Valle Savio
Vittorio Sgarbi a Sarsina: una full immersion nell’arte, nella storia e nell’ospitalità romagnola
Sarsina per una settimana al centro del mondo. È questa l’impressione che si coglie questa sera al termine di tre visite illustri che si sono succedute da lunedì scorso nella città che ha dato in natali al commediografo latina Tito Maccio Plauto.
Lunedì è stata la volta del ministro della cultura Sangiuliano (cfr pezzo a fianco) che per primo, tra i personaggi nazionali, ha voluto vedere il ritrovamento del tempio nell’area che era destinata ad accogliere una palestra e un centro commerciale. Poi, dopo gli scavi e l’interessamento di diversi per la notevole scoperta nel sottosuolo del centro cittadino, tra cui quello dell’ex parlamentare forlivese Sauro Turroni, ci si è fermati per valutare i reperti che si sono mostrati di portata eccezionale. Da qui la crescente attenzione da parte dei media nazionali e internazionali, fino alla visita di Sangiuliano di lunedì scorso e oggi quella di Vittorio Sgarbi, grande esperto di storia e di arte, e attuale sottosegretario di Stato della cultura. Nel mezzo, ieri, il sopralluogo del commissario alla ricostruzione dopo l’alluvione del maggio scorso in Emilia Romagna, il generale Francesco Paolo Figliuolo (cfr pezzi a fianco).
Sgarbi si è intrattenuto a lungo con gli amministratori locali capitanati dal sindaco Enrico Cangini e dal vicesindaco Gianluca Suzzi. Con loro c’erano molti dipendenti comunali, tra cui il responsabile dell’ufficio tecnico, l’ingegner Mauro Fabbretti. Anche la Sopraintendenza archeologica, Belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini era presenta, rappresentata dalla sopraintendente Federica Gonzato. Numerosi anche i cittadini di Sarsina che hanno scambiato battute e selfie con Sgarbi, il quale mai si è sottratto a una stretta di mano o a uno scatto. Tra i numerosi incontri, anche quelli con i figli Lorenzo Cappelli, che a Sarsina fu sindaco per oltre 50 anni, e della signora Emma Bagnara che ha invitato Sgarbi a visitare Bagno di Romagna e la basilica dedicata all’Assunta in particolare.
Al suo arrivo Sgarbi, con circa 30 minuti di ritardo, ha notato come non fosse facile raggiungere Sarsina, proveniente da Venezia. “È faticoso arrivare qua”, ha esclamato appena sceso dall’auto. Poi ha scherzato: “Avete bisogno di una palestra, mi pare”, visto il tema all’ordine del giorno per il blocco dei lavori dopo il ritrovamento dei resti di epoca romana.
Nel tragitto a piedi tra la sede del Comune e il luogo dei reperti storici, il sindaco Cangini ha scambiato alcune battute con Sgarbi. Tra l’altro gli ha chiesto il motivo delle sue candidature nei piccoli centri. “Perché lo fa?”, ha chiesto il sindaco di Sarsina. “Per dare visibilità a questi luoghi”, ha risposto Sgarbi che in piazza si è soffermato sulle statue di Domenico Neri, artigiano, artista e poi industriale con origini nella frazione di Ranchio, che Sgarbi ha riconosciuto anche dai lampioni che, ha ammesso, “ho visto in numerose città nel mondo”.
Sgarbi ha visitato i luoghi dei ritrovamenti guidato dalla dottoressa Gonzato della Sopraintendenza. All’uscita ha scambiato alcune battute con un piccola folla di sostenitori e ammiratrici. Un piccola clac personale. Ha concesso, sempre camminando, una videointervista (cfr pezzo a fianco). Quindi si è recato al museo archeologico dove ha scrutato con grande attenzione il mausoleo di Rufus e ha ammirato il patrimonio qui conservato. Il tour è proseguito all’ufficio turistico, dove dal pavimento di vetro si possono apprezzare altri resti storici, e in Concattedrale. Qui gli ha fatto da Cicerone il professor Marino Mengozzi, direttore dell’Ufficio diocesano di arte sacra, che ha mostrato in cambiamenti avvenuti con il restauro degli anni Sessanta con il quale la basilica è stata riportata alla sua originaria austerità e il contenuto di assoluto valore, tra quadri, ambone, paliotto dell’altare, per citarne solo alcuni.
Sgarbi ha riconosciuto al volo il dipinto dello Scarsellino che sovrasta i resti del primo vescovo, san Vicinio, nella cappella dedicata al santo taumaturgo. Si è poi fermato a salutare il parroco don Vincenzo Fantini e all’esterno della Concattedrale l’ex parroco, don Renato Serra. All’interno del vicino museo diocesano ha ammirato altre bellezze custodite dalla Chiesa locale, e in particolare la Madonna di Montesorbo, nel giorno in cui si celebra la Natività di Maria. Al termine della visita al museo ha scritto una dedicato carica di riconoscenza (cfr pezzo a fianco) e si lascia scappare anche l’espressione su quanto visto: “Gran bel museo, questo”.
Prima dei tantissimi saluti e delle foto-ricordo, Sgarbi trova anche il tempo per assaggiare la piadina romagnola, in perfetto stile con l’accoglienza a lui riservata lungo tutto il pomeriggio e a cui non si è sottratto.
La giornata è stata intensa e positiva per Sarsina, anche se rimangono alcune preoccupazioni per il futuro, per come gestire questo oro, come l’ha definito Sgarbi, come proseguire con gli scavi e come dare una risposta ai ragazzi, e non solo, che vogliono fare sport.
La sopraintendente Gonzato ha tentato un bilancio delle giornate dedicate agli scavi: “Ringraziamo il ministro Sangiuliano per aver pestato grande attenzione al patrimonio di Sarsina, supportando il lavoro della Sopraintendenza. Abbiamo avuto molte interlocuzioni con il direttore generale Archeologia, belle arti e paesaggio Luigi La Rocca, con il quale siamo in costante contatto”, per i progetti futuri.
“È chiara la linea dettata dal ministro – ha concluso la sopraintendente -. Siamo a sua disposizione per mettere in atto tutte le azioni necessarie”.
La strada è tracciata e le visite di queste giorni confermano che Sarsina ha un’opportunità in più rispetto a prima. Le carte sono tutte da giocare. I fondi devono essere stanziati e qua devono venire investiti. A favore di Sarsina e di tutto il territorio.
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Di seguito, la fotogallery di Sandra e Urbano – fotografi a Cesena
httpss://www.flickr.com/photos/corrierecesenate/albums/72177720311072498