Dalla Chiesa
Nicola di Bari, il santo che spalanca le porte al Natale
Potrebbe essere successo e succederà ancora leggendo i vari Martirologi o Santorali di scambiare un santo con un altro, un caso di omonimia o similitudine. Succede anche che nello stesso giorno si abbiano diversi santi da festeggiare… o santi che si ricordano in una data differente da quella della nascita al cielo.
È il caso del nostro santo di oggi, 6 dicembre: san Nikola di Myra (Νικόλαος των Μύρων) o Nicola di Bari o ancora Santa Claus, come lo chiamiamo o meglio lo onoriamo o veneriamo è sempre lui. Il santo che appare vestito da vescovo con pastorale e mitria, le chiroteche, una sorta di guanti liturgici con sopra il dorso ricamate le lettere JHS, il trigramma di Cristo, le pantofole ai piedi dello stesso colore. Ma c’è un oggetto lo distingue dagli altri vescovi o simili nella iconografia cristiana: le tre palle d’oro, o meglio sfere, nel palmo della mano sinistra. Ciò che è certo è che si chiama Nicola, che in greco significa Vincitore (da nike = vittoria) e con il popolo (laòs) quindi potremmo tradurre: “colui che combatte e vince con il popolo”.
San Nicola è uno dei santi più famosi o illustri che brillano nella Chiesa orientale nel IV secolo.
Nacque nel 260 d.C., a Pataro importante città della Licia (antica regione dell’Asia Minore sud-occidentale, affacciata sul mare oggi territorio turco). Fin dalla sua nascita o meglio dai primi anni i suoi genitori si accorsero che Nicola era un predestinato a grandi cose. Capì subito che la sua vita sarebbe stata totalmente dedita alla preghiera e non in una famiglia. Si ritirò in monastero dalle parti di Myra. Ne racconta i suoi giorni, in una biografia, Michele Archimandrita un monaco dell’epoca, ma sembra che non sia tutto così chiaro e veritiero. C’è anche una presunta omonimia con un altro santo vissuto due secoli prima. Di certo sappiamo che è veritiera la sua elezione a vescovo. Era solito che le comunità del secolo partecipassero alle elezioni dando il loro parere, e il parere di una comunità era tenuto in grande considerazione. I vescovi, il clero e il popolo si riunirono in una domus ecclesie, la chiesa domestica, per eleggere il successore del vescovo defunto. Il Signore aveva rivelato ad un vecchio saggio che il primo ragazzo che sarebbe entrato in duomo al mattino seguente, quello, sarebbe stato scelto da Dio come guida per il popolo. Così Nicola, entrato per primo, fu eletto a furor di popolo, sottolineando l’importanza del detto: “vox populi, vox Dei”.
Subì persecuzioni dall’imperatore Diocleziano che lo imprigionò e poi lo mandò in esilio nel 305. Fu poi liberato da Costantino nel 313 e riprese la sua attività di pastore d’anime. Non è certo che sia stato uno dei partecipanti al Concilio di Nicea del 325: secondo la tradizione, comunque, durante il Concilio avrebbe condannato duramente l‘Arianesimo, (eresia che nega la piena divinità di Cristo) difendendo l’ortodossia. Si narra, ma è più leggenda che verità, che abbia preso a sberle Ario. Gli scritti di Andrea di Creta e di Giovanni Damasceno confermerebbero la sua fede radicata nei princìpi dell’ortodossia cattolica. Ottenne rifornimenti durante una carestia a Myra, dov’era il vescovo e la riduzione delle imposte dall’imperatore.
Morì a Myra il 6 dicembre del 343. Dopo la morte le reliquie furono custodite fino al 1087 nella cattedrale di Myra. Oggi si trovano a Bari e a Venezia. Nicola viene considerato un santo mirobita. I mirobiti sono quei santi o beati che prima o dopo la morte emettono essenze o profumi oleosi chiamati: la manna dei santi. Un “liquido aromatico con proprietà curative” o “acqua santa simile alla mirra” che si dice defluisca ancora dalle reliquie o dal sepolcro. Un caso simile è a Ferrara, la beata Beatrice II d’Este. Dal suo sepolcro scende un fluido visibile ancora oggi…
Come vi dicevo Nicola viene ritratto con le tre sfere dorate. Vi sareste chiesti il motivo. Eccolo. Trovandosi tre ragazze in età da marito in grave pericolo di perdere la propria “innocenza”, non potendo a causa della loro estrema povertà trovare un onesto lavoro, per tre notti consecutive Nicola si portò vicino a quella casa, ed ogni volta vi gettò dalla finestra una borsa contenente tre sfere d’oro, il necessario per la dote di una figlia. Tutto è bene quel che finisce bene…
I protestanti, non ammettono il culto dei santi. Tuttavia, c’è un santo che è popolare anche e soprattutto nei paesi del nord, benché non siano capaci di riconoscere sotto le fattezze e abbigliamento del bonario Babbo Natale, uno dei santi più celebri della Chiesa cattolica, il nostro san Nicola. Ma non c’è dubbio. Il cappuccio foderato di pelliccia del nordico Babbo Natale , non è altro che la mitria del barbuto vescovo mirese.
Infatti in Germania e Svizzera, si chiama Nikolaus e il 6 dicembre, oggi, è festa grande per i ragazzi. Nikolaus, con la gerla colma di doni, ha varcato l’Oceano sulle navi dei coloni olandesi, e in America è diventato Santa Claus, re della tradizione natalizia e anche pubblicitaria del nuovo mondo: san(cta) (Ni)C(O)laus.
Oggi è anche il giorno in cui i bambini, possono già ricevere, secondo gli usi dei luoghi, i regali che poi porteranno sotto l’Albero di Natale. Ma questa è un’altra storia.