Dalla Chiesa
Il natale con la n minuscola
Arriva, ogni anno, inesorabile, sempre…che tu lo voglia o meno. È diventata la festa delle feste. La festa delle spese folli e inutili. Un business… Suscita ricordi, nostalgia, felicità… che non sono più. Non è più quello che è stato all’inizio…
Povero natale, diventato per tanti, troppi, il giorno più triste dell’anno. Per chi è solo, povero, ammalato, sconfitto, tradito, separato, emarginato, abbandonato… Se coloro che sono i veri destinatari del nostro pacco (il natale) rimangono tali allora c’è un problema. E serio. Non saranno certo le luminarie accese sempre prima, né i presepi con sempre meno pecore e pastori e sempre più personaggi Vip, né la corsa al regalo, o all’acquisto per diventare più belli o più fighi perché non si accetta la caducità, lo scorrere del tempo.Rivoglio il mio Natale, quello che mi muove le viscere di compassione, che mi fa pensare ad un Dio che si umilia, ad una ragazzina che diventa la più grande di tutte le donne, di un uomo che per amore, rispetto e altro accetta di perdere la propria virilità consacrandosi a custodire inviolato il Vero Amore, e di tanti uomini e donne di oggi che ancora ci credono, ci sperano. Lo sarà ancora? Chi lo sa? Non dovremmo però abbatterci, avvilirci, demoralizzarci perché potremmo recuperare… Basterebbe che il personaggio principale riprendesse il suo posto. Sul trono del mondo. Riprendiamoci il Natale… Buona novena.