Papa Francesco: all’udienza generale, “nella vita prove troppo pesanti”, ma “Dio non è un Persecutore”

“Dio ci preservi da quella religiosità moralistica e di precetti che ci dà una certa presunzione e ti porta al fariseismo e all’ipocrisia”. Lo ha detto papa Francesco, stamani, all’udienza generale di questa mattina in piazza San Pietro. Nel discorso in lingua italiana, il Pontefice, continuando il ciclo di catechesi sulla vecchiaia, ha incentrato la sua riflessione sul tema: Giobbe. La prova della fede, la benedizione dell’attesa (Lettura: Gb 42,1-6.12.16). “In questo passaggio conclusivo del libro – quando Dio finalmente prende la parola –, Giobbe viene lodato perché ha compreso il mistero della tenerezza di Dio nascosta dietro il suo silenzio. Dio rimprovera gli amici di Giobbe che presumevano di sapere tutto, di Dio e del dolore, e, venuti per consolare Giobbe, avevano finito per giudicarlo con i loro schemi precostituiti. Dio ci preservi da questo pietismo ipocrita e presuntuoso!”.

L’attenzione del Papa si è concentrata su un aspetto particolare: “Dice il Signore: Giobbe ha parlato bene, anche quando era arrabbiato, perché ha rifiutato di accettare che Dio sia un ‘Persecutore’”. “E in premio Dio restituisce a Giobbe il doppio di tutti i suoi beni, dopo avergli chiesto di pregare per quei suoi cattivi amici”. Poi, l’attenzione sul “punto di svolta della conversione della fede al culmine dello sfogo di Giobbe”. Che il Papa ha interpretato con queste parole: “Mio Dio, io so che Tu non sei il Persecutore. Il mio Dio verrà e mi renderà giustizia”. Dal libro di Giobbe alla realtà quotidiana, il Papa ha sottolineato che quella parabola “rappresenta in modo drammatico ed esemplare quello che nella vita accade realmente”. “Cioè che su una persona, su una famiglia o su un popolo si abbattono prove troppo pesanti, sproporzionate rispetto alla piccolezza e fragilità umana. Nella vita spesso, come si dice, ‘piove sul bagnato’. E alcune persone sono travolte da una somma di mali che appare veramente eccessiva e ingiusta”.