Cesenatico
La stagione estiva? Ai giovani piace meno
“Un momento peggiore di questo non si era mai vissuto per un’impresa”.
Lo ha detto Monica Ciarapica, albergatrice e presidente di Confesercenti Ravenna-Cesena, stamane alla presentazione dell’Accordo per il rilancio del settore turistico stagionale della riviera nel comprensorio cesenate, svoltasi a Cesenatico, al Palazzo del Turismo, sottoscritto nell’occasione. A firmarlo, oltre a Confesercenti, anche Confcommercio e Adac Federalberghi Cesenatico, Filcams Cgil Forlì Cesena, Fisascat Cisl Romagna, Uiltucs – Uil Cesena, l’Agenzia regionale per il lavoro della Regione Emilia-Romagna (Arl-Er) e Arl-Er Area Est Forlì, Cesena, Rimini e i Centri per l’Impiego di Cesena e Savignano.
Premessa della firma di oggi, un incontro in novembre che ha visto attorno ad un unico tavolo Associazioni di categoria, sindacati, imprese e Agenzia Regionale per riflettere sulle necessità di un settore in forte crisi.
Il lavoro stagionale non è più attraente, con danno per le attività che perdono fatturati ma anche per l’offerta turistica stessa. La difficoltà nel trovare personale negli alberghi per l’estate è costante e mancano profili qualificati.
A sintetica conclusione “serve un nuovo modello organizzativo per rilanciare l’occupazione giovanile” ha sottolineato durante la conferenza stampa di oggi Gianluca Bagnolini, segretario di Fisascat Romagna. Un modello più flessibile e appetibile per i ragazzi che non sono più disposti a lavorare 12 ore al giorno senza pausa, come negli anni 80.
Serve – si legge tra i contenuti dell’accordo sottoscritto – “sviluppare un’etica del lavoro, conciliandolo con le esigenze personali”.
Un’eredità, forse non negativa, che ci ha lasciato la pandemia e che potrebbe rappresentare un bello stimolo al cambiamento e al miglioramento. “Un turismo che non fa questi passi avanti non è competitivo” ha osservato Bagnolini.
Per fare questi passi, si potrebbe iniziare con il rendere disponibili contratti part-time, verticali, orizzontali o nelle forme che si troveranno, che lascino tempo per lo studio e la vita personale (il lavoratore più richiesto è under 30). Per un’azienda, significherebbe però assumere due lavoratori su due turni, anziché uno, e qui entrano in campo i soggetti pubblici. L’albergo, per esempio, che applicasse i contratti flessibili potrebbe ottenere un certificato che dia titolo a sgravi fiscali e contributi pubblici.
L’accordo siglato, continuano i sindacati, è un grosso risultato propri perché mette insieme tutti, compresa l’Agenzia regionale per il lavoro che sul territorio si articola nei Centri per l’impiego.
Come ha spiegato la direttrice Paola Cicognani, l’Agenzia ha tra i suoi principali impegni, il rilancio il portale “Lavoro per te” che, solo nella scorsa stagione, ha pubblicato più di 3000 annunci di ricerca di lavoro stagionale. L’obiettivo è facilitare l’incontro tra domanda e offerta, mettendo in rete dati freschi e non di archivio. L’agenzia si occuperà anche di formazione e monitoraggio dei dati del mercato del lavoro stagionale per favorire l’adozione di strategie di sviluppo. “Una collaborazione pubblico-privata per nulla scontata e in controtendenza con questo momento in cui i due mondi vanno in contrasto”, ha voluto sottolineare Cicognani.
La Regione ha messo a disposizione dalla stagione entrante anche un Contratto di apprendistato di primo livello per facilitare l’ingresso sul mercato ai 15enni, purchè iscritti a scuola, e un apprendistato ordinario per i 16enni. Un importantissimo passo avanti per la categoria di giovanissimi.
“In novembre abbiamo concluso quasi due anni di confronto tra associazioni, datori di lavoro e sindacati, arrivando a un protocollo, e oggi firmiamo un accordo. Ma sapete che i problemi non si possono risolvere da soli, se arrivano gli aiuti noi siamo qua” ha osservato Mauro Agostini di Adac Federaberghi.
Nella stagione 2022 i dipendenti stagionali in regione sono stati circa 40mila, il turismo produce il 15 per cento del Pil regionale, la partita è importantissima, concordano tutti.
“Finalmente ci siamo accorti che il mondo è cambiato. In Italia ci sono 3 milioni di giovani che non studiano e non lavorano, e servono 2 milioni di lavoratori. Se parliamo un’unica lingua possiamo avvicinarli” ha detto Augusto Patrignani, presidente di Confcommercio Cesenate.