Dalla Chiesa
San Nicola da Tolentino, il patrono delle anime del Purgatorio
Nella chiesa-santuario del Suffragio, a Cesena, fatta erigere a metà del VII secolo dalla Pia Congregazione per il Suffragio per le anime del Purgatorio, è presente e ben in vista, nella pala del primo altare a sinistra, tra gli altri il nostro santo, Nicola da Tolentino. Nicola assieme a Caterina Fieschi, meglio conosciuta come Caterina da Genova, sono i due santi patroni delle anime purganti. Ma torniamo al nostro santo.
Nasce a Sant’Angelo in Pontano, nelle Marche, nei pressi di Loreto. Alla nascita gli imposero il nome di Nicola, come voto di ringraziamento al santo vescovo di Bari, per aver esaudito la preghiera dei suoi genitori, una coppia senza bambini. Entra prestissimo in seminario a dodici anni, nel convento degli Eremiti di sant’Agostino. Nel 1269, a 25 anni, ricevette il sacramento dell’Ordine, diventando sacerdote. Predicazione e confessioni furono i suoi primi impegni pastorali. Sebbene giovane non ci mise molto nel ricercare una vita più ascetica che portò abbondanti frutti di grazie. Le sue omelie erano ricercatissime, perché le sue parole arrivano dritte al cuore della gente. Per il suo modo di vivere, il suo esempio fu scelto come maestro dei novizi. Poco tempo dopo fu trasferito nel convento di Tolentino. Qui si distinse per il suo modo di predicare, di prendersi cura dei malati e dei poveri per i quali non disdegnava di andare alla questua, cioè andare a chiedere la carità. Il profumo della sua santità cominciava a sentirsi tra la gente. Devotissimo alle anime del Purgatorio. A quei tempi non vi era uso di celebrare l’Eucaristia tutti i giorni, ma per grazia divina a lui fu concesso di celebrare ogni giorno e applicare i frutti della Santa Messa a suffragio delle anime del Purgatorio.
Come cominciò questa sua particolare passione? Un suo confratello, di cui sappiamo nome e provenienza, fra Pellegrino da Osimo, andò da lui in sogno. Gli apparve chiedendogli di celebrare l’indomani una Santa Messa per ricevere un po’ di sollievo dai suoi tormenti: “Per i miei peccati sarei stato perduto per l’eternità, ma per la misericordia di Dio sono salvo e brucio in questo fuoco, nel quale vivo una purificazione lunga e dolorosa”. Fra Nicola era appena un giovane sacerdote non poté promettere al confratello defunto il suo aiuto, perché l’obbedienza gli chiedeva di applicare tutte le celebrazioni per le intenzioni del monastero. Il frate purgante insistette tirandolo per il cappuccio del saio : “Vieni con me Padre Nicola, e vedrai quanto sia necessario intercedere per noi”. Nicola si trovò in Purgatorio. Alzò lo sguardo e vide una distesa innumerevole di anime che si lamentavano. “Ecco, riprese fra Pellegrino, sono loro che mi hanno mandato da te. Poiché tu sei ben visto da Dio, abbiamo fiducia che con la santa Messa offerta per noi saremo liberati dalla nostra sofferenza”.
Il giorno dopo fra Nicola si recò dal superiore e gli chiese il permesso di celebrare per le anime del Purgatorio. Non bastò questo per soddisfare la voglia di suffragare, Nicola aumentò le penitenze e ottenne che il confratello fu liberato dalle “catene” del Purgatorio. Fu lo stesso frate a raccontarglielo in sogno. Nicola fu anche un famoso esorcista. Questa sua facoltà rimase integra anche dopo la sua morte visto che numerosi ex voto lo indicano come guaritore di indemoniati. Trascorse gli ultimi 30 anni della sua vita predicando quasi ogni giorno. Sebbene negli ultimi anni la malattia mise alla prova la sua sopportazione, continuò le sue mortificazioni quasi fino alla morte.
I devoti ne ricordano la mitezza, l’ingenua semplicità e la dedizione per la verginità, che non tradì mai, custodendola con la preghiera e la penitenza. Morì il 10 settembre del 1305. Il processo venne aperto nel 1325 sotto papa Giovanni XXII, ma si concluse solo nel 1446 con il pontificato di papa Eugenio IV. Tuttavia già fin dalla metà del ‘300 veniva raffigurato con l’aureola. Papa Bonifacio IX concesse l’indulgenza plenaria a chi visitava la tomba di Nicola con la Bolla Papale Splendor paternae gloriae del 1390. San Nicola fu un santo mariano poiché sostenne di avere la visione degli angeli che trasportavano la Santa Casa di Loreto nella città marchigiana il 10 dicembre del 1294.
La sua protezione è invocata dai devoti per gli appestati, i naufraghi e i carcerati, ma in particolare per le anime del Purgatorio. Come riconosciamo san Nicola da Tolentino? Nella iconografia classica viene sempre raffigurato con l’abito nero degli Eremiti agostiniani con la cintura di pelle (e non una corda, che distingue i santi francescani) e un sole al centro del petto o sulla testa per uno dei fatti della sua vita: si narra che un astro lucente lo seguisse continuamente nei suoi spostamenti e illuminasse la sua figura.