La natività di Maria

Oggi festeggiamo la natività di Maria, la Madre di Gesù, nostro Signore e Dio. Solo di Maria e di Giovanni Battista, per antico privilegio, festeggiamo anche la nascita. Non avviene per nessun altro santo. Questa festa l’ha voluta papa Sergio I, originario della Siria, che sulla fine degli anni del settimo secolo la introdusse  in Occidente. Già nel IV secolo era stata innalzata una basilica dedicata a sant’Anna e nel giorno della sua dedicazione veniva celebrata la natività di Maria. La nascita della Vergine è strettamente legata alla venuta del Messia, promessa, preparazione e frutto della salvezza.

Mistica aurora che precede il sole di giustizia, Maria preannunzia a tutto il mondo la gioia dell’arrivo del Salvatore. Da sempre Dio Padre ha preparato Maria, arca santa, tempio dello Spirito Santo,  che avrebbe portato al mondo il suo divin Figlio. Nel Vangelo di Matteo, leggiamo la genealogia di Gesù che culmina nell’espressione: “Giuseppe lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo”. Maria bambina è immagine di una umanità nuova, quella da cui il Figlio suo toglierà il cuore di pietra per donarle un cuore di carne che sappia accogliere in docilità i precetti di Dio. L’8 settembre le Chiese di Occidente e quelle d’Oriente festeggiano insieme la natività della Theotokos. Tutto quello che sappiamo della natività di Maria proviene dal Protovangelo di Giacomo (un libro apocrifo, non ispirato).

Questo libro consta di tre scritti, ognuno dei quali ebbe la sua storia indipendente prima di essere unito agli altri in un unico volume tra il III e il IV secolo. Farò riferimento solo al primo: la maternità di Maria. E’ poco probabile che sia stato scritto in ebraico. L’autore si dimostra estremamente riservato e discreto nell’accogliere aspetti leggendari e dimostra una buona conoscenza dell’Antico Testamento al quale ispira molte scene. L’opera è stata scritta soprattutto a glorificazione della Beatissima Vergine Maria. (Accennerò solo qualche stralcio, giusto per farci un’idea) In ebraico, Maria si pronuncia Myriam, è figlia del ricco Yohakim (Gioacchino) e della sterile Channah (Anna), viene educata nel tempio fin dalla più tenera età, fu affidata dai sacerdoti al vedovo e anziano Giuseppe e così via…

Ma facciamo un passo indietro. Anna, la moglie di Gioacchino, era sterile e desiderava con tutto il cuore la maternità, si affidò al Signore che glie lo concesse. Racconta il testo: Ed ecco un angelo del Signore le apparve, dicendole: “Anna, Anna! Il Signore ha esaudito la tua preghiera; concepirai e partorirai. Si parlerà in tutta la terra della tua discendenza “. Di getto Anna, tra la commozione e le lacrime, rispose all’angelo: “Com’è vero che il Signore, mio Dio, vive, se io partorirò, si tratti di un maschio o di una femmina, verrà offerto in voto al Signore mio Dio e lo servirà per  tutti i giorni della sua vita”. E così sarà anche per Gioacchino, riceverà l’annuncio che diventerà padre. Gioacchino fece un grande voto di ringraziamento: dieci agnelli, senza macchia, né difetto, in offerta per il Signore; dodici vitelli teneri verranno portati ai sacerdoti e per il consiglio degli anziani; e cento capretti per sfamare il popolo. Vennero i giorni del parto. Anna chiese alla levatrice: “Che cosa ho partorito?”. Questa rispose: “Una bambina!”. Dopo i giorni della purificazione, secondo la legge di Mosè, Anna impose alla bimba il nome di Maria. Appena fu pronta, la piccola Maria fu portata al tempio per esaudire la promessa fatta da Anna all’angelo. Ma questa è un’ altra festività. 

In diocesi abbiamo quattro chiese erette e intitolate alla natività di Maria: a Ronta, a Diegaro, Boccaquattro, e il santuario seicentesco, fatto erigere dalla Confraternita del Suffragio per le anime del Purgatorio, che oggi si onora e gode di avere come egida la “natività di Maria santissima” che troneggia nella pala dell’altar maggiore. In Italia spiccano il Duomo di Milano, che fu consacrato dal santo cardinal Carlo Borromeo il 20 ottobre 1572 e che sulla facciata riporta la scritta: “Mariae Nascenti”; a Vicenza, alla fine degli anni settanta, a furor di popolo venne chiesta al vescovo Arnoldo Onisto l’elezione a patrona della città e della diocesi: mi riferisco alla famosissima Madonna di monte Berico, a cui fu innalzata una basilica dedicata proprio alla nascita di Maria Vergine.