Dalla Chiesa
Il giorno del beato “dottore sottile”
“Doctor Subtilis” (dottore sottile, fine) con questi aggettivi veniva conosciuto il sacerdote teologo e filosofo francescano Giovanni Duns Scoto.
Nato a Duns, una cittadina sulla costa orientale della Scozia del Regno Unito, nella contea di Roxburg, tra il 23 dicembre del 1265 e il 17 marzo del 1266. Sappiamo veramente poco di lui. Frequentò le prime scuole presso il convento dei frati minori di Haddington. Lo zio paterno Elia Duns, vicario generale dei francescani, lo educa alla vita religiosa presso il convento di Dumfries. A 15 anni è novizio. A 26 anni è consacrato sacerdote per la preghiera e l’unzione sacramentale del vescovo di Lincoln Oliver Sutton. Prima della fine del XIII secolo lo troviamo in Francia all’Università di Parigi per seguire le lezioni di maestri sublimi e prestigiosi quali il giurista Egidio Romano e il teologo Enrico di Gand. Approfondisce la sua preparazione filosofica, e rientra in patria per entrare all’università. A Oxford, come baccelliere (titolo di studio universitario) commenta le sentenze di Pietro Lombardo, teologo e vescovo italiano, e svolge anche il ruolo di docente a Cambridge.
Nei primi anni del Trecento la contesa-scontro tra uomini di curia e fedeli all’imperatore è all’ordine del giorno. Papa Bonifacio VIII e Filippo IV di Francia, detto il bello, sono ai ferri corti. Non se le mandano a dire. Scoto ci finisce in mezzo. Un decreto reale ingiunge a lui e ad altri 80 frati francescani che appoggiavano le richieste di Roma di lascare le cattedre di Parigi. Alla fine del 1304, dopo la rappacificazione tra il nuovo papa Benedetto XI e re Filippo, per l’intervento del ministro generale dell’ordine francescano, Giovanni ritorna a Parigi con il titolo di magister regens (insegnante) all’università.
Qualche anno dopo lì nascerà la Sorbona, la più antica e famosa Università della Francia. Anche il secondo trascorso parigino sarà di breve durata: al Filippo il bello, non fa piacere avere tra i suoi insegnanti qualcuno che non difenda la sua causa. Si trasferirà Colonia città tra la Renania settentrionale e la Vestfalia ove è nominato Lettore (insegnante) presso lo Studio francescano. Lì morirà l’8 novembre del 1308.
Giovanni Duns Scoto, oltre che teologo e filosofo, è stato un grande mariologo, studioso e teologo dell’Immacolata. È famosa la sua disputa nel 1305, stravinta, contro le tesi dell’Ordine dei Predicatori, i domenicani, primo fra tutti Tommaso d’Aquino. Ha difeso con grande maestria la tesi dell’Immacolata. L’8 dicembre 1854 Pio IX proclamò solennemente il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria. In breve:
“La Beata Vergine Maria è sempre stata preservata dal peccato fin dal suo concepimento; ma non lo sarebbe stata se non fosse stata preservata dal peccato originale. Gesù è mediatore perfettissimo, e l’ha preservata anche dal peccato di Adamo: potuit, decuit, ergofecit. Poteva farlo, decise di farlo, lo fece. Per questo nella iconografia religiosa distinguiamo Giovanni Duns Scoto da Antonio di Padova, poiché entrambi hanno un giglio in mano, ma Giovanni indica con le dita il tre richiamando alla tesi sopracitata.
“Cari fratelli e sorelle, il beato Duns Scoto ci insegna che nella nostra vita l’essenziale è credere che Dio ci è vicino e ci ama in Cristo Gesù, e coltivare un profondo amore a Lui e alla sua Chiesa. Di questo amore noi siamo i testimoni su questa terra. Maria Santissima ci aiuti a ricevere questo infinito amore di Dio di cui godremo pienamente in eterno nel Cielo, quando finalmente la nostra anima sarà unita per sempre a Dio, nella comunione dei santi”. (Papa Benedetto XVI Udienza Generale 7 luglio 2010)