“Il Cielo non prende niente senza ripagare abbondantemente” (Edith Stein)

Edith Stein nacque a Breslavia, (che era all’epoca ancora città tedesca), il 12 ottobre 1891 da genitori entrambi ebrei di origine. Nel 1893 suo padre muore improvvisamente. Fra i 15 e i 16 anni prese la ferma decisione di non frequentare più la scuola preferendo trasferirsi ad Amburgo presso la sorella Elsa, dove rimase per circa un anno, trascorso principalmente nell’assidua lettura di libri di letteratura antica e moderna nonché di filosofia, la quale già in quel periodo cominciava ad attirare le sue attenzioni e il cui studio presto l’avrebbe condotta a un dichiarato ateismo.

Il 3 marzo 1911 Edith sostenne e superò l’esame finale di maturità. Proseguì gli studi presso l’università di Breslavia, unica donna in classe tra maschi che la guardavano un po’ di “traverso”. I professori notarono ben presto le sue straordinarie doti intellettuali; nonostante ciò l’ambiente di Breslavia risultò ben presto inadatto alla sua sete di conoscenza. Si invaghì dalle teorie di Husserl, di cui aveva già letto in passato. Edith diventò membro della facoltà a Friburgo. Iniziò ad appassionarsi agli scritti della mistica carmelitana Santa Teresa di Gesù, (meglio nota come “la Grande” o “d’Avila”), in modo particolare nella sua autobiografia.

Nel 1921, arrivò ad abbandonare formalmente l’ateismo e si convertì. Battezzata il 1º gennaio 1922 a Bad Bergzabern. Andò ad insegnare presso due scuole domenicane. Durante questo periodo, desiderosa di vivere la clausura, si accostò alla filosofia tomistica, traducendo le “Quaestiones disputatae de veritate” di san Tommaso d’Aquino in tedesco. La sua vita fu scandita da preghiera, insegnamento, vita comune con le allieve e studio personale. Nel 1934 finalmente il sogno diventa realtà: Edith entra nel monastero carmelitano a Colonia  e prende il nome di Teresa Benedetta della Croce. Lì scrisse il suo libro metafisico “Endliches und ewiges Sein” (Essere finito ed Essere eterno) con l’obiettivo di conciliare le filosofie di Tommaso d’Aquino e di Husserl. Per proteggerla dalla minaccia nazista, venne trasferita al convento carmelitano di Echt in Olanda. Lì scrisse “La scienza della croce“, su san Giovanni della Croce. Edith non era al sicuro neanche ad Echti: la conferenza dei vescovi olandesi il 20 luglio 1942 fece leggere in tutte le chiese del paese una lettera contro il razzismo nazista. 

In risposta, Hitler ordinò l’arresto di tutti gli ebrei anche “convertiti” (che fino a quel momento erano stati risparmiati). Edith e sua sorella Rose, pure lei diventata cristiana, sebbene rimasta nello stato di “suora conversa” (terziaria), vennero catturate e internate nel campo di transito di Westerbork prima di essere trasportate al campo di concentramento e sterminio di Oswiecim-Auschwitz presso Cracovia in Polonia, dove furono uccise nelle camere a gas il 9 agosto 1942.

Edith Stein fu beatificata da Giovanni Paolo II nel 1987 e canonizzata 11 anni dopo. Nel 1999 è stata proclamata patrona d’Europa, insieme alla nostra Caterina da Siena e a Brigida di Svezia. 

Siamo grati al Signore per il dono di Teresa Benedetta della Croce che speriamo vedere presto onorata con il titolo di Dottore della Chiesa.