Dalla Chiesa
San Luca evangelista
“Luca, scriba mansuetudinis Christi” (Dante Alighieri)
Luca era nato ad Antiochia, terza metropoli dell’Impero romano, originario della Siria, membro della comunità etnico-cristiana, amico e compagno di Paolo, dalle lettere di questi (Fil 24; 2Tim 4,11; At 16,10-17; 20-21; 28) e ben presto fu considerato autore del terzo Vangelo e degli Atti degli Apostoli.
Si racconta che esercitasse il mestiere di medico (Col 4,14). La sua origine ellenica e pagana e la sua collaborazione all’opera missionaria di Paolo appaiono sotto molti aspetti in tutta la sua azione evangelizzatrice e nei suoi scritti. La sua attività letteraria dipese in gran misura da Paolo, affermano Ireneo da Lione e Tertulliano di Cartagine (sec. II e 160-225).
Secondo quando attestano alcuni dei primi scritti cristiani, dopo la morte di Paolo, Luca operò nell’Acaia e morì di morte naturale a Tebe, a ottantaquattro anni. La tradizione afferma che i suoi resti siano stati portati a Costantinopoli e deposti nella chiesa degli Apostoli costruita subito dopo e oggi, quello che resta del suo corpo, si trovi da data incerta nella chiesa di Santa Giustina in Padova.
È stato tramandata la credenza che vedrebbe (in Luca) lo sconosciuto compagno del discepolo Cleopa (o Cleofa) di Emmaus (Lc 24 13-39).
Secondo la Legenda Aurea (sec. XIII), l’evangelista annuncia a una guardia della chiesa di Santa Maria in Tripoli che ad Antiochia l’esercito celeste ha combattuto assieme agli apostoli e ai martiri contro i turchi, mettendoli in fuga. Secondo una tradizione attestata già dal 530, Luca ha dipinto immagini di Cristo, degli apostoli e in particolare Maria, la Madre di Gesù. Questa testimonianza si basa forse sui numerosi riferimenti del terzo vangelo a Maria.
Con riferimento alle visioni dell’Apocalisse di Giovanni (cap. 4) e di Ezechiele (cap.1), all’evangelista Luca è dato il simbolo del toro. Interpretato in un primo tempo come simbolo della morte di Cristo (l’animale come vittima), l’immagine è considerata da Gerolamo in poi in relazione al sacrificio di Zaccaria (il padre di Giovanni il battezzatore).
A partire dal secolo XIII Luca è patrono e autore di corporazioni di pittori che si ritrovano sotto il nome dell’evangelista. Ancora oggi esistono raggruppamenti di vario genere che si richiamano a san Luca, come le associazioni dei medici cattolici.
Il vangelo lucano ha per tema fondamentale l’ammissione di tutti i popoli alla salvezza (Lc 3,6; 7,1-9; 13, 28-30; ecc.) e la partecipazione al Regno di tutte le categorie di persone che la Legge antica escludeva dal culto: i poveri, i peccatori, i deboli, le donne, i pagani (Lc 5, 29-32; 7, 36-50; 8, 1-13; 10, 21-22). È tutto “lieta novella, dolce annuncio” che Gesù è il Salvatore, che è bontà infinita, misericordia, dolcezza, gioia.
La sua vita-ministero è presentata come un viaggio di ascesa a Gerusalemme, al Calvario luogo del suo supplizio di salvezza, alla gloria. Gli Atti, invece, sono per il nostro eroe libro-storia dell’annuncio della Chiesa missionaria nel mondo, nell’influsso potente dello Spirito Santo che ricevono in abbondanza. Si racconta la “chiamata” e l’invio dei discepoli, vengono creati i diaconi per la distribuzione delle mense e l’assistenza alle vedove e agli orfani. Nasce la Chiesa in e da Gerusalemme per il mondo intero, in primis la Palestina e i dintorni e poi le grandi missioni apostoliche di Paolo e degli Apostoli, “una nuova creazione” in Cristo per mezzo dello Spirito Santo.
Luca rimase talmente affascinato dalla testimonianza della comunità apostolica che erano un “cuor solo ed un’anima sola” (At 4, 32)