Valle Savio
Sapigno (Sant’Agata feltria): un luogo d’altri tempi
Dopo la pubblicazione dell’articolo qualche settimana fa sulla storia di Sapigno (sant’Agata feltria), sia in parte sul cartaceo sia integrale sul sito internet, ricevo un messaggio di ringraziamento da parte della famiglia, ora proprietaria della vecchia chiesa. E un invito ad andare a vedere i lavori ultimati. Il mio ricordo va subito indietro di decenni, ormai, e con la voglia di sapere il giorno esatto, vado a cercare il racconto che feci quel giorno, 25 aprile 2000, vent’anni fa quando io, organista della chiesa di Romagnano, ero a pranzo al ristorante di Sapigno il giorno della festa del lunedì di Pasqua. Quel giorno scrissi: “Andammo poi, verso le 14,45 alla chiesa vecchia di Sapigno, al castello, dove c’erano i proprietari che mangiavano dentro quella che era la chiesa. Ci hanno fatto entrare e vedere il nuovo ambiente in legno, tipo una casetta, e siamo saliti sopra quella, dove si vedono le travi del tetto originali. Don Enea era commosso nel vedere la sua chiesa, dove è stato parroco nel 1949-50, prima trasferirsi a Romagnano, perchè la canonica di Sapigno non era più agibile. Gli altri preti lo criticarono per questa sua decisione dicendogli: il Cristo di Sapigno deve restare a Sapigno. Abbiamo visto le travi e la canonica, e c’era una stanza in fondo alla canonica, con una finestrina senza vetri, e Don Enea diceva che dormiva lì, con un letto per traverso, e diceva che gli nevicava sul letto e si è preso quell’anno una polmonite”.
Tornandoci dopo vent’anni, l’edificio è irriconoscibile. Chiesa e canonica vengono prese in affitto nel 1969 (la chiesa era stata chiusa nel 1958) da Lino Baldini di Ravenna e amici per andarvi a fare qualche scampagnata la domenica. È risaputo che i ravennati sono innamorati delle nostre colline e, pur non avendovi radici, hanno acquistato diverse case per villeggiatura. Così è successo a Sapigno. Dopo un anno, nel 1970 Baldini acquista chiesa e canonica, si fanno lavori più urgenti come la sistemazione del tetto e venne adattato l’interno della chiesa creandovi una baita di legno, quello che accennavo nel mio articolo di 20 anni fa. Nel 2014 Roberto Rossi, marito della figlia del proprietario Baldini, inizia una radicale sistemazione di tutto l’antico stabile, costruito con i sassi del vicino castello. I lavori, che nell’interno della chiesa sono stati compiuti interamente da Roberto, lasciano a bocca aperta. Si è cercato di evidenziare tutti i reperti presenti, come architravi di porte chiuse, le nicchie delle statue, i poggiatrave scolpiti a mano di secoli fa.
La chiesa è stata divisa in due orizzontalmente, creando un soppalco meraviglioso dove gli intonaci del muro sono qua e là livellati lasciando emergere il sasso sottostante. Sono state anche riaperte finestrelle chiuse nei vari secoli. Nella cantina è stata trovata, scomposta, una colonnina antica che, come ho detto alla famiglia, potrebbe essere la colonnina della cripta antica. Ho visto più volte piccole cripte nelle quali vi era solo una colonnina centrale che sosteneva le varie volte a botte che lì convergevano. Nella grande canonica, composta da 6 stanze, sono state realizzate 5 camere da letto con 4 bagni e una cucina. Un lavoro che bisogna ammirare per credere. Facendo la somma della metratura del piano calpestabile di tutte le stanze, della chiesa e della sacrestia, si arriva oltre 600 metri quadrati.