Sarsina. All’Itt “Marconi” sono poche le iscrizioni

Pubblichiamo l’intervista all’imprenditore Giorgio Cangini circa le iscrizioni alla sede staccata dell’Itt “Marconi” di Forlì che si trova a Sarsina e dopo l’assemblea che si è tenuta lunedì scorso a San Piero in Bagno. L’intervista è pubblicata nella pagina della Valle del Savio sulla nostra edizione cartacea di questa settimana. 

Ventisette iscritti il primo anno scolastico e 22 l’anno scorso. Oggi, a termine chiuso nei giorni scorsi, sono una decina le iscrizioni in prima per il 2022-2023 all’Istituto tecnico tecnologico “Guglielmo Marconi”, sede staccata di Sarsina. Numeri che pongono interrogativi sul naturale proseguimento del percorso scolastico dell’indirizzo “Meccanica, meccatronica ed energia”. Presenti i sindaci di Sarsina, Verghereto, Bagno di Romagna e Sant’Agata Feltria, le 120 persone che nella sera di lunedì 7 febbraio hanno affollato il teatro di San Piero in Bagno sono la testimonianza delle preoccupazioni di tante famiglie della valle del Savio. Dell’istituto “Marconi” non era presente alcun rappresentante.

La sede distaccata della scuola superiore è stata aperta due anni fa su forte impulso, con relativo impegno economico, dell’Associazione industriale della valle del Savio: 12 aziende metalmeccaniche con sede nella Valle del Savio, capaci di impiegare oltre mille dipendenti per un fatturato annuale che supera i 300 milioni di euro. Un vero ‘motore’ dell’economia di una valle, le cui attività necessitano di tecnici e specializzazioni nel settore della meccanica. Una visione lunga che ha portato l’associazione a impegnarsi in modo fattivo. Per l’allestimento iniziale dell’istituto gli imprenditori hanno coperto tutte le spese per i laboratori di prima e seconda per un importo di circa 80mila euro. Per il secondo anno scolastico hanno messo a disposizione 10 borse di studio per un valore di 15mila euro.

«Ci aspettavamo numeri in calo, ma non così tanto – sono parole velate di amarezza quelle di Giorgio Cangini, già titolare della Cangini Benne di Sarsina e capofila dell’Associazione industriale -. I motivi li abbiamo chiari: non tutti i soggetti coinvolti sono interessati affinché il progetto della scuola vada avanti. Sindaci e famiglie hanno rinnovato il desiderio che la scuola continui il suo percorso in valle, ma è la scuola stessa che fatica a gestire la sede distaccata: gli insegnanti non vengono volentieri a Sarsina, e la gestione è faticosa. Dal loro punto di vista, è più un problema che un’opportunità».

«Questa situazione non ha fatto bene e in particolare i genitori – prosegue Cangini – hanno notato la ‘politica’ non a favore che la scuola stessa sta portando avanti».Ora è tempo di decisioni per la scuola “Marconi”, con sede principale a pochi passi dalla stazione ferroviaria di Forlì. «Non ci sostituiamo di certo alla scuola, ma desideriamo dare il nostro contributo e realizzeremo i laboratori per il triennio – sottolinea Cangini –. Insieme ai genitori pensiamo di aggregare ancora di più il territorio per far fronte al disagio che si è creato. È bene che tutti lavoriamo affinché i ragazzi possano avere l’opportunità di formarsi qui e di rimanere qui. I professori devono essere i primi a credere nella valorizzazione dei giovani e del territorio».

Alla provocazione che sul calo delle iscrizioni all’Itt abbia influito la cessione di aziende importanti del territorio, Cangini non ci sta: «Non siamo imprenditori da due soldi. La cessione di un’azienda, tra le quali la nostra Cangini Benne, è stata data come motivazione distorta in questa ‘partita’ della scuola. La nostra azienda manterrà sempre le radici solide a Sarsina, e ora ha la possibilità di ampliare lo sguardo nel mercato globalizzato, forte di un territorio fatto di brave persone che lavorano con impegno. Qui siamo nati, qui rimaniamo e anzi cresciamo: solo nel 2021 sono state assunte 15 persone, portando a circa 150 il numero dei dipendenti. Il lavoro c’è e ci sarà, e anzi, sarà sempre più valorizzato».

Giorgio Cangini guarda avanti e rilancia: «Continuo a sognare che un giorno in azienda possa venire acquistato un macchinario realizzato da un ingegnere che ha frequentato la sede dell’Itis di Sarsina. E sogno anche che sul quel macchinario ci possano lavorare i nostri tecnici specializzati: dal territorio al territorio e ritorno, per un’economia che fa crescere la comunità di tutta la vallata».