Coronavirus. Dalla discoteca al drive-in il passaggio può essere breve

Con il comparto dello spettacolo e dell’intrattenimento completamento bloccato dall’emergenza sanitaria del Coronavirus, in Romagna c’è chi aguzza la mente per provare a ripartire. Il cesenate Maicol Ucci, al vertice della discoteca Indie di Pinarella di Cervia, ha pensato di guardare al passato e trasformare la propria attività in un drive-in in stile americano.

“L’idea è nata dalla difficile situazione in cui ci troviamo e sembra chiaro che il nostro settore probabilmente sarà tra gli ultimi a riaprire e tornare in funzione. Mi sono imbattuto in una notizia online di qualche settimana fa nella quale veniva spiegato come negli Usa ci sia un ritorno importante al drive-in per la visione di film. Mi ha sempre incuriosito la tematica e mi son detto: lo spazio adatto ce l’ho, i servizi del locale come bagni e una piccola zona ristorazione sono presenti, quindi perché no? Con un po’ di fantasia i miei collaboratori e io vogliamo dare una seconda vita agli spazi di cui disponiamo per non lasciarli inattivi”.

La macchina organizzativa è scattata due settimane fa e ha come obiettivo “di ottenere anche solo un euro di guadagno. È scontato dire che se il nostro planning non producesse l’effetto desiderato, ma l’iniziativa ci facesse solo del male non la attueremo. I presupposti per far sì che vada a buon fine l’idea ci sono e ci manca poco, soprattutto vedendo la risposta positiva della clientela e dei partner dopo il lancio sui social”.

Se la conferma definitiva ancora non è del tutto certa del ‘Drive-Indie’, sicuramente ciò che nascerà “non sarà una discoteca. Ogni nucleo familiare arriverebbe nella nostra area parcheggio con la propria auto – dice Ucci – ad esempio una coppia con un figlio che già condividono casa. Il tutto sarebbe in sicurezza perché predisporremmo di una piazzola delimitata dalle giuste metrature per far rispettare le distanze e qualche sedia per poter uscire dall’auto”. Sul grande schermo apparirebbe una pellicola in stile cinema all’aperto, ma le idee non mancano.

“Vorremmo metterci un tocco nostro: ci piacerebbe vedere i grandi classici italiani e magari durante la stessa serata ospitare qualche attore protagonista così da poter esporre qualche aneddoto sulla storia e la propria carriera. La stessa cosa la si potrebbe fare con una band sul palco – prosegue il gestore -. Tutto ciò può essere un’opportunità, anche se piccola. Facciamo qualcosa e restiamo in vita, questo è il messaggio. Anche se guadagnassimo poco o niente le nostre strutture non rimarrebbero chiuse e saremmo attivi, pronti a tornare a fare il nostro lavoro che è la discoteca”.

Il segreto è adattarsi alla situazione difficile e “fare qualcosa di diverso perchè sentiamo la voglia di uscire e distrarci dopo tanto tempo. La nostra indole è lo spettacolo e riutilizziamo le nostre strutture e capacità in un settore non nostro”, aggiunge Ucci. Ma qual è la medicina per rialzare il settore della notte? “Nessuno ha la ricetta perfetta per uscire da questo momento difficile. Già prima dell’emergenza sanitaria il comparto non navigava in acque tranquille. Questo è un periodo di studio per approfondire altre branche del nostro lavoro e capire come migliorare le proprie attività. Non dobbiamo mollare, teniamo ‘botta’ come noi romagnoli sappiamo fare. L’unica cosa che possiamo fare è pensare e migliorare”.