Dalla Chiesa
Santa Teresa d’Avila, dottore della Chiesa
“Niente ti turbi, niente ti spaventi, chi ha Dio niente gli manca…” (SantaTeresa di Gesù)
Possiamo chiamarla in diversi modi: Teresa la Grande o Teresa di Gesù o Teresa d’Avila e comunque rimane sempre lei, un colosso della fede.
Mistica. Scrittrice. Dottore della Chiesa. Colei che ha riformato il Carmelo chiudendo la bocca a tanti maschietti presuntuosi e pieni di sé.
Teresa Sanchez de Cepeda y Ahumada, in Avila, nasce il 28 marzo 1515.
Possiamo dire che il 1500 fu un secolo travagliato di lotte intestine nella Chiesa, vedi la nascita del Protestantesimo. Al tempo stesso questo secolo mette in campo una serie di santi da far paura: Ignazio di Loyola, Filippo Neri, Camillo de Lellis, Giovanni della Croce, Carlo Borromeo, Gaetano da Thiene, Francesco Saverio. Sacerdoti, laici, suore… la Chiesa ha sempre l’asso nella manica, risponde sempre a tutti gli assalti, sempre.
Il Signore lo promise a Simon Pietro consegnandogli le chiavi: “Tu sei Kefa (pietra, roccia) e su questa edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. (Mt 16, 18).
Torniamo a Teresa. Terzogenita di Alfonso Sanchez de Cepeda e di Beatrice Ahumada. Visse una fanciullezza nella normalità come tanti alla sua età. Aveva avuto anche un flirt con un cuginetto. All’improvviso, a vent’anni, scappò di casa e andò a chiudersi nel Carmelo di Avila. Aveva un unico desiderio “vedere Dio”. Dio meritava “tutto” e che la sola cosa che conta in questa vita è il cielo. Entrata nelle carmelitane. Pensava di aver risolto i suoi problemi o dubbi, ma non era proprio così. Cominciarono i tormenti interiori, con le perplessità che scemarono intorno al 1554, a circa quarant’anni. Gesù le fece fare esperienza mistica, l’incontro tanto sognato. Dio vero uomo e vero Dio. Transverberazioni, visioni, estasi. Venne trafitta dai dardi d’Amore del Cristo Gesù di cui lei oramai era follemente innamorata.
(Parliamo di partecipazioni anche allo stato fisico: la trafittura del cuore con un dardo o una lancia effettuata da parte di un angelo di Cristo come segno di predilezione del Signore. La ferita può essere spirituale o corporea, in questo caso è detta anche ferita d’amore o assalto del Serafino).
Passarono gli anni e Teresa cominciò a vedere aumentati gli sforzi per migliorarsi sul cammino della perfezione spirituale. Divenne maestra e poi badessa. Era diventata il fulcro e il centro di riferimento per tante consorelle. Edificò diversi conventi e monasteri, la metà dedicati a san Giuseppe di cui era devotissima. A lui, lei, deve la sua guarigione in gioventù. Una serie di peripezie patologiche da far drizzare i capelli. Capogiri, mal di cuore, una febbre fortissima e alla fine sembrò quasi morta. Tutto passò per intervento del padre di Gesù. A lui dedicò anche il nome della provincia religiosa di Avila. Illuminata dal Signore prese la decisione di riformare il Carmelo. “Stretta clausura, preghiera, penitenza e mortificazione nella comunione fraterna e nel lavoro”. Praticamente le nuove sorelle riformate bruciano la loro vita in olocausto di soave odore gradito a Dio, per la sua gloria, per la salvezza degli uomini, nostri fratelli vicini e lontani e si spendono in apostolato efficace, indispensabile per la Chiesa.
Vuole allargare la sua riforma anche al ramo maschile. Nel 1568 grazie all’amicizia spirituale coltivata con padre Juan de la Crux (Giovanni della Croce), fondano il primo convento maschile di Carmelitani scalzi. Giovanni è considerato una delle cima più alte della spiritualità e della mistica. Teresa è una madre tenera e premurosa per le sue sorelle. Ma è anche una donna tutta di un pezzo. Una donna di fede, che non conobbe mai la tentazione del dubbio. Il suo magistero, esplicato nella mistica, è senz’altro il motivo che lancia Teresa tra le figure di spicco che hanno illuminato per secoli la Chiesa stessa. Ha la capacità di spiegare il mistero d’amore di Dio, vissuto nell’esperienza, con una semplicità impressionante, grande dono anche questo di Dio stesso. Scrupolosa. Teresa è sempre stata più che prudente che il suo magistero non cozzasse o andasse in contrasto con quello della Chiesa che per lei è sempre stata mater et magistra, stupore. Pura ammirazione da parte dei più illustri teologi del suo tempo nel vedere e constatare come una donna arrivasse a scrivere massime così elevate di teologia mistica tramandate dai Padri della Chiesa. Dopo l’ultima fatica: la fondazione di Burgos, difficile e proibitiva più di tutte le altre.
Teresa si spegne e chiude gli occhi in pace, consunta più dall’amore che dalla malattia. È il 4 o il 13 o il 15 di ottobre, secondo vari biografi. Aveva 67 anni. Fu proclamata santa il 12 marzo 1622 e dichiarata Dottore della Chiesa da Paolo VI nel 1970.
“È considerata dalla Chiesa, Madre e quindi patrona degli spirituali, cioè di coloro che cercano l’unione profonda con Dio”.