Dalla Chiesa
In fila dietro all’Agnello, loro Re e Signore, condividono la palma del martirio
“Hostis Heròdes ìmpie, Christus venire quid times? Non éripit mortàlia qui regna dat caeléstia…”
Così comincia l’Inno ai Vespri dell’Epifania nel Tempo di Natale.
Perché temi Erode il Signore che viene? Non toglie i regni umani, chi dà il Regno dei cieli. (trad. italiana per la liturgia)
Quando un uomo, che è anche re, sposato ben sette volte e con quindici figli sul groppone e arriva ad ammazzarne alcuni insieme ad alcune mogli, c’è qualcosa che nella sua mente fa contatto. Mi riferisco ad Erode, paranoico, sospettoso, schizofrenico e chissà quanto altro frullava in quella testaccia … ha paura che qualcuno possa portargli via il trono costatogli fatica, sudore e soldi e soprattutto sangue, quella delle persone che ha soppresso con la spada o con l’acqua o con la corda.
Ma non è Erode il santo di cui dobbiamo parlare, ma di un gruppetto di bambini innocenti uccisi a Betlemme subito dopo la nascita di Gesù. Sicuramente ciò che ha alterato il re edumeo e pluriomicida è stata la vigliaccata rifilatagli dai Magi che non ha digerito. (incontreremo i magi il 6 gennaio prossimo). Questo ha fatto imbestialire Erode e con qualcuno doveva prendersela. Per raccontarvi come sono andate le cose più o meno, sfrutterò una scena di un film (ne ho analizzati una decina) che narra il fattaccio con dovizia di particolare. Si tratta del film “Gesù di Nazareth” di Franco Zeffirelli.
Siamo a Gerusalemme. Erode ha appena saputo da un suo inviato che i magi hanno attraversato le frontiere e se la sono svignata facendogliela sotto il naso. Erode si esprime in questa maniera pensando ad alta voce: “Però chi cerco io è rimasto qui. (intende Gesù ovviamente). Andate a Betlemme e uccidete ogni maschio di un anno, anzi no, di due. Meglio uccidere gli innocenti che tenere in vita il colpevole.” Interviene un anziano scriba che ribatte: ”Colpevole di cosa?”. Sbotta, viola in viso, Erode “Di essere al mondo, lui e la sua stella”. Quasi urlando: “Ma la spegnerò io quella maledetta stella. ”Erode è talmente ebbro di cattiveria che se la prende anche con la stella, vorrebbe schiacciarla con una scarpa come si uccide uno scorpione. Si esprime in questa maniera: “La soffocherò nel loro sangue! Questo è il mio regno. Non c’è posto per due re in Giudea! Da cosa credete che si distingua un vero re? Dal coraggio di sfidare anche le antiche profezie”. Fa sicuramente riferimento a Michea 5,6: (E tu Betlemme di Efrata così piccola tra i capoluoghi di Giuda, da te uscirà colui che deve essere il dominatore in Israele). Ancora con voce più forte Erode schiumando per la rabbia: “Logori papiri letti soltanto da vecchi ciechi. Andate a Betlemme e sterminateli tutti. Li voglio morti. Che lui non sfugga”. Qui Erode si è giocato il posto in Paradiso. Vorrei condividere un immagine che ho avuto in flash pensando ai santi innocenti. I fanciulli di Betlemme che fanno scudo con i loro corpicini al Bambinello: “Scappa Signore, a lui (Erode) ci pensiamo noi..” la scena del film si conclude con un’inquadratura su Betlemme cosparsa di cadaveri. Silenzio e urla strazianti fanno da sottofondo, e un vecchio incredulo che cita un’altra profezia con cui chiudo questo mio scritto:
«Una voce si ode a Rama, un lamento e un pianto amaro: Rachele piange i suoi figli, e non vuole essere consolata per i suoi figli, perché non sono più» (Ger 31,15).