Dalla Chiesa
Papa Francesco all’Angelus: “Gesù non vuole esteriorità. La lamentela chiude le porte a Dio”
“Il Vangelo della liturgia di oggi mostra alcuni scribi e farisei stupiti dall’atteggiamento di Gesù. Sono scandalizzati perché i suoi discepoli prendono cibo senza compiere prima le tradizionali abluzioni rituali. Pensano tra sé: ‘Questo modo di fare è contrario alla pratica religiosa’ (cfr Mc 7,2-5). Anche noi potremmo chiederci: perché Gesù e i suoi discepoli trascurano queste tradizioni?”. Così si è espresso papa Francesco ieri all’inizio dell’Angelus.
“Perché Gesù non ci bada? Perché – ha spiegato il Pontefice – per Lui è importante riportare la fede al suo centro. Nel Vangelo lo vediamo continuamente: questo riportare la fede al centro. Ed evitare un rischio, che vale per quegli scribi come per noi: osservare formalità esterne mettendo in secondo piano il cuore della fede. Anche noi tante volte ci ‘trucchiamo’ l’anima. La formalità esterna e non il cuore della fede: questo è un rischio. È il rischio di una religiosità dell’apparenza: apparire per bene fuori, trascurando di purificare il cuore. C’è sempre la tentazione di ‘sistemare Dio’ con qualche devozione esteriore, ma Gesù non si accontenta di questo culto. Gesù non vuole esteriorità, vuole una fede che arrivi al cuore”.
“Spesso pensiamo che il male provenga soprattutto da fuori: dai comportamenti altrui, da chi pensa male di noi, dalla società”, ha osservato Bergoglio. “Quante volte incolpiamo gli altri, la società, il mondo, per tutto quello che ci accade! È sempre colpa degli ‘altri’: è colpa della gente, di chi governa, della sfortuna, e così via. Sembra che i problemi arrivino sempre da fuori. E passiamo il tempo a distribuire colpe; ma passare il tempo a incolpare gli altri è perdere tempo. Si diventa arrabbiati, acidi e si tiene Dio lontano dal cuore. Come quelle persone del Vangelo, che si lamentano, si scandalizzano, fanno polemica e non accolgono Gesù. Non si può essere veramente religiosi nella lamentela: la lamentela chiude le porte a Dio”. Quindi “chiediamo oggi al Signore che ci liberi dal colpevolizzare gli altri… Domandiamo nella preghiera la grazia di non sprecare tempo a inquinare il mondo di lamentele, perché questo non è cristiano. Gesù ci invita piuttosto a guardare la vita e il mondo a partire dal nostro cuore. Se ci guardiamo dentro, troveremo quasi tutto quello che detestiamo fuori. E se, con sincerità, chiederemo a Dio di purificarci il cuore, allora sì che cominceremo a rendere più pulito il mondo. Perché c’è un modo infallibile per vincere il male: iniziare a sconfiggerlo dentro di sé”.
“Seguo con grande preoccupazione la situazione in Afghanistan, e partecipo alla sofferenza di quanti piangono per le persone che hanno perso la vita negli attacchi suicidi avvenuti giovedì scorso, e di coloro che cercano aiuto e protezione. Affido alla misericordia di Dio onnipotente i defunti e ringrazio chi si sta adoperando per aiutare quella popolazione così provata, in particolare le donne e i bambini”. Con queste parole papa Francesco ha ricordato, dopo la preghiera dell’Angelus, la situazione nel Paese mediorientale. “Chiedo a tutti di continuare ad assistere i bisognosi e a pregare perché il dialogo e la solidarietà portino a stabilire una convivenza pacifica e fraterna e offrano speranza per il futuro del Paese. In momenti storici come questo non possiamo rimanere indifferenti, la storia della Chiesa ce lo insegna. Come cristiani questa situazione ci impegna. Per questo rivolgo un appello, a tutti, a intensificare la preghiera e a praticare il digiuno. Preghiera e digiuno, preghiera e penitenza. Questo è il momento di farlo. Sto parlando sul serio: chiedendo al Signore misericordia e perdono”.
Quindi Francesco ha aggiunto: “sono vicino alla popolazione dello Stato venezuelano di Mérida, colpita nei giorni scorsi da inondazioni e frane. Prego per i defunti e i loro familiari e per quanti soffrono a causa di questa calamità”. Al termine dell’incontro, dopo aver salutato e ricordato nella preghiera altre comunità e Paesi, ha aggiunto: “per favore, non dimenticatevi di pregare per me”.