Due madri per due missioni speciali. Dio realizza sempre il suo progetto, se lo lasciamo fare

Perché? Perché rischiare la salute, la vita, il progetto di Dio e andare a trovare una vecchia parente?

Ain Kerem dista un paio di giorni di cammino a dorso di mulo, in quello stato, con delinquenti che possono rapirti o chissà che altro? Eppure va non ci pensa due volte, nonostante le preoccupazioni di Anna o di Giuseppe, ma lei deve andare… c’è qualcosa di misterioso in tutto questo. Lo Spirito sicuramente l’ha ispirata, coinvolta, infervorata. La vecchia parente ha bisogno di lei del sua servizio, di conforto, di coinvolgimento e compiacenza.

Elisabetta non ha avuto figli. È un ramo secco. Una punizione divina? La sterilità femminile nell’Antico Testamento era considerata una maledizione di Dio. Venivi allontanata dalla comunità o perlomeno emarginata, anche se Elisabetta è la moglie di un sacerdote… nonostante questo Zaccaria, il suo sposo, non si comportato come maledetto, non si è sentito lontano da Dio. Poi accade: quando ormai la natura ha fatto il tuo corso ed è ormai impossibile generare, Dio interviene. Il figlio che avrà da Elisabetta sarà il Profeta, il Precursore, il Battitore della strada maestra del divino Maestro… nella logica di Dio la fede di Zaccaria genererà attraverso Elisabetta la profezia. Elisabetta ci insegna che, in un modo o nell’altro, Dio realizza sempre il suo progetto, se lo lasciamo fare.

Anche Maria vive la stessa situazione, anche lei è emarginata, considerata una donna di facili costumi. Quel pancino rigonfio che sta prendendo spazio e allarga la sua veste è difficilmente nascondibile la rende indesiderata.. ma ne riparleremo. Elisabetta e Maria, due donne alla sbarra. Ma il giudizio per fortuna è solo di Dio. I loro futuri figli sono legati con doppio nodo: parentela e missione.

Anche Elisabetta è entrata a far parte del nostro presepe “virtuale”.