Valle Savio
Festa a San Martino in Appozzo
Riprendono, dopo un mese di pausa, i momenti di ritrovo e festa nelle parrocchie della valle del Savio, spostando l’attenzione, questa settimana, sulla frazione di San Martino in Appozzo, ubicata sul colle che sovrasta Sarsina, che ricorda il titolare, Martino di Tours.
Domenica 13 novembre alle 15,30 si terrà la Messa solenne, con canti popolari per tutta l’assemblea, celebrata dal parroco don Renato Serra. Terminata l’Eucarestia continuerà l’agape fraterna sul sagrato, davanti al falò, dove si potranno gustare le caldarroste, il vino, la piadina e i dolci preparati dalle famiglie della piccola parrocchia. La festa sarà allietata dalla musica delle due grandi trombe del campanile, prodotte dalla “Geloso” nel 1960, rarissimi pezzi d’antiquariato in Italia. Seguiranno anche vari doppi di campane, dove adulti e bambini potranno sperimentare come si suonano le campane a corda, attività oramai estranea dal nostro tempo.
Ogni anno questa è una occasione per ritrovare le persone originarie della parrocchia che, da 500 alla fine degli anni ’40, sono rimaste meno di quaranta. Per i più svariati motivi le famiglie, dal 1954 hanno iniziato a trasferirsi alla “bassa” pur mantenendo i contatti e tornando a San Martino per queste occasioni, non dimenticando le date a loro care fin dall’infanzia. Sul monte poco distante, Appozzo, in antico c’era il castello con un oratorio, del quale rimangono poche tracce, anche in seguito a lavori agricoli.
Nel 1912, il parroco don Giuseppe Mariani apriva la “Cassa Rurale”, frutto dell’opera sociale dei cattolici nella Diocesi di Sarsina, della quale resta la piccola cassaforte a muro in una parete della canonica. La chiesa, che per i molti rimaneggiamenti può apparire recente, è di fondazione ultramillenaria, alcuni muri e le interessanti cantine sono dell’XI secolo. Anche se è stato oramai dimenticato, per secoli la parrocchia fu sede del “Vicariato di San Martino” al quale facevano capo le parrocchie, ora soppresse, di Pagno, Massa e Rivolpaio. Negli anni ’60, a opera di don Morosi, venne sistemato l’interno, aggiunto l’ingresso, rimpicciolita la canonica, e nell’88 il nuovo altare e pavimento. La sorella di don Morosi, Afra, ha donato a un custode diverse fotografie e filmine “8 millimetri” da lui prodotte negli anni ’50 e ’60, che rappresentano documenti importanti, se non gli unici di quel tempo, della vita della comunità.
Nel 2005 la chiesa, dichiarata inagibile, viene rinnovata con contributo della Regione con sistemazione del tetto, rifacimento di una parete laterale instabile, tinteggiatura interna ed esterna che ha dato nuovo volto a tutta la struttura, molto gradevole. Nel 2011 le tre campane del “Brighenti” del 1930, di fattura straordinaria, sono state sistemate a dondolo sulle finestre espandendo maggiormente la loro voce.
Nel 1886 in parrocchia abitavano 700 persone, nel 1915 si ridussero a 539, arrivando a 397 nel 1954 fino agli attuali 35. La comunità vive ancora: ogni domenica l’accolito Giampaolo Bernabini di Sarsina vi celebra la liturgia in assenza del sacerdote.