Congregazione dei santi: Armida Barelli sarà beata

Questa mattina papa Francesco ha ricevuto in udienza il cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.

Durante l’udienza, si legge nel bollettino vaticano, “il Sommo Pontefice ha autorizzato la medesima Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti” diverse figure di prossimi beati.

I decreti riguardano: “Il miracolo, attribuito all’intercessione della Venerabile Serva di Dio Armida Barelli, del Terz’Ordine secolare di San Francesco, cofondatrice dell’Istituto secolare delle Missionarie della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo, nata il 1° dicembre 1882 a Milano e morta a Marzio il 15 agosto 1952; le virtù eroiche del Servo di Dio Albino Alves da Cunha e Silva, sacerdote diocesano; nato il 22 settembre 1882 a Codeçôso (Portogallo) e morto a Catanduva (Brasile) il 19 settembre 1973; le virtù eroiche del Servo di Dio Ignazio di San Paolo (al secolo: Giorgio Spencer), sacerdote professo della Congregazione della Passione di Gesù Cristo, nato il 21 dicembre 1799 a Londra (Inghilterra) e morto a Carstairs (Scozia) il 1° ottobre 1864; le virtù eroiche della Serva di Dio Maria Felicita Fortunata Baseggio (al secolo: Anna Clara Giovanna), monaca dell’Ordine di Sant’Agostino, nata il 5 maggio 1752 a Ferrara (Italia) e morta a Rovigo (Italia) l’11 febbraio 1829; le virtù eroiche della Serva di Dio Floralba Rondi (al secolo: Luigia Rosina), religiosa professa della Congregazione delle Suore delle Poverelle – Istituto Palazzolo, nata il 10 dicembre 1924 a Pedrengo (Italia) e morta a Mosango (Repubblica Democratica del Congo) il 25 aprile 1995; le virtù eroiche della Serva di Dio Clarangela Ghilardi (al secolo: Alessandra), religiosa professa della Congregazione delle Suore delle Poverelle – Istituto Palazzolo, nata il 21 aprile 1931 a Trescore Balneario (Italia) e morta a Kikwit (Repubblica Democratica del Congo) il 6 maggio 1995; le virtù eroiche della Serva di Dio Dinarosa Belleri (al secolo: Teresa Santa), religiosa professa della Congregazione delle Suore delle Poverelle – Istituto Palazzolo; nata l’11 novembre 1936 a Cailina di Villa Carcina (Italia) e morta a Kikwit (Repubblica Democratica del Congo) il 14 maggio 1995; le virtù eroiche della Serva di Dio Elisa Giambelluca, fedele laica, membro dell’Istituzione Teresiana, nata il 30 aprile 1941 a Isnello (Italia) e morta a Roma (Italia) il 5 luglio 1986”.

Armida Barelli, “sorella maggiore” per le ragazze e le donne di Azione cattolica.

Fu tra i fondatori dell’Università Cattolica. La biografia

Armida Barelli (1° dicembre 1882, Milano – 15 agosto 1952, Marzio, Varese), nasce in una famiglia borghese, studia in un collegio svizzero. Tornata a Milano, si dedica ai ragazzi abbandonati e poveri, collaborando con Rita Tonoli, che fonderà poi un istituto dedito all’assistenza di tali ragazzi e che la mette in contatto con padre Agostino Gemelli. “L’incontro con il frate – si legge nella nota biografica diffusa dal Comitato per la beatificazione – segna per lei l’inizio di una collaborazione che durerà tutta la vita: Azione cattolica, Istituto secolare Missionarie della Regalità, Università Cattolica del Sacro Cuore, Opera della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo”. Nel 1918 fonda la Gioventù femminile cattolica milanese, chiamata a tale incarico dal card. Ferrari, arcivescovo di Milano, “che, dinanzi alla propaganda marxista, vede l’urgenza di una formazione delle giovani, per testimoniare con la vita il battesimo ricevuto. La Barelli si sente inadeguata per tale compito, ma dinanzi all’urgenza che le viene fatta notare, accetta”. Diventa la “sorella maggiore” di “un gruppo di giovani che dalle parrocchie milanesi si ritrovano in vescovado ad approfondire problemi teologici e sociali”. L’esperienza positiva di Milano spinge Papa Benedetto XV ad affidarle lo stesso compito per tutte le diocesi italiane. La Barelli inizia il suo primo giro lungo la penisola “per chiamare a raccolta le giovani, che rispondono con entusiasmo. Propone loro un cammino esigente e difficile: andare contro corrente, grazie all’impegno personale della formazione e alla vita di gruppo, avendo come fondamento un trinomio: eucaristia, apostolato, eroismo”.

Nel 1919, insieme a padre Gemelli, fonda l’Istituto secolare delle Missionarie della Regalità di Cristo e con lui anche l’Opera della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo per la diffusione della liturgia. Fonda case di spiritualità nei più importanti luoghi francescani e “promuove una vasta opera di formazione spirituale e di discernimento vocazionale”.Nel 1921 fa parte del gruppo dei fondatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. “Accompagna con straordinaria efficacia tutte le fasi di sviluppo dell’Ateneo per i primi trent’anni contribuendo, soprattutto con l’annuale Giornata per l’Università Cattolica a mobilitare i cattolici italiani”. Armida Barelli organizza convegni, pellegrinaggi, settimane della purezza, settimane sociali e attività per le missioni. Al crollo del regime, “continua un’opera preziosa per l’inserimento nella vita politica delle donne chiamate a votare per la prima volta”. Nel 1946, Armida Barelli viene nominata vice presidente generale dell’Azione cattolica italiana da Pio XII.Nel 1949, si ammala di paralisi bulbare, che la porterà alla morte. Scrive: “accetto la morte, quella qualsiasi che il Signore vorrà, in piena adesione al volere divino”. È sepolta dal 1953 nella cripta della cappella dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano.

Truffelli (Azione cattolica), “Incontrò migliaia di giovani donne suscitando una fede creativa e coraggiosa. Il suo esempio continua”

“Con gioia l’Azione cattolica italiana ha appreso la notizia della beatificazione di Armida Barelli, fondatrice della Gioventù femminile e ‘sorella maggiore’ per tante giovani donne che si dedicarono all’opera evangelizzatrice nell’Italia della prima metà del Novecento”. Lo afferma Matteo Truffelli, presidente nazionale di Ac. L’associazione fa parte del Comitato per la beatificazione della Barelli, assieme all’Università Cattolica e all’Istituto secolare delle Missionarie della regalità di Cristo. “La vita di Armida racconta una storia ricca d’iniziativa, di coraggio, di libera assunzione di responsabilità, di impegno: una vita spesa nell’apostolato operoso, che ha dato forma – spiega Truffelli – a un nuovo ruolo delle giovani e delle donne nella Chiesa e nella società. Armida, una donna tra due secoli, attraversò le sfide dell’epoca con la forza della sua fede incrollabile, divenendo esempio limpido per moltissime donne che, seguendo le sue orme, hanno scelto e scelgono ancora oggi di mettersi a servizio della Chiesa”.

Attraverso la sua “instancabile opera”, la Gioventù femminile “si radicò in tutto il territorio nazionale, divenendo il ramo dell’Ac più numeroso per aderenti: viaggiando da nord a sud e percorrendo strade inesplorate nell’annuncio del Vangelo, Armida incontrò migliaia di giovani donne suscitando in tutte una fede creativa, audace, coraggiosa ed entusiasta, muovendo in loro il desiderio di coinvolgere molte altre persone in questa missione”. Nelle associazioni diocesane di Ac “ci sono stati e ci sono ancora oggi numerosi esempi di donne come Armida, che hanno raccolto negli anni la sua eredità portando avanti con entusiasmo contagioso l’opera di evangelizzazione della ‘sorella maggiore’”. Per questo, conclude il presidente nazionale Truffelli, “l’Azione cattolica si rallegra con la Chiesa tutta, certa che la beatificazione di Armida Barelli possa essere per le giovani generazioni esempio di dedizione e di amore”.

Monsignor Giuliodori (Università Cattolica):

“Esempio per tutta la Chiesa affinché si spendano energie umane, culturali e spirituali per le nuove generazioni”

“Armida Barelli era, già in vita, apprezzata e riconosciuta in un profilo di coerenza e santità cristiana, per la sua intensa vita spirituale soprattutto tra le consacrate” dell’Istituto della Regalità di Cristo e “tra le donne di Azione cattolica”. “Questa beatificazione, annunciata oggi e per la quale siamo grati al Santo Padre, rappresenta non solo una certificazione di questa diffusa consapevolezza, ma diventa anche un esempio per tutta la Chiesa affinché si spendano energie umane, culturali e spirituali per le nuove generazioni”. Monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, commenta la pubblicazione del decreto riguardante un miracolo attribuito all’intercessione della Venerabile Serva di Dio Armida Barelli, che fu – un secolo fa, nel 1921 – tra i promotori dell’ateneo milanese assieme a padre Agostino Gemelli.

Monsignor Giuliodori ricorda “i molteplici servizi” svolti dalla Barelli “a favore delle giovani di Ac, degli studenti dell’Università cattolica, a sostegno di tante vocazioni laicali e religiose, e per le missioni, specialmente in Cina”.

Armida Barelli “dev’essere inoltre riscoperta come donna che ha contribuito a forgiare generazioni di ragazze e di donne che, tra la prima e la seconda guerra mondiale, e nel dopoguerra, hanno costruito il nostro Paese. Una parte significativa di questo generoso impegno per l’Italia si deve all’opera straordinaria da lei compiuta”.