Papa Francesco ai giovani: “Abitare il sociale, il lavoro e la politica senza paura di sporcarsi le mani”

“È il momento di abitare il sociale, il lavoro e la politica senza paura di sporcarsi le mani. Voi potete dare una mano ad aprire le porte e le finestre delle parrocchie, affinché i problemi della gente entrino sempre più nel cuore delle comunità”. È l’invito del Papa ai giovani del “Progetto Policoro” della Cei, ricevuti oggi in occasione del 25esimo di fondazione. Attraverso il Progetto, si vuole affrontare il problema della disoccupazione giovanile, attivando iniziative di formazione a una nuova cultura del lavoro, promuovendo e sostenendo l’imprenditorialità giovanile in un’ottica di sussidiarietà, solidarietà e legalità, secondo i principi della Dottrina Sociale della Chiesa.

“Non abbiate paura di abitare anche i conflitti. Li troviamo nel mondo, ma anche a livello ecclesiale e sociale. Serve la pazienza di trasformarli in capacità di ascolto, di riconoscimento dell’altro, di crescita reciproca”. Quindi Francesco si è soffermato sul verbo, “appassionarsi”, perché “c’è uno stile che fa la differenza: la passione per Gesù Cristo e per il suo Vangelo. E questo si vede nel ‘di più’ che mettete per accompagnare altri giovani a prendere in mano la loro vita, ad appassionarsi al loro futuro, a formarsi competenze adeguate per il lavoro”. Il Progetto Policoro, ha aggiunto il Papa, “sia sempre al servizio dei volti concreti, della vita delle persone, soprattutto dei poveri e degli ultimi della nostra società”.

“Ci si appassiona quando si ha cura della propria interiorità, se non si trascura la spiritualità, se si studia, se si conosce in profondità la dottrina sociale della Chiesa e ci si sforza di tradurla nel concreto delle situazioni”, ha ribadito il Santo Padre: “Non abbiate paura di prestarvi anche gratuitamente per risollevare la vita di chi è scartato. Il contrario della passione è la mediocrità o la superficialità, che induce a pensare di sapere già tutto in partenza e a non ricercare soluzioni ai problemi mettendosi in gioco in prima persona”.

“In questo momento in Italia – ha detto Bergoglio durante il suo intervento – voglio fermarmi su una cosa grave: la disoccupazione che fa sì che tanti giovani cerchino un’alienazione. Voi sapete tante cose… Un numero consistente cerca il suicidio. Poi, alienarsi, andare fuori della vita, in un momento nel quale non siamo nell’estate della vita demografica italiana: siamo nell’inverno! Ci mancano i giovani e per questo i giovani non possono darsi il lusso di non entrare in questo lavoro”. Così il Papa, a braccio: “La media dell’età in Italia è 47 anni. Beh, siete vecchi. Non ha futuro. ‘Ma, come posso fare figli se non ho il lavoro?’, ‘Io, donna, come posso fare i figli, che appena il capo dell’ufficio vede la pancia mi caccia via, a tal punto che la pancia è diventata una vergogna?’. È tutto in un altro modo! Dovete reagire contro questo. Che i giovani incomincino a sognare, a fare i genitori, a fare figli. E per questo, che abbiano dei lavori. Il lavoro è un po’ una garanzia di questo futuro”.