maria, lei non dirà di no! Roma, 20 novembre 1887, Teresa in udienza dal papa Leone XIII, sgomita per vederlo e potergli chiedere il permesso. “Hai solo quindici anni!” non c’è santo che tenga, lei vuole a tutti i costi entrare al Carmelo. “Aspetta ancora, sei troppo piccola. Quando avrai sedici anni!”. Il sogno si avvera. Le porte del suo Paradiso terreno, il Carmelo, si spalancano straordinariamente solo per lei. È il 9 aprile del 1888.

Un anno dopo fa la vestizione e, come recitano le sante costumanze, due anni dopo, superato il noviziato, fa la sua professione e riceve l’anello da sposa di Cristo. È una carmelitana. È l’8 settembre 1890, festa della Natività della Vergine Maria. Santa Teresa di Gesù, o d’Avila o la Grande, riformatrice del Carmelo, aveva lasciato alle sue “figlie” un tracciato di vita perfetta al Carmelo. La nostra Teresina, si farà in quattro per non deluderla. Nei suoi servizi e uffici quotidiani a lei affidati si da tutta per Gesù; non vuole deludere il suo Sposo Celeste. Anche nella morte del suo amatissimo papà, Louis Martìn, che avviene il 29 luglio del 1894 è capace di cogliere la volontà e l’amore di Cristo. Trova conforto spirituale nella lettura quotidiana della Parola di Dio. Un impegno gravoso e bellissimo e quanto mai importante: a lei sono affidate la cura delle Novizie. Lo fa con gioia e serietà e sempre con il sorriso.

Si lascia plasmare dal Verbo di Dio che nel suo nome da suora è doppio: Teresa del Volto Santo, scelto da lei e del Bambino Gesù datole dalla maestra delle Novizie. Sente nel suo intimo di voler essere missionaria, portare Cristo fino ai confini del mondo, ma non può. Stavolta i muri non si abbasseranno! E allora si da alla preghiera per i fratelli missionari e accompagnarli con la preghiera e il sacrificio. L’amore per Gesù la porta ad “alzare l’asticella”. Non le basta. Vuole di più. Vuole Tutto. È l’amore che la pervade l’anima, il giorno 9 giugno del 1895, giorno in cui la Chiesa festeggia la Santissima Trinità, si offre vittima di olocausto all’Amore misericordioso di Dio. Comincia a buttar giù pagine e pagine del suo capolavoro letterario epistolare: “Storia di un’anima” che consegna a Madre Agnese di Gesù nella sua festa, il 21 gennaio 1896.

Cominciano ad evidenziarsi i segni di una malattia che la condurrà alla morte e che lei accoglie gioiosamente come la misteriosa visita dello Sposo divino. L’8 luglio 1897 viene trasferita in infermeria. È la fine. Le sue sorelle e le altre religiose che l’assistono non possono non cogliere nel suo sguardo la santità che emana dai suoi occhi che bruciano d’amore per Gesù. Raccoglieranno dalle sue labbra parole d’amore e di “rassegnazione” alla Divina Volontà: “Io non muoio, entro nella vita”.  Le prove ed i dolori aumentano e lei sopporta tutto con pazienza, si intensificano fino ad ucciderla a soli 24 anni, nel tardo pomeriggio del 30 settembre del 1897. “Dio mio, io ti amo” sigillano la sua esistenza.              

Fu elevata all’onore degli altari da Pio XI il 17 maggio 1925, che la proclama Patrona universale delle Missioni con Francesco Saverio due anni dopo. A più voci la acclamano Dottore del Chiesa; sarà papa Giovanni Paolo II a esaudire questo desiderio: il 24 agosto 1997 alla Giornata Mondiale della Gioventù a Parigi, annuncia che sarà Teresa di Lisieux, sarà proclamata Dottore Universale della Chiesa. L’evento si terrà nella Giornata Missionaria Mondiale del 19 ottobre prossimo. È sepolta nella basilica a lei innalzata in Lisieux.

 

Quest’anno dal 21 al 29 agosto, la parrocchia santa Giustina nei pressi di Rimini, ha accolto e ospitato per la venerazione della gente, una parte delle sue reliquie. È un atto di devozione che si protrae abbastanza di recente.

 

“Mio Dio, scelgo tutto. Non voglio essere una santa a metà, non mi fa paura soffrire per te, non temo che una cosa: conservare la mia volontà. Prendila, perché scelgo tutto quello che vuoi tu!” (Dagli scritti di Santa Teresa di Lisieux)