A Vetracchio, dove il tempo si è fermato

Nel territorio della parrocchia di San Bartolomeo in Tezzo, oggi fusa con la parrocchia della Concattedrale di Sarsina, nel 1954 venne costruita una chiesetta lungo la via per la Casella, per dar modo a due religiosi originari del luogo ora defunti – padre Graziano e padre Giovanni Santucci – di poter celebrare la Messa durante le vacanze estive passate nelle case natali. Consacrò la chiesa monsignor Bandini, arrivato a cavallo del mulo perché la strada venne aperta solo nel 1958, conferendo anche la Cresima ai bambini della frazione, come è vivo ricordo degli abitanti rimasti.

La chiesetta è dedicata alla Madonna delle Grazie. Domenica 10 settembre alle 16 sarà celebrata la Messa a fianco della cappella.

Venticinque anni fa il sottoscritto donava alla cappellina due piccole campane utilizzate nella chiesetta personale di fanciullo. Seguirà un momento di festa.

A Vetracchio, forse il luogo più remoto della diocesi anche se non troppo lontano dai centri abitati, il tempo sembra essersi fermato: vi si ammirano file di grandi pagliai e fino a qualche decennio fa i campi venivano arati con l’aiuto delle bestie. Le case sono raccolte in due borgate dove vi abitano sette persone che accolgono amici e visitatori con premure e attenzioni singolari. Fino agli anni ’60 i residenti erano 50.