Papa Francesco ai bambini: “vi aspetto nel settembre 2026”

Centomila bambini, provenienti da oltre 100 nazioni. Sono i numeri delle due giornate in cui si è svolta la prima Giornata mondiale dei bambini – patrocinata dal Dicastero per la Cultura e l’educazione – allo Stadio Olimpico e in piazza San Pietro. La prossima – ha annunciato papa Francesco dopo il monologo di Roberto Benigni che ha concluso l’evento – si svolgerà nel settembre 2026: “Vi aspettiamo lì”. Sia allo Stadio Olimpico che in piazza San Pietro il Santo Padre ha scelto di dialogare a braccio con i bambini, nel primo caso rispondendo alle loro domande e nel secondo sotto forma di omelia dialogante.

Dialogando con i bambini allo Stadio Olimpico, per il primo atto della Giornata mondiale dei bambini, il Papa ha fatto plasticamente vedere cosa significa fare pace, stringendo lui stesso la mano di uno dei piccoli e chiedendo a ciascuno dei bambini presenti di fare altrettanto.

Poi ha dato il calcio di inizio ad una breve partita tra i campioni dello sport, capitanati da Gigi Buffon, e i piccoli protagonisti della Giornata. Molti gli artisti che si sono esibiti a bordo del campo di calcio, da Renato Zero ad Albano, da Orietta Berti a Lino Banfi.

“Se tu dovessi fare un miracolo, quali sceglieresti?”, una delle domande dei bimbi. “Che tutti i bambini abbiano il necessario per vivere, per mangiare, per giocare, per andare a scuola”, la risposta del Papa: “Questo è il miracolo che a me piacerebbe fare: che tutti i bambini siano felici”.

“Non dobbiamo lasciare abbandonati i nonni”, il monito. Poi la rivelazione: “Io sono felice perché voi siete gioiosi, avete la speranza del futuro. Continuate ad essere gioiosi”.

“Siamo qui per pregare insieme, per pregare Dio. Preghiamo Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo: uno in tre persone”. Francesco ha cominciato così l’omelia della Messa per la prima Giornata dei bambini, pronunciata in piazza San Pietro interamente a braccio, lasciando da parte il testo scritto.

“Lo Spirito Santo è quello che ci accompagna nella vita”,

ha ripetuto a più riprese il Papa esortando i bambini a fare lo stesso. “Il problema è chi è lo Spirito Santo”, ha detto spiegando ai piccoli cos’è la Trinità: “Non è facile, perché lo Spirito Santo è Dio, è dentro di noi: noi riceviamo lo Spirito Santo nel battesimo, nei sacramenti. Lo Spirito Santo è quello che ci accompagna nella vita. È quello che ci dice nel cuore le cose buone che dobbiamo fare. E’ quello che quando facciamo qualcosa male ci rimprovera dentro. Lo Spirito Santo è quello che ci dà la forza, ci consola nelle difficoltà”. “Siamo felici, tutti noi, perché crediamo”, ha sintetizzato il Papa: “La fede ci fa felici. E crediamo in Dio che è padre, figlio e Spirito Santo. Il Padre che ci ha creato, Gesù che ci ha salvato e lo Spirito Santo che ci accompagna nella vita. Pregate per noi, pregate per i genitori, per i nonni, per i bambini ammalati – ci sono tanti bambini ammalati – e soprattutto pregate per la pace, perché non ci siano le guerre”. “Salutate i vostri genitori, i vostri amici, salutate i nonni!”, la consegna durante l’Angelus recitato al termine della Messa. “Un applauso ai nonni”, ha detto Francesco ringraziando gli organizzatori dell’evento.

“I bambini sono il nostro futuro, la gioia di domani”,

l’esordio del monologo di Roberto Benigni, che per prima cosa ha dato un bacio al Papa a nome di tutti i bambini presenti. “Se non sarete come questi bambini, non entrerete nel Regno dei cieli, ha detto Gesù”, ha proseguito: “oggi noi siamo nel Regno cieli, perché siamo tornati tutti bambini. E il più piccolo di tutti è Papa Francesco”. “I bambini non sono un vaso da riempire, sono un fuoco da accendere, e voi accendete la fantasia”, l’omaggio di Benigni, soffermandosi sull’importanza delle fiabe, che ha volte hanno il pregio di diventare vere:

“Inventate storie, perché diventerete unici, anche se lo siete già: ognuno di voi è protagonista di una storia che non si ripeterà più per l’eternità. Siete voi gli eroi della vostra vita.

Le cose difficili dovete fare: e se sbagliate non vi preoccupate, provate e riprovate”. “Qualsiasi cosa fate, amatela: non accontentatevi di fare un buon lavoro, lo dovete fare al meglio”, ha proseguito il comico, attore e regista: “Non vi fidate di chi vi dice siate sicuri: dovete essere insicuri, più dubbi avete meglio è. Chiedete e non abbiate paura, come diceva Giovanni Paolo II. Prendete il volo, prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro. Fate diventare il mondo più bello, noi non ci siamo riusciti. Cercate di portare il vostro contributo al bene”.

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