Valle Savio
Il generale Figliuolo sui luoghi delle frane: “Qua sono accaduti eventi da fine del mondo”
“Stiamo aspettando le vostre richieste di rimborso. Lepore (il sindaco di Bologna, ndr) è stato il più veloce. Ci mettiamo x+1 a darvi i soldi”. L’ha detto questa mattina appena giunto a Sarsina il generale Francesco Paolo Figliuolo, da fine giugno commissario straordinario per la ricostruzione per il dopo alluvione in Emilia Romagna, Toscana e Marche. Suoi sub-commissari sono stati nominati i rispettivi presidenti di Regione.
Il generale, nel suo lungo giro per le colline ferite dalle frane della mattina del 17 maggio scorso, ha ascoltato molto. Si è fermato a parlare con la gente, ha stretto mani, ha visto i luoghi, ha sentito molte storie. Ha osservato con scrupolo ciò che è stato fatto finora e quello che qua è accaduto, anche se, l’ha riferito lo stesso commissario, l’attenzione all’inizio è stata tutta per l’acqua nelle case.
A Sarsina Figliuolo viene accolto dal sindaco Enrico Cangini (foto qui sotto), da diversi membri della giunta e dai tecnici comunali. Un picchetto d’onore di alpini in congedo fa sorridere il generale per i comandi scanditi ad alta voce e per l’attaccamento dimostrato dalle penne nere. Sono presenti anche gli operatori della Protezione civile e della Misericordia di Sarsina guidati dal presidente Paolo Rossi.
Dopo una riunione tecnica nella sede comunale, il commissario si fa accompagnare prima nella frazione di Quarto, dove la vecchia statale è ancora interrotta, e poi in località Tezzo (nella foto qui sotto la visita di oggi sul luogo della grande frana), lungo la strada che collega Sarsina con la valle del Borello, fino a Ranchio, sul luogo dove la provinciale si è accartocciata come un castello di carte. “Ho visto filmati impressionanti e terrificanti – ammette il commissario ai microfoni dei giornalisti -. Qua sono accaduti eventi da fine del mondo che mi hanno molto colpito”. (cfr videointervista qui a fianco)
Per il generale è una presa di coscienza in diretta, che arriva anche tramite i racconti di quanti lo attendono. Gli ricordano cosa accadde quel giorno Piero Santi e la moglie Susy Bigi, la signora di cui si ascolta il grido nel video che ha fatto in quei giorni il giro del mondo. “La nostra casa è quella – indicano al generale, facendo vedere che si è salvata per poco, con la strada che si è abbassata di diversi metri -. Ma l’inverno è alle porte e qua i lavori di ripristino vanno fatti quanto prima”. Fa loro eco un vicino, Massimo Rinaldi, che conferma: “Eravamo tutti in prima linea”, e qua lo sono ancora in tanti.
Alle sollecitazioni e alle richieste dei presenti, tra cui il presidente della provincia e sindaco di Cesena Enzo Lattuca che ha seguito il tour per tutta la giornata, Figliuolo assicura che questo “è il primo giro. Poi spero di tornare, anche con dei risultati, o per altre necessità” che potrebbero emergere con il tempo, fa intendere il commissario.
La ricognizione nel sarsinate si conclude con uno scambio di battute tra il sindaco Cangini e Figliuolo (in primo piano nella foto sotto). “Ho capito perché ha tutte quelle mostrine (sulla mimetica, ndr) – dice il primo cittadino -. Perché ha una grande umanità”. “Forse è il complimento più bello che abbia ricevuto”, gli risponde il generale.
A Mercato Saraceno lo aspettano in piazza del Comune. La sindaca Monica Rossi (a sinistra nella foto qui sotto) fa gli onori di casa. Con diversi assessori c’è anche la consigliera regionale Lia Montalti. Agli ospiti vengono offerti prodotti locali. È un momento di relativa calma, prima di affrontare le frane che anche in questa parte di valle hanno colpito duro. Il generale sale lungo la salita che porta a Ciola e poi si dirige verso Musella, tutte borgate di poche case.
Gli smottamenti sono ancora evidenti e prima di sbucare sul monte Finocchio, al confine tra Sarsina e Mercato Saraceno, si transita solo per la generosità di un frontista che ha concesso il terreno in uso. Si tratta di Giovanni Tontini (nella foto qui sotto con il generale) che si sofferma a parlare con il generale che gli dice: “È grazie a persone come lei che riusciamo a riaprire le strade, in favore di tutti”.
Lungo la via Musella sono al lavoro operai con camion e benne. Gli interventi sono imponenti e in diversi punti la strada si è abbassata di diversi metri. Qua la terra non tiene, osserva qualcuno, e questa collina, curata spesso come un giardino, rimane molto franosa. Sarà un lavoro immane consolidare questi versanti andando a cercare ancoraggi nella roccia che può essere in profondità anche decine e decine di metri.
Il generale ha percorso tutti i 15-16 chilometri che collegano Mercato Saraceno, in valle del Savio, con Linaro, nella valle dell’affluente Borello. Ha visto la vastità di quanto accaduto qui, in un brevissimo lasso di tempo, su un territorio molto vasto. Matteo Manucci (nella foto qui sotto con Figliuolo. cfr anche pezzo a fianco) che abita con la famiglia appena sotto il ponte posto all’inizio della salita che conduce a Ciola e ha un’attività di movimento terra ricorda al generale i drammatici momenti della notte tra il 16 e il 17 maggio scorsi. E fa notare anche l’immenso lavoro svolto da allora fino a oggi, senza sosta e spesso senza rimborsi.
L’assessore e vicepresidente regionale Irene Priolo ormai conosce bene le frane di tutto il cesenate e comprende le ragioni dell’insistenza di chi abita questi territori che rischiano di vedere accelerato l’abbandono in atto da anni. Anche lei si ferma a parlare con gli abitanti e illustra al generale quanto accaduto in quei drammatici giorni con la caduta di 500 millimetri di acqua in pochissime ore. Il torrente che in quella notte era un fiume in piena, oggi ha solo in rivolo d’acqua. (foto sotto)
Figliuolo non trascura neppure la valle del Rubicone. Si reca nel territorio più devastato, quello di Roncofreddo. In municipio lo riceve la sindaca Sara Bartolini che poi lo accompagna assieme al consigliere regionale Massimo Bulbi in diverse frazioni. Anche in queste località, a ridosso di Cesena, le frane sono ancora ferite molto aperte, come si vede nello scatto qui sotto.
Monteleone, Montecodruzzo, Ciola Araldi, Ardiano, Diolaguardia e infine Sorrivoli. Il generale in diversi posti scruta e si ferma. Scende dall’auto e ascolta la gente, fino al professore e maestro Giovanni Bartoli (nella foto qui sotto illustra al generale la grande frana di Sorrivoli) che oggi con la moglie abita la casa che fu di Roberto Benigni. Abitazione ora minacciata da una delle frane più vaste di tutto il cesenate, le cui immagini sono rimbalzate ovunque, con il castello in pericolo e le costruzioni in parte sospese sul vuoto.
Prima degli ultimi saluti, il generale si ferma ancora con i giornalisti che l’hanno seguito tutto il giro. “Stiamo rimborsando gli interventi di somma urgenza – ribadisce il commissario straordinario -. A brevissimo dirameremo un’ordinanza pilota per la messa in sicurezza dei fiumi e appronteremo un istituto derogatorio al codice degli appalti per poter agire con rapidità, senza venir meno ai criteri di trasparenza, legalità ed efficacia. Per questo sono allertati gli uomini e le donne della Guardia di finanza e i carabinieri forestali per fare rispettare la legge”.
Poi occorrerà guardare al futuro, che è anche la domanda che molti hanno rivolto al commissario, “per un discorso in prospettiva – precisa Figliuolo -. Quanto accaduto a maggio, può accadere di nuovo. Queste popolazioni meritano di vivere serenamente il loro territorio”. Un territorio meraviglioso, aveva detto poco prima il generale, affacciatosi dal giardino di Bartoli, con lo sguardo rivolto verso il mare, ben visibile in questa tersa giornata di sole di fine estate (foto qui sotto, la vista da Sorrivoli verso il mare di Cesenatico). Un lembo di terra ferito, questo angolo di Romagna, che vuole rialzare la testa quanto prima. Come ha ben inteso il generale Figliuolo in questa sua full immersion nel nostro territorio.