Dalla Chiesa
Alberico, un uomo che cercò il silenzio sul Fumaiolo, immerso nella natura
“O Dio che hai concesso al santo eremita Alberico di perseverare nella penitenza e nella contemplazione, per il suo esempio e la sua intercessione concedici di ricercare con tutte le forze quei beni che sono la via del cielo.” (dalla liturgia delle Ore)
Siamo giunti oramai agli sgoccioli del mese di agosto, mese dedicato proprio dai Romani all’imperatore Ottaviano Augusto… mentre non sappiamo chi dedicò al santo di oggi l’eremo che sorge a 1.147 metri (s.l.m.) e che molte persone visitano durante l’anno soprattutto nei mesi estivi. Parlo di sant’Alberico, l’eremita.
Come per il vescovo Vicinio anche Alberico, sembra che visse intorno al IV o V secolo. Su alcuni libri di agiografia vengono narrati brani di vita di questo eremita. Di come appartenesse a un ordine cavalleresco, quello di san Giorgio martire prima di lasciare tutto e mettersi alla ricerca della voce di Dio che lo chiamava a seguirlo nella solitudine e nella contemplazione immerso nella natura. C’è chi sostiene che, secondo la tradizione orale, Alberico si trattenne presso san Marino, alle falde del monte Titano, dove i seguaci di san Benedetto costruirono una abbazia: sant’Anastasio in Valle (oggi rimangono pochi ruderi di questa abbazia). Dopo qualche tempo il nostro Alberico decise di abbandonare il posto e spostarsi alle pendici del monte Fumaiolo, in località Ocri. Non contento di questa nuova posizione si diresse senza indugio verso una grotta vicina, più confacente ai suoi desideri di asceta. Si racconta che Alberico morì centenario e venne sepolto nei pressi della grotta. Il giorno della morte è riportato secondo la tradizione il 29 agosto 1050 circa. Su questa grotta che diventerà famoso luogo di pellegrinaggi vi eressero in seguito l’eremo che esiste tutt’ora.
Nel 1300, nel timore che i Fiorentini ne asportassero i resti mortali, divenuti dal culto iniziato a espandersi, preziose reliquie, furono trasferite nella chiesa (dell’abbazia sopracitata) di sant’Anastasio in diocesi di Montefeltro.
Oggi l’eremo è conosciuto proprio con il nome del santo che qui abitò santificandosi nel più rigoroso ascetismo: eremo di sant’Alberico, appunto. Questi luoghi santi attirano uomini e donne spinti dal desiderio di vivere il Vangelo tra i monti nel silenzio e la solitudine. Ricordiamo alcuni personaggi famosi: il servo di Dio don Quintino Sicuro, proveniente dalla lontana Lecce. Così ne seguirà l’esempio, anche fratel Vincenzo Minutello originario del Salento e poi da Cattolica fra Michele Falzone, che ha vissuto la prima esperienza religiosa tra i Minori di san Francesco e nello scoutismo. Tutti e tre sono sepolti nel giardino all’interno dell’eremo. Il giorno 29 agosto è festa grande su all’eremo. Come dicevo ricordiamo il dies natalis del santo e quindi salgono i pellegrini per la Messa presieduta dal vescovo e la visita ai luoghi santi.
“Ho combattuto la buona battaglia , sono giunto al traguardo, ho conservato la fede; ora è pronta per la corona di giustizia”.(2 Tim 4,7-8)