Valle Savio
Condivisione e consolazione: “Qui a Ranchio, isolati, stiamo riscoprendo una nuova fratellanza”
C’è il sole a Ranchio. E Tamara, raggiunta al telefono, è commossa: dopo sette giorni lunedì sera ha potuto farsi una doccia calda, a casa sua. “Che emozione sentire il rumore dell’acqua uscire dal rubinetto”. Con il marito Michele Casali e il figlio Mattia, Tamara Giordani è tra le 400 persone del borgo – e altre delle frazioni vicine – che da martedì 16 maggio sono isolate a Ranchio di Sarsina. Le innumerevoli frane hanno bloccato i due fronti di accesso al paese, isolando di fatto tutti. Da ieri, martedì 23 maggio, il paese è accessibile da Linaro. Dopo giorni di lavoro, la viabilità è permessa ai mezzi di soccorso e rifornimenti, scortati da Misericordie o Carabinieri. In due giorni hanno sfondato tre chilometri di frane, da Linaro verso Ranchio. Gli operatori sulle ruspe dovevano andare a Borello facendo il giro della collina passando da sotto: Linaro, Borello, superstrada fino a San Piero, Passo del Carnaio e tornava indietro via Civorio. Ma i primi giorni anche Civorio era chiusa, con gli operatori rimasti ospiti nelle case perché non riuscivano a tornare.
Da subito il paese si è mobilitato: “Martedì mattina 16 maggio la sorgente appena sopra il bar ha iniziato a riversare quantità di acqua e fango esagerata. Tutti gli uomini del paese, che qui siamo tutti attrezzati – racconta Tamara – hanno fatto in modo che l’acqua venisse incanalata di qua e di là dal borgo, e infatti le case non si sono allagate. Eravamo tutti lì, e abbiamo pensato ‘Apriamo il capannone della Pro Loco”. Il capannone è attrezzato per le feste, con cucina, sedie e tavoli. “Lo abbiamo aperto il martedì a pranzo e non siamo più usciti. Qui trascorriamo le nostre giornate e torniamo nelle case solo a dormire. Martedì 16 maggio ci siamo trovati in poco tempo senza servizi: un palo della luce giù, una frana a Linaro ha rotto conduttura del gas, a Ranchio tubazione acqua saltata: ancora non ce ne rendevamo conto, ma in poche ore si è presentato uno scenario apocalittico. Attivato il generatore, primo avvio per poter mantenere carichi i telefoni a disposizione per soccorsi ed emergenze”. La luce è tornata quattro giorni dopo, l’acqua in buona parte del paese lunedì sera. A breve si confida nel ripristino di acqua, luce e gas per il territorio restante.
“Il capannone è stata la nostra casa in questi giorni: lì ci sentiamo più al sicuro. Lo stare insieme ci ha dato consolazione e forza. Il paese si è stretto in abbracci e pianti, ma non ci siamo sentiti soli, perché eravamo tutti insieme. Non abbiamo avuto né morti, né feriti: l’unico ferito grave è il nostro territorio. Devastato. Chiediamo di esserci vicino in questo momento di prova”, prosegue.
È originaria di Mercato Saraceno Tamara, e abita a Ranchio da trent’anni. “In questi giorni siamo cambiati nel profondo, scoprendo un nuovo senso di fratellanza mettendoci a disposizione per i servizi che possiamo fare. Mentre tutti gli uomini sono impegnati sulle strade, noi donne curiamo i pasti: 100 almeno a pranzo, di più la sera, quando rientrano gli operai: arriva l’escavatorista che mangia alle 12 e poi subito riparte, i vigili alle 13… di continuo il servizio cucina è pronto; dalle 14 alle 17 arrivano 30-40 persone che hanno lavorato a una frana, fanno rifornimento ai mezzi e intanto mangiano qualcosa di caldo. Immottati dalla testa ai piedi, bagnati fradici… cerchiamo di asciugare i panni come si può e servire loro un pasto caldo: è questa la gestione del capannone della Pro Loco. È una condivisione che ci ha unito. Molti di noi raggiungono le frazioni più isolate portando acqua potabile e pasti caldi. C’è chi raccoglie l’immondizia, che dopo qualche giorno comincia anche questo a essere un problema”.
“Il nostro paesaggio e la nostra terra si stanno ribellando. Ma noi che abitiamo in queste colline spettacolari diciamo che questo è il nostro posto, i nostri boschi. Noi siamo qui e questa è la nostra vita. Chi ha deciso di sposarsi è rimasto qui. La nostra paura è che ricada un’altra frana. Vorremmo una strada sicura, almeno una. Se non ci sono strade, il paese muore”.
Una quarantina i bambini di Ranchio. “È stato bello averli qui al capannone – prosegue Tamara che è cuoca alla scuola materna ed elementare del paese -. Per loro è stata una ‘scuola alternativa’. Ieri, martedì, hanno ripreso con le due maestre di Ranchio, con i volontari che aiuteranno gli spostamenti dei bambini. I ragazzi delle medie proseguono in dad”.
In paese vivono tante famiglie extracomunitarie. “Ieri è arrivato molto materiale per bambini piccoli. Ho chiamato Adbdoul, che ha bambini piccoli. Ha riempito l’auto di pannolini, detergenti, pastine per bambini. Ha distribuito e quando è tornato ha detto: ‘Domani il pane lo facciamo noi. Pane arabo per chi arriva al tendone. Queste famiglie sono sempre state restie a partecipare alle attività della Pro Loco. Il capannone significa festa. La Pro Loco è sì per le feste, oggi è per il paese. Ed è stato bello”.
“Domenica abbiamo fatto i passatelli in brodo: 97 uova e pranzato fuori, che era bel tempo. Sono venuti anziani, anche. La domenica, qui i figli vanno a mangiare dalla mamma e dalla nonna. I nostri anziani sarebbero rimasti soli. E per chi non è venuto, i passatelli sono stati consegnati a casa.
Per gli anziani, in casa, sono giorni difficili. Senza servizi, con la luce riattivata venerdì dopo quattro giorni. E con la luce, la tv: “Hanno visto la loro Romagna devastata. Uno shock”. Tamara cita Silvia, volontaria e “raggio di sole”: nel giro lungo le case degli anziani per portare loro l’acqua potabile, li coinvolge, li fa parlare e uscire di casa. ‘Ti lascio l’acqua se fai un ballo con me’… e vai di valzer nell’aia davanti casa”. Una sera hanno fatto la polenta e portata nelle case: “Un incontro che è importante per ciascuno. Altri anziani hanno iniziato a venire al capannone solo dopo 3-4 giorni: ‘Venite’, abbiamo insistito. Hanno iniziato a venire, a mangiare caldo e anche a fermarsi a giocare a carte. E a sorridere”.
“Sentiamo la vicinanza di tutta Italia grazie agli aiuti che stanno arrivando, e appena la situazione sarà stabile e in sicurezza – conclude Tamara – faremo festa grande, con musica che si sentirà fino a Cesena. Nella disgrazia siamo uniti, e lo saremo anche nella gioia”.