Cesenatico
Duemila chilometri in bicicletta per i bambini profughi sull’isola greca di Samos
Una raccolta fondi per i bambini profughi che si trovano nell’hot spot sull’isola di Samos, in Grecia. E per la scuola che questi bambini frequentano. È questo l’intento dichiarato di cesenaticense Luca Bubbolini, 33 anni, impiegato alla Paresa Cesena, e di Ibrahim Bat, 31enne cameriere di Verghereto. Entrambi con la passione per la bicicletta, ma anche animati dal desiderio di poter fare qualcosa di concreto per gli altri. Di prima mattina è passato anche il sindaco Matteo Gozzoli per un saluto di incoraggiamento.
Nella scia del giovane scrittore Nicolò Govoni, direttore esecutivo dell’organizzazione non-profit I Rise e nominato più volte come candidato al Nobel per la pace, i due amici ciclisti si sono presi 15 giorni di ferie e hanno deciso di andare all’avventura per capire cosa si comprende stare dall’altra parte della barricata . “Dormiremo in tenda – dice Luca alla partenza avvenuta davanti al monumento dedicato a Marco Pantani – per ricreare le di vita dei profughi. Siamo consci di una differenza profonda, però: noi lo scegliamo, chi fugge condizioni da casa no. Vorremmo comprendere fino in fondo quale disparità c’è tra la nostra e la loro condizione”.
Su Instagram sarà possibile seguire le tappe dei due ciclisti che percorreranno duemila chilometri in sella e prenderanno quattro diversi traghetti per andare e tornare dall’isola di Samos. Le tappe saranno di 150-200 chilometri al giorno. La prima di oggi, di 220 chilometri, terminerà a Giulianova. “Dormiremo dove ci accoglieranno – confessa Luca -. Abbiamo fiducia nella Provvidenza. Non abbiamo organizzati nulla e non abbiamo trovato sponsor. Viaggiamo a nostre spese. Comunque non abbiamo chiesto niente a nessuno”.
Le bicilette sono state caricate anche di tutti i bagagli , che non sono pochi, tenda compresa.I materiali sono leggeri, ma hanno bisogno ugualmente di un po’ di spazio mettere in sella viveri, vestiti, cellulare…
“I soldi che raccoglieremo andranno direttamente alla scuola beneficiaria attraverso la piattaforma Still I Ride – aggiunge Luca -. Noi vorremmo solo sollecitare in tal senso, con la nostra piccola impresa”.
E la partenza davanti alla statua di Pantani? “Pantani è il nostro ispiratore – aggiunge Luca che da alcuni anni la domenica fa il volontario presso le case dell’associazione papa Giovanni XXIII fondato da don Oreste Benzi -. Io stesso ho iniziato a pedalare quando ho visto le sue imprese, negli anni ‘ 90. Poi ho smesso quando è morto. Ho ripreso solo un anno e mezzo fa e adesso sono qui con Ibrahim. Lui sì che è forte”.
L’arrivo a casa è fra 15 giorni , con la speranza di avere sollecitato le coscienze di tanti sui tanti bambini vittime delle guerre e dei soprusi.
Luca (a sinistra) e Ibrahim con i coniugi Andrea e Tania della casa famiglia della Papa Giovanni XXIII che si trova a Calabrina di Cesena